Un campo solare per il futuro dell'energia

PRIOLO - Il progetto «Archimede», nella centrale elettrica di Marina di Priolo sarà avviato nel mese di gennaio prossimo. In quell'occasione, per la posa della prima pietra del progetto, per il quale è previsto un investimento di 50 milioni di euro, arriveranno a Priolo sicuramente Paolo Scaroni, amministratore delegato dell'Enel, e Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica e presidente dell'Enea, mentre tra le varie personalità che dovrebbero essere presenti si parla addirittura del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il progetto «Archimede», che nasce dalla collaborazione Enel ed Enea, merita la presenza di così alte personalità, in quanto si tratta della prima applicazione, a livelo mondiale, di integrazione tra ciclo combinato a gas, qual è quello della centrale elettrica di Marina di Priolo, e un impianto solare termodinamico, basato su una tecnologia fortemente innovativa, elaborata dall'Enea.
Da Priolo, con questa sperimentazione, partirà il futuro mondiale della produzione di energia elettrica pulita. Infatti, in questo caso, non sarà il solito olio combustile a mettere in marcia le turbine della centrale, ma sarà la perssione del vapore acqueo, prodotto con l'energia solare, a muovere le stesse turbine.

Su un'area di circa 200 mila metri quadrati, che equivale a quella occupata da dieci campi di calcio e che si trova attorno al sito della centrale di Marina di Priolo, verrà realizzato il campo solare, costituito da 360 specchi, chiamati collettori parabolici, capaci di catturare l'energia solare che andrà a riscaldare, fino al raggiungimento di 550 gradi centigradi, una miscela composta da un nuovo fluido a base di sali. Il raffredamento di questa miscela di sali, quindi, produrrà vapore acqueo ad alta pressione che, convogliato nelle turbine consentirà la produzione di energia elettrica.
Con questo metodo si avrà un risparmio di oltre 12 mila tonnellate di petrolio all'anno e minori emissioni di anidride carbonica per 40 mila tonnellare all'anno. Al presidente di Legambiente Ermete Realacci, ieri l'altro, mentre si trovava a Siracusa è stato indicato il luogo dove verrà realizzato il progetto «Archimede». «E' un passo positivo - ha detto Realacci - in quanto questa è la direzione giusta per arrivare ad un serio impegno sull'utilizzo delle fonti rinnovabili, ma c'è molto da fare».

Paolo Mangiafico
Fonte: LaSicilia.it il 24-11-2003 - Categoria: Cronaca

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Nei mesi passati Carlo Rubbia, nobel per la fisica, diceva che in Sicilia, con l'insolazione esistente, con una superficie di 50 kmq, si potrebbe rifornire di'energia elettrica tutta l'Italia. E' questa la frontiera da esplorare. Altro che impianti d'energia eolica ad elevato impatto ambientale e che vorrebbero costruire sulle nostre coste.Ecco perchè bisognerebbe ripensare ad una politica di produzione d'energia che sia ecocompatibile ma anche relativamente a basso costo. Il sole che abbiamo possiamo catturarlo in tanti di quei posti sperduti e desolati della Sicilia da poter rifornire l'Italia e rivendere il surplus prodotto. Eppure constatiamo come sia sempre in agguato la speculazione di bassa lega che permette lo sfruttamento di altre risorse ambientali, non si sa a che pro (vedi recenti notizie di riprese di trivellazione). Eccome se non è distratta e indifferente l'opinione pubblica, si potrebbe pure dire che è in coma. Il dibattito sull'opportunità o meno di far cambiare rotta nella produzione di energia non riesce mai a decollare. Ci sono delle fiammate, nei referendum sul nucleare, quando ci si scopre al buio per un'intera giornata, ma non si riesce mai a sviluppare correttamente una corrente di pensiero che tenga nel dovuto conto le possibilità di modernizzazione e di salvaguardia ambientale. Le auto potrebbero andare a idrogeno già da un bel pezzo, ma finchè le grandi industrie automobilistiche non sfrutteranno al massimo le proprie linee di produzione industriale ci dovremo sorbire i gas di scarico di benzina e diesel per molti anni ancora. Lo stesso vale per le centrali elettriche. Mah, certo che la modernità ha e deve avere un prezzo, a volte, però, sembra troppo alto. T.B.
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ARCHIMEDE


Bella notizia non c'è che dire. Archimede anche ha distanza di 2209 anni dalla sua morte -avvenuta per mano di un soldato romano nel 212 a.C.- fà notizia. E alla sua memoria ed intelligenza vengono intitolati i grandi progetti innovativi che interessano la nostra terra, per lo sfruttamento dell'energia solare. Che, guarda caso, ha nella nostro territorio del Pachino, il massimo grado di esposizione di solarizzazione isolana a scala e nazionale. Come anche un altro dato allettante e storicamente confutato, recentemente anche in un libro del Geom. Poeta dialettale, critico e scrittore di Pachino, ma vive a Siracusa, Corrado Di Pietro, che lo intitola significativamente: "Il Paese del vento"(compratelo e un bel libro). Il progetto di Siracusa se pur innovativo sotto il profilo della scelta energetica propulsiva principale che è il solare, avrebbe potuto fare ancora un altro passo significativo. Cioè integrare l'impianto con la ideazione ( ma non è detto che non possa costituire un modulo aggiuntivo)e la realizzazione di un grande "DISSALATORE" . Che grandi vantaggi appoterebbe al polo industriale siracusano. Come si sà questi impianti( dissalatori) hanno bisogno grandi quantità di energia per funzionare. Non ha caso quello dell'altro polo chimico, che funziona da molti anni, è un modulo collegato alla centrale elettrica di Gela. Recentemente, però, con sistemi innovativi e sofisticati sono stati messi a punto sistemi elettronici di sfruttamento delle energie per la realizzazione di DISSALATORI che funzionano sfruttando al massimo le energie eoliche e solari. Ecco perche oggi con grande soddisfazione possiamo affermare che anche nella nostra area(area vasta con gli altri comuni) si può perorare -come ha già fatto il webmaster di questo sito inserendo un apposito sondaggio- la costruzione di un dissalatore che sfrutti le caratteristiche principali delle condizioni geomofologiche geofisiche(magari si trovasse un po di gas) e ambientali del nostro amato Promontorio.
E' inutile ricordare le condizioni generali del nostro problema idrico sia in agricoltura che per uso umano ed urbano.

Si ricorda che il riutilizzo delle acque reflue è possibile. Ma l'utilizzo è strettamente consentito per uso irriguo e per l'agricoltura. Altra cosa è l'uso umano che richiede processi e metodi diversi e molto più dispendiosi a livello di energia da impiegare. Ma se si punta all'energie disponibili si possono realizzare impianti per risolvere in futuro ambedue i problemi.


Dall'alto delle trivelle di San Paolo e Bufalefi. Cordiali Saluti Spiros