Un video della FLAI cgile sulla schiavitù in agricoltura

Ci sono i crocicchi di lavoratori che aspettano di essere reclutati e i caporali che fanno il giro per le campagne con i furgoni. C’e’ il rumeno pagato 10 euro al giorno, tenuto per mesi a latte e patate e ricattato perchè senza permesso. Ci sono le donne costrette a lavorare 15 ore al giorno “se no, non ci richiamano” e i fatiscenti casolari di campagna dove abitano i clandestini. In un filmato di 25 minuti girato in 6 province della Sicilia, la Flai Cgil regionale ha voluto documentare come lo sfruttamento del lavoro agricolo sia nell’isola una realtà diffusa e come questo sconfini spesso nella schiavitù. Il lavoro, realizzato per conto del sindacato dal regista Enzo Rizzo, rientra nell’ambito della campagna contro la schiavitù in agricoltura che la Flai conduce da oltre un anno. “Secondo le nostre stime- ha detto Salvatore Lo Balbo, segretario generale della Flai siciliana, le giornate di lavoro evase sono in Sicilia 13 milioni. Lo sfruttamento riguarda anche lavoratori italiani, senza contratto e sottopagati. Riteniamo però che nelle campagne dell’isola siano impegnati almeno 25 mila nuovi schiavi, provenienti dal Maghreb e dall’est europeo, che non godono di fatto di diritti civili, lavorano per poche decine di euro dall’alba al tramonto, nella totale insicurezza del domani, facendo una vita da cani”.

Gli imprenditori ripresi nel filmato naturalmente negano, addebitando le voci di scontento dei lavoratori a una presunta rivalità religiosa tra cattolici e musulmani. Nel documentario c’e’ lo sconforto del tunisino che non può neanche rimandare i figli indietro perchè non parlano l’arabo, essendo nati in Italia dove però non potranno avere la cittadinanza prima dei 18 anni. E c’e’ l’evidente difficoltà del sindacalista, in questo caso Peppe Scifo, segretario della Flai di Vittoria, ad entrare e far parlare i lavoratori delle aziende più grandi . “Abbiamo trovato rassegnazione ma anche rabbia nelle campagne”, ha detto Enzo Rizzo. “Ci auguriamo- ha sottolineato Lo Balbo- che il disegno di legge del governo di centro sinistra diventi presto legge, che il caporalato venga riconosciuto come reato e chi denuncia premiato col premesso di soggiorno temporaneo”. Già, le denunce. Poche per timore di ritorsioni. Anche se , come dice Lo Balbo, “alle forze dell’ordine basterebbe andare a controllare ciò che in realtà è noto a tutti, fatti e luoghi”. Frattanto alcuni consigli comunali della Sicilia, Pachino il primo, stanno varando ordini del giorno per chiedere l’approvazione rapida della legge contro lo sfruttamento.
Fonte: Isolapossibile.it il 23-02-2007 - Categoria: Cronaca

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