Un referendum senza quorum

ROMA - Quorum lontanissimo per il referendum sulla fecondazione assistita, con i seggi che si sono chiusi alle 15: l'affluenza totale in Italia è del 25,9%, circa 12 milioni i cittadini che sono andati a votare. Nelle giornate di ieri e di oggi, in Sicilia si è recato alle urne solo il 15,8% degli aventi diritto al voto. Il dato siciliano è tra i più bassi in Italia, ma sostanzialmente in linea con quello del resto del meridione. La provincia dove si è recata a votare la percentuale più bassa di cittadini è Caltanissetta (12,6%); quella dove si è votato di più la provincia di Siracusa (17,4%). A Palermo si è recato a votare il 16,5% degli elettori, a Messina il 15,97%

Il ministro per gli Affari regionali La Loggia non esclude comunque che la legge 40 sia modificata in Parlamento se, dopo un periodo di sperimentazione, risultassero necessari correttivi. Il dato di affluenza alle urne delle 22 si attestava a quota 18,6%, a troppa distanza da quel 35 per cento che - secondo gli esperti - poteva consentire di sperare nel quorum.

«Ha vinto la vita e ha vinto la ragione. Quello di oggi è un risultato in cui ho creduto e per il quale mi sono fortemente impegnato». Il presidente della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro, esprime la propria soddisfazione per l'esito del referendum sulla procreazione assistita. «Prima ancora che nell'esito delle urne - spiega - ho confidato, però, nella bontà e nella fondatezza delle ragioni morali, giuridiche e scientifiche poste a base della scelta astensionista: a queste ragioni tutti devono, oggi, piegarsi, riconoscendo in esse i tratti di un consapevole e radicato patrimonio ideale al quale la grandissima maggioranza del popolo italiano continua a riferirsi nell'affrontare questioni tanto delicate come quelle sulla difesa della vita sin dal suo concepimento».

Cuffaro auspica «una approfondita e silente riflessione allo schieramento di centrosinistra che, al netto di qualche lodevole ed autorevole eccezione, ha colto un'impareggiabile occasione per segnare la propria distanza dalla gente». «Mi piace, infine, sottolineare - conclude il presidente della Regione - che in Sicilia la scelta per l'astensione è stata ancora più condivisa che in altre regioni e questa circostanza non può che accrescere in me l'orgoglio di rappresentare i siciliani».

Esulta anche il presidente dell'Assembra regionale siciliana, Guido Lo Porto: «E' stata una manifestazione massiccia di adesione a una legge equilibrata che permette l'uso del progresso scientifico, ma ne impedisce gli eccessi. Male hanno fatto i leader politici con i loro eccessi verbali, manifestando in un senso o in un altro il proprio voto, perché si tratta di materia che andava affidata solamente all'intimità della propria coscienza. Una vittoria di valori inalienabili, una sconfitta per il progressismo di maniera che ha trascinato dietro i rottami di un laicismo superato».

Secondo il presidente dell'associazione Meter, don Fortunato Di Noto, «oggi si è verificato uno spartiacque epocale e storico, da non sottovalutare. Non è arretrata nessuna concezione della vita, si è confermato un dato: sulla vita non si può giocare politicamente, culturalmente e ideologicamente. Il rispetto e la tutela di quei riccioli di cellule (che è vita umana) non si può cancellare: è nel dna delle persone. Passi allora il grazie a tutti coloro che con responsabilità, con coerenza, senza oppio di religione e droghe varie, hanno fatto sì di non far passare logiche lontane dal sentire comune, che non è soggetto a nessuna politica e a nessuna ideologia». «Ora - conclude - c'è ancora molto da fare; anche di migliorare la legge 40, ma dentro il più alto valore democratico e civile, il Parlamento con l'ausilio della scienza e soprattutto di questo sentire comune, che ama la vita fin dal suo concepimento».
Fonte: LaSicilia.it il 13-06-2005 - Categoria: Cronaca

Lascia il tuo commento
Cerca su PachinoGlobale.net