Venticinque anni e li dimostra - La storia del PC compie un quarto di secolo

Venticinque anni e li dimostra - La storia del PC compie un quarto di secolo di Vittorio Pasteris

Forse non ci avrete fatto caso in questo agosto vacanziero, ma lo strumento elettronico multifunzionale che state utilizzando per visualizzare questa pagina web, il vostro PC tanto per essere più chiari, compie il 12 agosto 2006 i 25 anni della sua storia.

Descrivere l’anagrafe degli oggetti tecnologici non è sempre semplice: non esistono atti di nascita ufficiali, ma è oramai conclamato che la partenza dell’ “era PC” data il 12 agosto 1981 quando a New York all’hotel Waldorf-Astoria i vertici di IBM convocarono per una conferenza stampa per un centinaio di giornalisti in cui presentò il primo IBM PC.

Il nome in codice vero del primo PC IBM era 5150. Si trattava di un computer con una potenza che oggi fa sorridere ma significativa per quei tempi. Si basava su un processore Intel 8088 con clock a 4,77 MHz, aveva a bordo 16K di Ram, due floppy disk, e una scheda video CGA. Il tutto pesava ben 14 chilogrammi.

Sono passati 25 anni, un tempo enorme per un settore che corre velocissimo come l’information technology. Quando nacque il PC di IBM Larry Page e Sergey Brin, i due creatori multimilionari di Google, sgambettavano felici con soli 8 anni e non pensavano cosa fosse un motore di ricerca multifunzionale; Linus Torvalds, padre di Linux, era un fanciullo finlandese di 12 anni; Internet era uno strumento molto giovane decisamente primitivo che veniva utilizzato da pochi adepti.

Il contesto iniziale degli utilizzatori di computer si è allargato a dismisura. Nell’inizio degli anni ’80 gli addetti ai lavori avevano un approccio hobbistico e pionieristico all’utilizzo dello strumento tale che dire “mi faccio il computer” aveva un senso letterale nel senso di “mi compro i pezzi e mi costruisco un computer”. Oggi grazie a sistemi operativi sempre più facili da utilizzare è molto più semplice “dominare la macchina informatica” e saperla utilizzare è condizione necessaria per qualsiasi tipo di mestiere. Un Personal Computer per tutti non è uno slogan politico ma una realtà.

I PC sono diventati centinaia di milioni ed occupano un ruolo e uno spazio oramai consueto negli uffici e nelle abitazioni o ci accompagnano nella versione portatile in tutto quello che facciamo. E’ cambiato lo scenario del business: costruire un PC non è più remunerativo in occidente e infatti buona parte dei costruttori di hardware si trovano in oriente. Un segno dei tempi è proprio il fatto che la stessa IBM abbia venduto la sua divisione PC al colosso cinese Lenovo che continua la storia del prodotto nato 25 anni fa. Molti dei produttori di computer di 25 anni fa sono scomparsi o hanno fortemente differenziato la loro produzione come nel caso di Apple e Hewlett-Packard. La competizione si è spostata prima sul software e ora sulla connettività e sui servizi in rete. Il mercato negli ultimi anni sta privilegiando il computer portatile al buon vecchio personal da scrivania oltre alla diffusione crescente dei palmari e se vogliamo dei cellulari sempre più minicomputer da taschino.

Ma ritorniamo alla storia ricordando tre momenti. Siamo sempre a New York man nell’autunno del 1965: Olivetti presenta la mitica Programma 101, la cosiddetta “Perottina” in onore del suo progettista Pier Giorgio Perotto .

La Perottina è considerata il primo personal computer ante litteram dato che, pur con le limitazioni tecniche del tempo, fu il primo caso di calcolatore elettronico pensato per essere utilizzato da un singolo utente. Il successo della Programma 101 fu straordinario per quei tempi, decine di migliaia di ordini soprattutto da oltre oceano. L’Olivetti non scelse però di investire strategicamente con forza nell’elettronica , lo fece poi negli anni ’80, e purtroppo sappiamo come è andata a finire.

Corriamo ora nello spazio e nel tempo sulla West Coast americana una decina di anni dopo. Siamo a Cupertino agli inizi del 1977, in piena Silicon Valley quella zona vicino a San Francisco cresciuta fra grandi università, figli dei fiori, creatività al potere, ma anche venture capitalist e geni del business. Il geniale ed eccentrico Steve Wozniak e il carismatico Steve Jobs, nato per fare affari, hanno appena traslocato la sede della loro azienda dallo storico garage dove fu fondata la Apple a un posto un po’ meno alternativo. Dopo qualche mese uscirà l’Apple II il primo computer pensato per una produzione industriale dato che i predecessori, lo stesso Apple I erano praticamente scatole di montaggio o kit da assemblare da parte dei potenziali utilizzatori. Apple II fu un enorme successo commerciale creando da zero il mercato dei “computer personali”.

Alla fine degli anni ’70 l’IBM non era una azienda di informatica, era “l’Azienda dell’informatica” un colosso che faceva il bello e cattivo tempo nel settore dettando leggi e standard. Tutti si aspettavano le sue mosse per capire se il personal computer era una cosa “seria”, occorreva la sua presenza per inserirlo nel mainstream ufficiale. IBM si mosse con la dovuta calma con qualche progetto senza grossa convinzione e con ancor meno successo.

Ma alla metà del 1980 i boss di “Big Blue” riuniti nella sede di Armonk decisero che occorreva darsi una mossa: Apple e altri stavano facendo fatturati e utili importanti vendendo sempre maggiori quantità di computer personali. Bill Love, che gestiva un laboratorio a Boca Raton in Florida, fu delegato di creare una task force in grado di realizzare in tempi brevi il progetto del PC IBM. A capo del gruppo di progettisti Don Estridge che decise di gestire internamente la parte hardware, mancava invece il sistema operativo. Il più conosciuto in quel periodo era il CP/M prodotto dalla Digital Research con a capo Gary Kildall. Gli uomini IBM si rivolsero a Kildall che riuscì a perdere l’occasione della vita dato che respinse le offerte dell’azienda di Armonk.

IBM pensò allora di contattare la Microsoft che era stata fondata nel 1975 ad Albuquerque da Bill Gates e Paul Allen, che era diventata famosa per il suo interprete Basic e si era trasferita a Bellevue. I fondatori di Microsoft fiutarono invece al volo l’occasione. Il problema era che però non disponevano di un sistema operativo adatto. La soluzione fu di acquistare chiavi in mano per 75 mila dollari il QDOS dal programmatore Tim Paterson, rivederlo e adattarlo alle esigenze di IBM e trasformalo nel DOS. Fu firmato un contratto di licenza che permetteva a Microsoft di rivendere il DOS indipendentemente da IBM . Da quel momento nasce la scalata imprenditoriale di Bill Gates, divenuto in pochi l’uomo più ricco del pianeta.
Fonte: LaStampa.it il 14-08-2006 - Categoria: Cronaca

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