L’inquietante contesto di un omicidio.

L’inquietante contesto di un omicidio. Mi ero ripromesso, anche con qualche persona toccata molto da vicino dall’episodio, di intervenire sul tema recentemente balzato alle cronache locali con occasione dell’uccisione di Corrado Alberto Crisafi, pachinese di origine e socio fondatore del partito “Primero Justicia”, oltre che parlamentare del Venezuela in opposizione al governo guidato dal presidente Hugo Chavez.

La notizia del sequestro -e, fortunatamente, dell’immediata liberazione, giorni dopo- di un’altra donna di origini di pachinesi (Paola Di Ottobre), mi da la oggi possibilità di intervenire sul quadro, a tinte sempre più confuse e fosche, della complessiva situazione venezuelana, con particolare riguardo alla difficile condizione della comunità degli italiani in quel Paese.

Se lo faccio è, anzitutto, per ragioni più che “anagrafiche”: sono nato a Caracas da genitori emigrati in Venezuela e lì sono vissuto per molti anni. Da qui il mio particolare affetto per una terra che sento mia, di cui seguo con attenzione -e non da oggi- le vicende.

Ma non è tutto: il “laboratorio venezuelano” impiantato da anni dal colonnello Hugo Chavez Frìas rappresenta un’assai esplicativa cartina di tornasole di come si stia evolvendo non solo il “socialismo” (come lo chiama lui) in Sud America, ma di come possa evolversi e travestirsi -nel terzo millennio- anche una dittatura in piena regola, quale è quella camuffata dal presidente bolivariano dietro i panni di una sempre più fragile democrazia.
Metto subito le carte in tavola: mi rendo perfettamente conto che affermazioni di questo tipo possono apparire trancianti e contestabili, specie da una certa parte politica.

Ma è proprio questo il punto: il proprium del chavismo riposa esattamente nella sua ambiguità, che lo mette al riparo da giudizi e condanne perentorie, altrimenti automatiche nei casi (troppi) in cui il regime si è manifestato in termini brutali e spocchiosi (e non mi riferisco certo solo all’esibizione muscolare in funzione antiamericana, ma -ad esempio- allo sprezzante commento del presidente-colonnello di fronte all’esito, per la prima volta a lui sfavorevole, del recentissimo referendum sulla modifica -l’ennesima- della costituzione, bocciata dal popolo venezolano).

Gli esempi non mancano.

Molto del disorientamento della comunità internazionale (o, per venire al nostro piccolo, della politica estera italiana) nei confronti della Repubblica Bolivariana sembra difficilmente spiegabile al di fuori dell’affarismo (petrolifero e non) del regime.

Un affarismo assai poco “socialista” (in questo simile a quello cinese), ma efficace come strumento -oltre che di arricchimento- di “interdizione” in politica estera, specie se si è impegnati, come Chavez, in un complessivo rinnovamento del parco degli armamenti del proprio esercito.

Interessante deve dirsi anche la complessiva gestione del caso di Ingrid Betancourt, l’attivista verde candidata alle elezioni colombiane, rapita dalla guerriglia marxista delle FARC anni addietro, al centro di una partita internazionale in cui Chavez ha voluto giocare un ruolo da prima donna (anche, se non soprattutto, in funzione di discredito verso il presidente colombiano filoamericano Uribe), salvo emergere dalla giungla -e dai dossier dell’Unipol, non certo della CIA- il segreto di Pulcinella: che cioè quest’emulo di Fidel Castro finanziava egli stesso la guerriglia cocalera….

Venendo più vicini al nostro “orto” -e cioè al contesto degli italiani che vivono da decenni in questa lontana nazione- ed alle reazioni seguite in Italia ed a Pachino all’omicidio Crisafi (invero sonnecchianti se non nulle, salvo che per la pregevole iniziativa di Città Etica di una sottoscrizione finalizzata a chiedere la verità sull’assassinio), mi è subito parsa monca la contestualizzazione dell’evento che, ritengo, invece meritasse un più ampio approfondimento.

Oltre a quanto detto -ed a quanto si potrebbe dire ancora- sul regime bolivariano, è appena il caso di evidenziare che tanti nostri connazionali (e conterranei siciliani) sono rimasti vittime, come Crisafi, di vicende oscure e gravissime, specie se le ricolleghiamo al loro ruolo in quel Paese.

Il caso di Filippo Sindoni –l’imprenditore siciliano che aveva rappresentato per sette anni gli italiani del Venezuela nel Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (Cgie)- sequestrato ed ucciso nel marzo scorso a Barquisimeto, non è che una delle preoccupanti spie di una condizione sempre più allarmante -ed allarmata- della comunità italiana (quella alla quale, si racconta, il presidente bolivariano vorrebbe restituire quanto prima le sue “valigie di cartone”).

Una comunità -è fonte di legittimo orgoglio dirlo- non avulsa dalla vita sociale e politica venezuelana, ma così integrata e coraggiosa da sapersi anche esprimere, con tenacia pari alla forza, contro molte delle malefatte del regime chavista. Una comunità per questo “scomoda”, come “scomodo” era diventato -probabilmente- Corrado Alberto Crisafi, uno dei suoi alfieri più attivi ed impegnati.

Un pachinese (perché tale, a quanto pare, si sentiva) che, dopo aver donato e speso una vita e molte delle sue risorse per il sociale, aveva deciso di dare il suo contributo per rendere quella venezuelana una democrazia finalmente degna di questo nome.
Pubblicata da: Sebastiano Mallia il 28-06-2008 09:25 in Approfondimenti

Lascia il tuo commento
Non contestualizziamo se non si hanno le prove...

Egregio Avv.Mallia sorvolo, come una rondine al tramonto, le sue disquisizioni di natura politica...che ovviamente non condivido...

Se guardiamo "i contesti" potremmo rifare e riscrivere la storia del Sud America....ad iniziare dall'Argentina e dal Cile...
Ma un paragone mi viene spontaneo...
Se non c'è bisogno anche in Italia di un partito come Primero Justicia visto le ecclettiche evoluzioni del suo, mi consenta, San Berlusconi...d' Arcore...sul tema giustizia????
Che a quanto pare non è uguale per tutti....

Ma in questo contesto, visto anche il tempo che ho dedicato all'argomento...e le notizie in spagnolo che ho dovuto leggere: mi rincresce tuttavia farle notare che il desarollo della situation sociale è abbastanza complessa...e che non si può imputare senza nessuna prova il governo in carica...Non lo ha fatto il partito del signor Crisafi ...che anzi chiede al Chavez una normalizzazione della situazione delinquenziale che c'è in Venezuela...Le ricordo che l'ultimo tentativo di rovesciare con un Golpe il governo del Chavez Frias è del 2002..praticamente ieri l'altro...

Non entro tuttavia nel merito perché non conosco la situazione precisa ed esatta dello stato sociale e politico del paese sud americano...

Tuttavia vista la comune appartenenza di origine, che in definitiva significa più o meno niente, mi permetto, a livello umano di solidarizzare con la famiglia e i parenti del Signor Alberto Crisafi...

Allego questo video che ho trovato in rete....

Sentite condoglianze alla famiglia e ai parenti tutti

Cordiali Saluti, Spiros


Caro Saro,
anzitutto mi sorprende l'uso abbreviato che fai della mia abilitazione, attesa la reciproca -anche se lontana- confidenza. Non posso non notare, comunque, che questo vezzo -che implica una certa presa di distanza, non priva, molte volte, di intenzioni canzonatorie- è diventato "contagioso".

Venendo al merito di quello che dici, non era mia intenzione "desarrollar" (con una erre in più: sviluppare) tutta la storia recente del Venezuela, ma tracciare quella che -a mio avviso- la cornice in cui si inserisce il fatto.

Che è, come dici, molto complessa ma... l'avevo già scritto anche io! Pur precisando che -a mio avviso- la complessità è anche il frutto di un ben preciso "metodo" del regime.

Se avessi voluto essere più tranciante, polemico e speculatore (magari per accreditarmi meglio presso il Presidente del Consiglio, da te citato nel tuo commento), avrei senz'altro citato le squadracce bolivariane, vero e proprio corpo paramilitare presente sin dagli inizi dell'era Chavez a fianco dell'azione del colonnello, alludendo ed insinuando.

Ma -e mi perdonino i lettori se qui torno "avvocato"-sono abituato (oltre che a non speculare su fatti così gravi e dolorosi) a non sparare ipotesi investigative da migliaia di chilometri di distanza, senza sapere nulla delle indagini e dei processi: una cosa che riprovo fortemente.

Prendiamo quindi, caro Saro, per inserirlo della predetta cornice, quanto affermi sulla criminalità venezolana: può essere benissimo, ma non ricordo casi di "adecos" (di Acciòn Democràtica, socialdemocratici) o di "copeyanos" (del Copey, democristiani) perseguitati dalla controparte politica fra gli anni '60 e '90, mentre, ed è solo l'ultimo esempio di qualche giorno fa, Chavez ha appena appoggiato -ed il suo "appoggio" conta, eccome!- la decisione di vietare (per motivi -puta caso!- di "corruzione") a ben 400 suoi oppositori di presentarsi alle elezioni di novembre. Leggere, per credere, non da Il Giornale o da Libero, ma da La Stampa:

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200806articoli/34116girata.asp

Pensa se l'avesse fatto Berlusconi !!!

Cordiali ed "abilitati" saluti,
Sebastiano Mallia
Allego altro materiale...che ho trovato in rete...
la situazione non è delle migliori...
Come sempre sono solidale con le vittime...della violenza, da qualsiasi regime e da qualsiasi ispirazione esso provenga...
I due documenti che pubblico danno un quadro più chiaro della situazione e di conseguenza occorre reagire con una pressione anche di livello internazionale per attirare l'attenzione su quello che stà avvenendo in Venezuela...contro gli italiani e altri stranieri...



Fonte copia che si trova solo in cache

http://209.85.135.104/search?q=cache:kaIhybVg5uAJ:168.144.182.78/
ePortals/mm/ficha.asp%3FN%3DEl%2520Quid%2520del%2520
Asunto+giacomo+benito+cunsolo+finol&hl=it&ct=clnk&cd=4&gl=it
Descartan razones políticas en el auge de secuestros en el Zulia



Jueves 12 de Junio 2008 -












Las bandas de secuestradores estarían integradas por exintegrantes de las mafias del robo de vehículo y desertores de grupos guerrilleros







El presidente del Consejo Legislativo del Zulia, Eliseo Fermín, desestimó las acusaciones hechas por el ministro de Interior y Justicia, Ramón Rodríguez Chacín, sobre presuntas "razones políticas" del gobernador del Zulia, Manuel Rosales, que estarían prevaleciendo en el alto índice de secuestros que impera en la región.



Fermín dijo que son acusaciones irresponsables de un ministro que pretende desestabilizar la región y hacer caso omiso a la situación de inseguridad y de temor que siente los zulianos y el país entero ante la ola de secuestros que se ha desatado durante el 2008.



El parlamentario exhortó a Chacín a presentar las pruebas sobre las razones políticas nacionales o internacionales que responsabilizarían al líder de la oposición y gobernador del Zulia, Manuel Rosales, con la alta incidencia de plagios registrados en el primer semestre del año. Durante el 2008 se han registrados 46 secuestros en la región de los cuales aún quedan en cautiverio 8 de las víctimas.



"El ministro simplemente trata de escurrir el bulto ante la incapacidad del gobierno nacional para resolver el auge del secuestro que viene afectando no sólo al Zulia sino a todo el país. Este gobierno lo que quiere es desviar la atención en materia de secuestros, ante los hechos que ya son conocidos por el mundo y que lo vinculan con grupos de la guerrilla y el terrorismo colombiano", acotó el legislador zuliano.



Fermín no descarta que detrás de la alta incidencia de secuestros en la región existan bandas integradas por desertores de la FARC que decidieron hacer vida delictiva en nuestro país, y recordó que mucho antes de que Rosales gobernara el Zulia, ya el ministro Chacín servía de enlace entre el grupo guerrillero y los familiares de víctimas como el ganadero Carlos Márquez, secuestrado en Machiques en el año 97.



El ministro Rodríguez Chacín reconoció esta semana un repunte de este delito en la región durante el mes de mayo, pero descartó que elementos de la guerrilla colombiana hayan participado en algunos de los plagios o tengan en su poder algunas de las víctimas.



"Se ha demostrado fehacientemente que no es así. No es ninguna guerrilla", aseguró el ministro en su última visita a Maracaibo.



El alcalde de Maracaibo, Gian Carlos Di Martino, reveló que en el Zulia operan 2 grandes bandas de secuestradores, una que opera desde los estados fronterizos con el Zulia y otra que se encuentra asentada en el sur del lago.



"Estamos hablando de secuestradores del sur del lago, Trujillo, Mérida, y Falcón que delinquen en Maracaibo y que forman parte del hampa organizada. Son soldados del secuestro que someten a la persona y la entregan a terceros", acotó el burgomaestre zuliano.



El director de Polimaracaibo, comisario José González, señaló que detrás de los secuestros perpetrados en el Zulia se encuentran grupos armados que pertenecían a bandas delictivas dedicadas al hurto y robo de vehículos que fueron disueltas por la acción conjunta de los cuerpos policiales.



Según un informe policial realizado por la brigada de inteligencia de Polimaracaibo, las 2 bandas responsables del secuestro en la región están integradas entre 8 y 12 personas cada una, cuentan con un moderno arsenal de armas, y tienen vinculaciones directas con los presos de la cárcel nacional de Sabaneta.







Cada 48 horas se lleva a cabo un secuestro en el Zulia







En las 2 últimas semanas del mes de mayo se llevaron a cabo 7 secuestros tan sólo en Maracaibo. Se trató en su mayoría de mujeres embarazadas, adolescentes y niños. Cada 48 horas se presenta un nuevo secuestro en el Zulia.



El criminólogo y secretario de seguridad municipal de Maracaibo, Francisco Delgado, manifestó que existe preocupación desde todas las instancias policiales, por frenar el auge del secuestro en la entidad y reiteró que si no logran coordinar una acción contundente que implique el fortalecimiento de los grupos especializados en atacar este tipo de delitos, estarán en desventaja ante el ataque sorpresa que ejercen estas bandas contra cualquier integrante de la sociedad.



Señaló que la impunidad y lo productivo de las ganancias que genera a las bandas delictivas este tipo de acciones, en comparación con otros delitos como el robo de vehículos, que se encuentra más controlado, mantiene desatado el plagio por parte de las bandas que vienen operando desde diferentes puntos de la región.



Para Delgado se trata de grupos delictivos que tienen en sus filas a bandoleros o irregulares que operaban desde la frontera, ligados con ladrones de vehículos y asaltabancos, pero que por su modus operandi no llegan a la delincuencia organizada, ya que secuestran a cualquier miembro de una comunidad para exigir un rescate inmediato.











Secuestros del mes de mayo, todos se encuentran en cautiverio al igual que Giacomo Cunsolo, secuestrado en marzo.







Víctima Fecha de secuestro Lugar



Giacomo Cunsolo 11 de marzo Cabeza de Toro/Maracaibo



Omervin Peña 8 de mayo Barrio Los Claveles/Maracaibo



Audio Morán 10 de mayo Machiques



José Villalobos 13 de mayo Mara



Yesenia Medina 15 de mayo Sierra Maestra/Maracaibo



Paola Di Ottobre 22 de mayo San Miguel/Maracaibo



Moisés Romero 24 de mayo La Pomona/Maracaibo



Arturo Romero 24 de mayo La Pomona/Maracaibo



Luz López 24 de mayo La Pomona/Maracaibo



Emi Him 27 de mayo El Tránsito/Maracaibo











Lista de secuestrados en lo que va de año



Enero



1. Divanna Katerine Martínez Urdaneta (17).



2. Favio Zavagnini (23).



3. María Consuelo Campos (45).



4. Anny del Carmen Capo Morales (14).



5. Eustaquio Antonio Galindo Pirela (72).



6. María Chiquinquirá Áñez Gutiérrez (12).



7. Yasmabel Ojeda (22).



8. Giusseppina Farruggio Cardozo (33).



9. Juan Carlos Gallina Melero (24).



Febrero



10. Luiggi Rossi (45).



11. Edixon Enrique Govea Ballestero (36).



12. y 13. José Luis Rincón Atencio (40) y Benito Urdaneta (51).



14. Maidelis Cubillán (20).



15. Leandra Carolina Cova Parra (33).



16. Luis Antonio Mucarcel Correa (25).



17. Adrián Antonio Gutiérrez (19).



18. Miguel Segundo Chourio Beleño (20).



19. Leonardo Javier Montilla Rodríguez (14).



20. Raja Elharfawi (32).



21. Peter Knez (54).



Marzo



22. Alberto Montilla (65).



23. Giacomo Benito Cunsolo Finol (48).



24. Aideé Carolina Parente (47).



25. Samir Ab-Dalhalla (21).



26. Gustavo Arrieta (46).



27. Angie Carolina Medero Urdaneta (13).



28. Jesús Olivera (45) .



Abril



29. Lesbia Arismendi de Pérez (39).



30. Madelín Angélica Bermúdez Abreu (20).



31. Gizel Valentina Sánchez (4).



32. Samir Kaddadihi Labbad (61).



33. Olí Rodríguez Gutiérrez (38).



34. Anggie Jénnifer Santacruz Rangel (31).



35. Audio Morán Jiménez (56).



36. Carmen Polanco de Áñez (62).



Mayo



37. Omervin Peña (30).



38. Rafael Boscán (28).



39. José Javier Villalobos (30).



40. Yesenia del Carmen Medina Salazar (28).



41. Paola Di Ottobre (35).



42. Moisés Augusto Romero Chacón (16).



43. Arturo David Romero Rodríguez (19).



44. Luz Gabriela López Linares (17).



45. Emy Him (10).







Junio



46. José Montiel (40)



47. Andrés Chacín (25)






http://168.144.182.78/ePortals/mm/ficha.asp?N=El%20Quid%20del%20Asunto

Amplio apoyo recibió en Maracaibo el manifiesto del 2D

MHO: Chávez viola la Constitución sin implementar leyes habilitantes



Lunes 30 de Junio 2008 -



El presidente y editor del diario El Nacional, Miguel Enrique Otero, dijo que el presidente Chávez viola la Constitución sin necesidad de implementar las leyes habilitantes ya que muchas de ellas aún no han sido aprobadas, y reiteró que la imposición del socialismo del siglo 21 y una posible enmienda para buscar la reelección en el año 2012 lo viene llevando a cabo vulnerando las leyes actuales y la decisión emanada por el pueblo en los pasados comicios del 2 de diciembre.



Agradeció la receptividad y el apoyo que tuvo el manifiesto del movimiento 2D por parte de diferentes sectores políticos, económicos y sociales del estado Zulia, que se dieron cita en la Cámara de Comercio de Maracaibo.



"Hemos dado en el clavo con el alerta y la discusiones que venimos planteando en diferentes regiones del país con respecto al problema de las violaciones a nuestra carta magna por parte del gobierno nacional y verdaderamente la gente apoya el mensaje de democracia y libertad que venimos planteando los 20 integrantes de esta ONG".



Se refirió al caso de las inhabilitaciones como un elemento de perturbación a la tranquilidad y la paz del país y una manera ilegal e inconstitucional de entorpecer el desarrollo de los comicios del próximo 23 de noviembre.



Adelantó que en los próximos días presentarán al país un documento sobre la posición del movimiento 2D en torno a las inhabilitaciones políticas contra candidaturas con amplio respaldo popular y que vienen siendo atacadas de forma arbitraria e inconstitucional por el gobierno venezolano.



Aseguró que el movimiento 2D no es una organización político partidista y que en ningún sentido participarán en la campaña electoral, pero advirtió que si los factores de la oposición descartan la unidad para confrontar al gobierno en los próximos comicios del 23 de noviembre, se irán por un despeñadero hacia el suicidio político.



Sobre las acusaciones hechas por parte de sectores oficialistas que han señalado a los miembros del movimiento 2D de golpistas y conspiradores, Miguel Otero Silva apuntó que el grupo político que lidera sólo se encarga de hacer documentos y no de hacer golpes de estado.



"Nosotros defendemos la democracia y la Constitución de 1999 y no tenemos nada que ver con militares conspiradores, pero si cada persona que hace críticas va a recibir descalificaciones y va a ser señalado como agente de la CIA, van a terminar por quedarse sin argumento ante la gente, además aquí el único golpista que agarraron con las manos en la masa en la asonada militar del 4F es el actual presidente Hugo Chávez Frías", finalizó diciendo el editor del diario El Nacional.







XXXXXXXXXXXXXXX







Recuadros:







Froilán Barios: Los trabajadores venezolanos estamos preocupados por la anarquía laboral inyectada por el gobierno







Además del llamado Manifiesto del Zulia que fue presentado por el presidente y editor del diario El Nacional, Miguel Henrique Otero, el secretario ejecutivo de la CTV y uno de los 20 integrantes de este movimiento de discusión político, Froilán Barrios, presentó el manifiesto laboral de los trabajadores venezolanos, a los que consideró como los grandes estafados del proyecto revolucionario del presidente Chávez.



Barrios manifestó que los trabajadores venezolanos se encuentran preocupados por la anarquía laboral inyectada por el gobierno, ya que a su juicio fueron eliminados de plano la contratación colectiva y los principales beneficios sociales y económicos logrados por años de lucha sindical en el país.



En esta sexta convocatoria que realiza el movimiento 2D en diferentes regiones del país, el líder sindical hizo hincapié en la necesidad de que el Manifiesto del Zulia dedicara un punto aparte especial los trabajadores venezolanos por la anarquía laboral que sufren 8 sectores laborales públicos y privados que afectan a la gran masa de trabajadores del país, a la que se le vienen desconociendo sus derechos fundamentales.



En el Manifiesto de los Trabajadores, Barrios hizo alusión a una nueva figura para aterrorizar al movimiento de trabajadores de Venezuela como es el surgimiento del sicariato sindical, en la que se demuestra la degeneración de las relaciones laborales.



"Estamos ante una figura prácticamente obviada por gobierno nacional, donde el empleo es administrado por mafias y en la que han sido asesinados en los últimos 3 años más de 450 trabajadores de los estados Bolívar, Anzoátegui y Zulia".



Barrios enfatizó que desde el movimiento 2D se le exigirá al Ministerio del Trabajo que asuma su rol de defensor de los trabajadores y deje de estar señalando y descalificando a los 23 mil trabajadores petroleros que injustamente fueron despedidos en el año 2003 y a los que aún no se les ha reconocido ni un solo bolívar de sus salarios y prestaciones.



El Manifiesto de los Trabajadores del movimiento 2D aseguró que el país no permitirá un nuevo apartheid laboral como el de los trabajadores despedidos de Pdvsa en el 2003, así como atropellos a la contratación colectiva y beneficios secuestrados por parte del nuevo patronato del país como es el gobierno nacional.







XXXXXXXXXXXXXX











Pablo Pérez: "El movimiento 2D esta abriendo en el país círculos de discusión"







El secretario de gobierno y actual candidato por Un Nuevo Tiempo para la gobernación del Zulia, Pablo Pérez, dijo estar sintonizado con los planteamientos emitidos en el manifiesto del 2D en Maracaibo y acotó que organismos de poder como el CNE y el TSJ, deben replantearse para que el pueblo pueda percibir una mayor credibilidad de sus instituciones democráticas.



"Estamos ante un grupo de críticos y opinadores bastante importantes y versados de la realidad venezolana, encabezados por Miguel Henrique Otero y Simón Alberto Consalvi, que vienen abriendo en el país círculos de discusión sobre temas fundamentales de la realidad venezolana, donde la separación de poderes no existe y la violación de su carta magna por autoridades del gobierno pretende pasar como un asunto de cotidianidad".







XXXXXXXX







Ángel Sánchez: "Estamos ante un gran movimiento de opinión de la realidad venezolana"







El diputado del Consejo Legislativo del Zulia, Ángel Sánchez, dijo que el país entero se encuentra ante un gran movimiento de opinión de la realidad venezolana y saludó que el movimiento 2D haya venido al Zulia ha exponer sus ideas y criterios sobre la democracia venezolana.



"Fueron disertaciones muy claras las que hemos escuchado en las voces de los integrantes de este importante grupo en la región y creemos que están ayudando ha formar un mayor criterio sobre la realidad política, social y económica que debemos enfrentar los venezolanos".



Sánchez señaló que el diálogo, la concertación y la unidad, es el camino que debe seguir el país y aseguró que lo más saludable es abrir diferentes grupos de discusión y escuchar diferentes criterios de personalidades de mentalidad clara y sentido profundo de la democracia.







XXXXXXXXXXXX







Saady Bijanni: Convocaremos a una rebelión federal para hacer cumplir la Constitución del 99







El alcalde de San Francisco y precandidato a la gobernación del Zulia por la oposición, Saady Bijanni, dijo que el grupo de discusión política denominado movimiento 2D, se ha convertido en una herramienta de opinión pública para evitar que el gobierno se siga burlando de los derechos de los venezolanos.



Dijo que no es posible que la decisión de civismo y libertad tomada por el pueblo venezolano el pasado 2 de diciembre, haya sido irrespetada y escamoteada por el gobierno nacional.



Bijanni se mostró como un defensor a ultranza de los derechos políticos a los que hizo referencia MHO en el manifiesto presentado a los zulianos y expresó que el pueblo venezolano se encuentra alerta para ratificar el compromiso con la libertad el las elecciones regionales del próximo 23 de noviembre.



"El próximo 23 de noviembre se debe convertir en la reedición del pasado 2D y es por eso que estamos convocando desde este momento a una rebelión federal para hacer cumplir la Constitución del 99, que es el espíritu y motor de este movimiento de discusión política".







XXXXXXXXXXXXXXXXXXX











César Morillo:







El director de medios a nivel nacional del partido Un Nuevo Tiempo, César Morillo, dijo que el movimiento 2D esta dejando huellas entre la sociedad civil a través de la discusión política de la realidad venezolana que vienen realizando en diferentes puntos del país.



Dijo que los venezolanos en general están viendo puntos de concertación en estas discusiones de índole político, como es la de luchar por lograr mayor transparencia de las instituciones del estado venezolano, que se imponga la aplicación de la carta magna vigente, que se respeten los resultados del referéndum revocatorio del pasado 2 de diciembre, y demostrar que la salida electoral es el único camino para poder canalizar las inquietudes y las conquistas de espacios democráticos.



"Tenemos que evitar que el peligro totalitario siga avanzando", acotó el sociólogo zuliano.
@ Corrado Modica,
avevo visto e noto con piacere di essere stato preceduto anche nei links.

Colgo l'occasione per ringraziare il web master per la sua tradizionale disponibilità anche per questi temi che rendono Pachinoglobale, appunto, ... un po' più globale.

@ Spiros,
ringrazio te per la tua onestà intellettuale (per la tua apertura e curiosità non posso ringraziarti, in quanto sono in genere doti naturali).

Per una migliore comprensione dei testi linkati da Saro Spinello, in estrema e -per questo- insufficiente e lacunosa sintesi, vengono riportati articoli di stampa e del web in cui si parla, nell'ordine, della polemica fra il governo centrale venezolano e quello dello stato di Zulia (la cui capitale è Maracaibo) sull'alta percentuale di sequestri nella zona.

Voglio precisare, al riguardo, che il Manuel Rosales di cui si parla è oggi il sociologo (peraltro di sinistra...) governatore dello Zulia, ma è stato candidato contro Chavez alle ultime elezioni: la polemica di un membro del governo chavista vorrebbe accusarlo di essere responsabile di scarsa reattività contro i sequestri. Il parlamentare zuliano -Eliseo Fermín- replica ribaltando la responsabilità su Chavez, rimproverandogli i suoi legami con le FARC (la guerriglia colombiana che ha tenuto sequestrata Ingrid Betancourt fino a ieri l'altro).

Interessante quanto dice il sindaco di Maracaibo, il quale parla di due distinte bande di sequestratori: una che opera con negli stati di confine con lo Zulia ed un'altra a sud del lago, dedite anche a "vendere" i sequestrati ad altre bande.

Segue una triste lista dei sequestrati.

Gli altri due pezzi si riferiscono alla polemica di una associazione politica -la 2D- contro l'opera del governo Chavez.

Cordialità
S.M.