Un piano che blocca lo sviluppo

Un piano che blocca lo sviluppo PACHINO - Il piano paesaggistico come un mostro a sette teste, capace di bloccare lo sviluppo agricolo-industriale della zona ma anche di frenare, dal punto di vista turistico, il territorio locale, negli ultimi anni in forte espansione. È questa la definizione affibbiata alle norme di tutela che sono state elaborate dalla soprintendenza ai beni culturali e che saranno sottoposte ai comuni per le valutazioni e le osservazioni, prima di entrare in vigore. Ma le conseguenze negative di quella che, a parere di tutti, è una tutela che sembra essere eccessiva ed addirittura in contrasto con le esigenze del territorio, rischiano di verificarsi sin dal momento della pubblicazione, prima dell'approvazione in via definitiva, dato che i vincoli risultano immediatamente applicabili. Il rischio concreto è di trovarsi nella assoluta impossibilità di costruire insediamenti produttivi, lidi turistici, aree attrezzate. Moli e semplici banchine galleggianti, ma anche di dover convertire in coltivazioni biologiche gli impianti serricoli di alcune zone oggi rientranti nel territorio di produzione Igp. «Se le norme sono quelle che vengono descritte, -ha affermato il sindaco di Pachino Paolo Bonaiuto- reagiremo con tutte le nostre forze. Siamo al paradosso di non poter installare neppure un cartellone pubblicitario a Marzamemi.

Siamo certamente d'accordo sulla necessità di tutelare il centro storico del borgo, ma non si può pensare neppure lontanamente di bloccare lo sviluppo di aree che non hanno nulla di turistico o di storico creando degli intralci e dei freni che non sono affatto utili al nostro territorio vocato allo sviluppo turistico ed alle più moderne attività agricole». L'assessore provinciale al territorio ed ambiente Giuseppe Poidomani butta acqua sul fuoco. «Ci sarà tempo per le osservazioni e le modifiche del caso. Approfondiremo con i comuni e le realtà produttive la questione». Da parte di alcuni imprenditori locali inoltre si evidenzia il fatto che non si tiene conto delle sospensive, accordate dal Tar sulle zone Sic e Zps e sui vincoli ormai scaduti e demoliti dalle numerose sentenze che hanno eliminato alcune tutele ambientali. Oggi si rendono addirittura più restrittive le norme paralizzando così ogni possibilità di sviluppo. Si preannuncia dunque battaglia a Pachino, dato che non c'è affatto voglia di accettare dall'alto imposizioni non condivise e non condivisibili che andrebbero, inevitabilmente, ad incidere sui piani regolatori e particolareggiati.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 06-01-2011 - Categoria: Politica

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