«Volontariato, perché dico basta»

«Volontariato, perché dico basta» PORTOPALO - «Dal momento che non venivano rimborsate al mio datore di lavoro le giornate che perdevo per fare il volontario, durante gli sbarchi, per non perdere il lavoro ho deciso di non dare la mia disponibilità come volontario di protezione civile». Corrado Lupo, uno dei volontari più operativi del Gruppo comunale di Protezione Civile, ha deciso di gettare la spugna. «Non potevo mettere a repentaglio il mio lavoro. – afferma – Purtroppo, le cose che altrove sembrano facili qui diventano complicate. Dal Comune ci hanno sempre detto di avere a cuore le sorti del volontariato, in molte occasioni si è sottolineato l'impegno dei volontari, a partire dalla protezione civile. Poi, però, quando c'era da assicurare le garanzie per proseguire in questo ruolo, garantendo ai datori di lavoro il recupero delle giornate lavorative, con conseguente rimborso, tutto si arenava e dal Comune giungevano le accuse più assurde. E quindi ho detto basta.

Adesso faccio il volontario nel tempo libero». Corrado Lupo, considerato in questi anni come uno dei componenti più disponibili del volontariato locale, si dice amareggiato e prevede difficoltà per il gruppo di protezione civile. «La questione del centro di accoglienza immediata è rimasta sospesa, non si capiscono i tempi di realizzazione e molti, anche tra i volontari, hanno equivocato sulla funzionalità di questa struttura. Inoltre, si considerano i componenti della protezione civile solo per le emergenze post-sbarchi. E questo è un altro errore che viene compiuto da chi sta al Comune».

SERGIO TACCONE
Fonte: LaSicilia.it il 10-06-2008 - Categoria: Cronaca

Lascia il tuo commento
Cerca su PachinoGlobale.net