Urne quasi ignorate

PACHINO - Record negativo di votanti per il referendum confermativo. Su 23.004 aventi diritto al voto hanno votato solo 1426 persone, pari al 6,2 %, di cui 759 uomini e 667 donne. La sezione dove si è votato di meno è stata la numero 10 con solo 31 preferenze espresse, pari al 3,66%. La consultazione referendaria dei giorni scorsi si è rivelata dunque un vero flop, nonostante la macchina organizzativa alquanto costosa, sia stata messa in moto lo stesso. Che la giornata non fosse tale da far segnare il record alle urne lo si era capito sin dalle prime battute. Pochissimi i manifesti affissi negli appositi spazi elettorali, nessun comizio, disinformazione massima. In questo clima nella giornata referendaria di domenica alle 12 nella sezione n°24 aveva votato un solo cittadino, e la percentuale complessiva di votanti generale sempre alle 12 aveva fatto segnare uno risicato 0,88%. Un esordio dunque non certo esaltante per il primo referendum di natura confermativa (i referendum fino ad oggi indetti hanno avuto tutti natura abrogativa) in Sicilia chiesto da alcuni partiti minori del centrosinistra. Molto tecnico il testo proposto agli elettori, e sono stati tanti i cittadini che hanno rinunciato al loro diritto di scelta perché non conoscevano l'argomento per cui si votava. Eppure la questione non era di poco conto. Il referendum infatti verteva sull'approvazione della normativa elettorale che prevede lo sbarramento al 5% per i partiti. In sostanza le forze politiche che non hanno un'alta percentuale di elettori rischiano di non avere alcuna rappresentanza negli organi istituzionali.

A Pachino comunque, in controtendenza con il resto della regione, hanno vinto i No con 685 voti mentre i Si hanno riportato 647 consensi. Il referendum in questione non aveva un quorum di validità, per cui il risultato conseguito sarà valido a tutti gli effetti. Tra coloro che si sono recati nei seggi, veramente pochi erano coloro che avevano le idee chiare e molti pensavano che il quesito referendario riguardasse la procreazione assistita. A Pachino dunque la politica ha scelto di concentrarsi sulle vicende locali piuttosto che su quelle di più ampio spettro. A tenere banco è infatti la grave crisi politica dalla quale la città non riesce ad uscire. Il fine settimana appena trascorso è stato fitto di incontri interlocutori tra i vari esponenti politici in vista della riunione di ieri sera indetta dal primo cittadino. Già venerdì scorso un incontro simile era saltato a seguito della mancata presenza di tutti gli interessati. In contemporanea all'incontro indetto da Barone era previsto un altro vertice in casa An. Obiettivo del partito di Fini è quello di verificare la volontà degli iscritti di mantenere l'appoggio alla giunta che al momento conta due esponenti amministrativi nelle persone di Rotta e Mandalà. Una verifica, quella avviata da An, di rilevante peso politico dato che il gruppo consiliare di destra ha avuto un ruolo non indifferente nella mancata sfiducia al presidente del consiglio Nicastro, tradendo così le aspettative della coalizione di governo. Secondo indiscrezioni a rischio sarebbe la poltrona dell'assessore Mandalà, che potrebbe rimanere vittima di una lotta fratricida interna, mentre nel caso in cui An dovesse passare all'opposizione, potrebbero esserci alcuni esponenti pronti a dichiararsi indipendenti pur di continuare l'esperienza amministrativa a fianco di Barone. Intanto il sindaco ha chiesto all'assessore Capodicasa le dimissioni, per cui l'atteso avvicendamento con Savarino potrebbe esserci già oggi. Infine l'ex consigliere Dipietro ha dichiarato di non aspirare ad alcuna carica amministrativa con l'attuale amministrazione.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 17-05-2005 - Categoria: Cronaca

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