Volontari ed extracomunitari: solidarietà e pallone. «Abbiamo gridato tutti: forza azzurri...»

PORTOPALO - Terra di frontiera, principale punto d'approdo per gli immigrati che, sbarcando all'estremo lembo sudorientale di Sicilia, cominciano a sperare in un futuro migliore. Uomini e donne, in qualche occasione anche bambini, giunti dopo aver effettuato un viaggio nell'insidioso Canale di Sicilia e il cui primo contatto con la terraferma è rappresentato dall'area portuale portopalese, punto più a sud di Tunisi.

Da qualche mese a questa parte il fenomeno sbarchi si è incrementato ma la macchina dei soccorsi e della prima accoglienza a Portopalo ha sempre funzionato grazie ad un dispositivo che, lo abbiamo detto più volte anche a rischio di cadere nella monotonia, funziona ed anche molto bene. Gran parte del merito è di un gruppo di volontari (Protezione civile e Misericordia) che collabora con le forze dell' ordine dopo l'arrivo dei migranti.

Le facce, quelle dei volontari, sono sempre le solite, ormai da anni. Sai che su di loro puoi sempre fare affidamento. Giorno o notte, non c'è alcuna differenza. Francesco Campisi (citiamo un caso, senza nulla togliere agli altri) è l'autista del gruppo comunale di protezione civile. È un produttore agricolo, nel suo lavoro la fatica è una componente primaria. Ma non manca mai quando c'è da prestare assistenza. Nell'ultimo sbarco, con gli immigrati ospitati temporaneamente in un edificio scolastico, sembrava di essere allo stadio con i migranti, tutti nord-africani, pronti a gridare «Italia, Italia», in vista della finale dei Mondiali di stasera.

Una volontaria gli ha fatto intonare persino una strofa dell'inno di Mameli. «Ti accorgi dell'importanza di questo servizio quando vedi sorridere queste persone, che arrivano già molto stanchi e provati dopo la traversata in mare», afferma Peppe Giardina, altro volontario di lungo corso con tanta esperienza acquisita sul campo. Nel 1980 prese parte tra l'altro alla squadra di soccorso che da Portopalo partì alla volta dell'Irpinia, colpita dal terremoto, per consegnare derrate alimentari e vestiti raccolta dalla comunità locale.

«Il volontariato, mettersi a disposizione di chi si trova in difficoltà, è un valore molto sentito dalle nostre parti, è nel nostro dna – aggiunge Peppe Giardina - anche se è necessario un incremento del numero di soggetti disponibili in occasione degli sbarchi, visto che alla fine siamo sempre i soliti ad intervenire e spesso dopo giornate estenuanti di lavoro. Ma dare un aiuto in queste circostanze è molto bello. I piccoli gesti, anche offrire una caramella ad un migrante e vedere il sorriso nelle sue labbra, ti dà l'esatta percezione che quello che fai è importante, utile».

«Il volontariato qui scaturisce da un'organizzazione avviata a giugno del 1999. – afferma il sindaco Fernando Cammisuli – Qui tra i volontari ci sono anche consiglieri e amministratori comunali. Accoglienza e spirito di servizio sono valori ben radicati a Portopalo. Purtroppo c'è una cronica carenza di fondi, mancano mezzi e divise. Speriamo che dalla Regione e dalla Prefettura di Siracusa arrivino segnali in questa direzione».

SERGIO TACCONE
Fonte: LaSicilia.it il 09-07-2006 - Categoria: Cronaca

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