Bruno: Quale il fiume di alcol descritto? Dove gli spinelli? Ma di che “gusto salmastro” si parla?

Bruno: Quale il fiume di alcol descritto? Dove gli spinelli? Ma di che “gusto salmastro” si parla? Il servizio a pag. 39 su La Sicilia del 9 dicembre, è semplicemente sciacallaggio mediatico nei confronti di una città, di un territorio e di una comunità che con grandissimi sacrifici sta cercando di riqualificare un’area della provincia, per varie ragioni “massacrata” dalla politica e dalle istituzioni.

È a dir poco “stupefacente” leggere infatti articoli che dipingono il borgo di Marzamemi come un ricettacolo di drogati, alcolizzati e donnine dall’inequivocabile infima moralità.

Gli autori degli articoli hanno scambiato la parola “movida” con “bordello”. Torna utile precisare – e spiegare – che “movida”, di cui Marzamemi ad ogni buon fine si fregia, si usa per designare la speciale atmosfera di vitalità in campo culturale ed artistico che si vive in quel luogo, e non certamente il“bordello” descritto negli articoli del giornale, il luogo di perdizione con donne di malaffare che si vedono “barcollare sul basolato scivoloso della Balata” e che trascorrono le loro serate come “regine della notte, con tacchi vertiginosi e calze velate”, e dove l’alcol “scorre a fiumi, tra il tenue svolazzare del fumo degli spinelli”.

Per non parlare dell’utilizzo inappropriato di foto, accostate ad un infelice quanto menzognero titolo. A quella serata immortalata nella foto (un tranquillissimo compleanno fra amici) erano presenti i giornalisti autori degli articoli: imbucati alla festa sono stati invitati a restare, perché il popolo di Marzamemi è accogliente e cordiale con tutti (evidentemente fin troppo). Come è stato invitato, del resto, a rimanere alla stessa festa anche un deputato regionale, on.le Enzo Vinciullo (Pdl), capitato nella movida di Marzamemi (e non certamente nel “bordello” descritto dal giornale), con il quale i presenti si sono dilungati a parlare di politica sino a notte fonda: tutti hanno hanno avuto modo di constatare la sobrietà nei comportamenti e soprattutto la serietà delle persone.

Quale il fiume di alcol descritto? Dove gli spinelli? Ma di che “gusto salmastro” si parla?

Con quell’articolo non soltanto Marzamemi ha subito un torto, ma si è cercato con premeditazione di assassinarlo nella sua essenza: la movida che, appunto, significa vitalità e non bordello.


Marzamemi non è certamente l’immagine storpiata descritta dal giornale; e non lo è soprattutto la raffigurazione delle sue donne, descritte come mangiatrici di uomini ed alcoliste. Questa immagine è devastante, perché la movida di Marzamemi, in verità, offre circa 500 posti di lavoro, direttamente e nell’indotto: tutte persone oneste che hanno investito il loro denaro per riqualificare un’area che offre poche opportunità ai nostri giovani. Ma il borgo è soprattutto un luogo dove migliaia di ragazzi trascorrono da anni le loro serate e le loro nottate divertendosi in tranquillità, ballando sotto le stelle (anche in inverno) e trascorrendo ore liete con i propri amici; ed è lo stesso posto dove moltissime famiglie trascorrono i loro pomeriggi e le loro serate, cenando nei locali ed attardandosi a chiacchierare mentre i loro bambini giocano sulla bella piazza.

E l’articolo del giorno dopo, pubblicato per tentare in qualche modo di rimediare al danno fatto, è a dir poco risibile e, pertanto, nemmeno commentabile: lacrime di coccodrillo versate dopo aver cercato di assassinare la vitalità di un borgo e la dignità delle sue persone. Ci vorranno anni per recuperare il danno subito: ma abbiamo tutta la tenacia e l’energia di questo mondo per farlo!

Non permetteremo a nessuno di infangare il buon nome di Marzamemi. Non lo abbiamo fatto quando un manipolo di disadattati hanno cercato di furoreggiare con le risse, e non lo permetteremo ora che qualcuno è evidentemente infastidito dalla vitalità giovanile, artistica e culturale del borgo: perché Marzamemi, non lo dimentichiamo, è anche e soprattutto cultura!

Per questo chiedo risolutamente che l’amministrazione municipale sporga immediatamente una formale denuncia per l’immagine devastante offerta del borgo con quegli articoli e per l’inevitabile danno che tutti (operatori economici, donne, giovani e famiglie) abbiamo subito con quegli articoli, demandando alla valutazione serena di un giudice se si sia trattato di un semplice sciacallaggio mediatico o di un “assassinio premeditato”.

Un caro saluto a tutti
Roberto Bruno
Pubblicata da: Corrado Modica il 11-12-2011 19:59 in Comunicati

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