Tutti o quasi nel Progetto Pachino

Tutti o quasi nel Progetto Pachino PACHINO - A quattro mesi dalle amministrative, in programma sabato 6 e domenica 7 giugno, viene lanciato il «Progetto Pachino». Ovvero, un piano che guarda alle larghe intese, comprendendo elementi di tutte le aree politiche, con l'aggiunta di pezzi della cosiddetta società civile. Il progetto lascia l'anominato di un sito internet per diventare la piattaforma programmatica di una coalizione per le prossime amministrative. In questo progetto rientrerebbe anche il gruppo di Città Etica ed un'area riconducibile all'ex sindaco Sebastiano Barone. «Progetto Pachino – scrivono nel sito gli autori, al momento non identificati - è innanzitutto un'idea. L'idea che a Pachino, come in tante altre realtà del nostro territorio siciliano, esista un gruppo di persone, che, con serietà e impegno, si mettono a disposizione di un interesse generale. L'interesse per il bene comune che, in considerazione delle degenerazioni partitiche alle quali tutti assistiamo, prevalga sulle appartenenze personali». Nelle intenzioni dei promotori non c'è avversione verso i partiti ma la conoscenza della situazione politica e amministrativa pachinese. «Progetto Pachino», dunque, si configurerebbe come un'entità politica e civica, in grado di superare la dicotomia destra-sinistra, sviluppata attorno ad un punto: la consapevolezza che è necessario coinvolgere il maggior numero di persone serie che si rendano disponibili a predisporre un progetto amministrativo, relativamente alle questioni più urgenti del nostro comune.

Tra le esigenze evidenziate rientrano la riorganizzazione degli uffici comunali e la capacità di avere un comune in grado di reperire finanziamenti regionali e comunitari. Indiscrezioni bene accreditate, parlano di riunioni già svolte per fare avanzare questo progetto. Due i nomi su cui si potrebbe puntare: quello dell'ex vicesindaco Rotta, che si porterebbe dietro una larga parte di An, contando sull'appoggio dei vertici siracusani di An, e Antonino Nicastro, già presidente del consiglio comunale. Rotta è pronto a raccogliere la sfida, con o senza l'appoggio ufficiale del partito a cui appartiene. Per esponenti vicini ad Alleanza Nazionale, l'ipotesi Rotta va portata avanti. Alcuni militanti, infatti, sostengono che «An in passato ha avallato soluzioni che mettevano al centro personaggi lontani anni luce dal partito, quindi ben venga l'ipotesi Rotta che di An è una colonna portante a Pachino». Il «Progetto Pachino» ha già il placet di esponenti del Pd (Turi Borgh e Giancarlo Barone), mentre sembra più tiepido il gradimento di Turi Pintaldi. Critiche sono arrivate da Michelangelo Blandizzi.

SERGIO TACCONE
Fonte: LaSicilia.it il 05-02-2009 - Categoria: Politica

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Complimenti al giornalista che, come sempre, riesce a stuzzicare la curiosità dei lettori!
Certo ad una lettura approfondita, soprattutto dei più appassionati e fedeli visitatori di questo sito, appaiono chiari i riferimenti circa taluni commenti, e quindi dei loro autori, sul fantomatico “Progetto Pachino”.

A tal riguardo mi sovvengono alcuni interrogativi che pongo direttamente all’attenzione di Salvatore borgh, storico esponente politico ed istituzionale che gode del mio rispetto, circa la posizione da lui assunta relativamente a questa vicenda.

Dalla lettura incrociata dei commenti alle notizie proposte da questo sito e dell’articolo di cui all’oggetto, non riesco a capire che ruolo svolge o intende svolgere Borgh nella formazione o creazione o promozione di questa nuova idea di concepire la politica.
Mentre, da una parte, si conferma l’apertura di un tavolo di confronto programmatico già ben avviato (con due riunioni) che coinvolge diverse persone (dal quale si evince anche la sua partecipazione) e si cerca di dare un contenuto, una bozza, al contenitore “Progetto Pachino” con tanto di enucleazione dei principi e finalità che esso si prefiggerebbe, dall’altra parte, invece ci si è limitato ad indicare il placet personale all’iniziativa.
Insomma se da una parte sembra coinvolto personalmente dall’altro sembra solo un osservatore (esterno) interessato.
Nel primo caso verrebbe spontaneo dedurre quindi un certo legame tra questo nuovo gruppo anche con il partito di riferimento di Borgh, il PD. Evento questo che sembra essere confermato, parzialmente, nell’articolo di Taccone con il supporto di un altro importante fautore del Partito Democratico, Barone.
Tuttavia quello che mi convince a propendere per la prima ipotesi è proprio un commento di Borgh nel quale compiacendosi del successo di persone che ha caratterizzato le prime riunioni di questo nuovo gruppo, si augura che la medesima strada venga intrapresa anche dal partito di appartenenza.
Quello che io davo per scontato, in pratica, non lo è per nulla!
Il che, ovviamente, mi lascia perplesso.
Dato che questa idea aspirerebbe a diventare un’entità politica e civica, che immagino, si proponga all’elettorato, mi porta a pensare che le strade fra borgh ed il PD si sono divise e , nel caso in cui ciò non sia avvenuto, mi chiedo cosa succederà se le due parti non si uniscono in matrimonio? Borgh da quale parte starà?

Ovviamente è interesse di ogni cittadino che voglia contribuire seriemente alla rinascita del proprio paese sapere con chiarezza gli intenti di tutti gli attori politici che si accingono ad amministrare la cosa pubblica!così da poter sfruttare il proprio voto con maggiore convinzione e consapevolezza!
Avendo conosciuto Borgh e sicuro della sua sincerità e lealtà intellettuale e non solo, sono certo sappia chiarire i dubbi da me palesati.
La stessa cosa dicasi per il Dott. Barone che a quanto pare naviga nella stessa direzione e al quale vorrei chiedere se non sembra inopportuno o contrario agli obiettivi statutari dell’associazione Città Etica la possibilità, da parte di quest’ultima, di scendere nella contesa politica.

Concludo dicendo che tutto ciò mi e sembrato dovuto non per fare alcuna polemica, ma come spunto al fine di chiarire lo scenario politico che incomincia a farsi piuttosto confusionario ai miei occhi
Vedo che altri -come il sottoscritto- non sono stati ammessi a far parte del novero delle sedicenti “persone perbene” che si vanno riunendo da qualche settimana, per dar vita, finalmente, alla “buona politica”.

Persone che si vedrebbero -per l’appunto- “a titolo personale” (cioè, ribadisco, per il sol fatto di essere “persone”, “individui” o, se vuoi, filosoficamente, “monadi”), ammettendo al conviviale però solo gli “eletti”, “i perbene”, quasi i “catari” (nel senso di “puri”).

Così essi stessi si vanno autodefinendo in giro per uffici tecnici ed altri contesti, giusto per marcare la differenza con quelli che, per contrappasso e secondo loro, non lo sarebbero (o lo sarebbero meno) “perbene” ed “onesti”.

Precostituiti così un’aura, un “cerchio magico”, un “recinto sacrale”, si è passati alla fase di “espansione” -si fa per dire- per cooptazione di “persone-altrettanto-perbene” e di spocchiosa “differenziazione” da quelli che, nel cerchio, non ci devono stare, con i rituali di cui parlerò fra breve.

Naturalmente, come accade in questi casi ed in una città come la nostra, è capitato anche a me di sapere dell’invito di alcuni fra i miei buoni amici ai quali, ovviamente, ho chiesto quale fosse il criterio di questa pseudo-apocalittica distinzione fra pecorelle e capri.

Come intuivo, una risposta seria non l’ho avuta.
O -meglio- la risposta è già in buona parte di quello che si fa in simili riunioni ed in quello che hanno fatto tanti di quelli che oggi ne fanno parte.
Bastino, ad esempio, una rapida carrellata dei personaggi e la “coerenza” con la quale viene portato avanti il metodo dell’aggregazione -per l’appunto- per “monadi” unicellulari.

Si riuniscono in tali contesti, infatti, fra gli altri, ex assessori (anche aspiranti mezzo-milionari) comunali e provinciali, ex vicesindaci, ex revisori dei conti, ex presidenti e vicepresidenti del consiglio comunale, ex consiglieri comunali, ex segretari di partito (tutti, rigorosamente, degli “ultimi quindici anni” e, al tempo, sempre rigorosamente, “della società civile”); e pare ci sia pure un ex sindaco, sicché ti chiedi -oltre che se, per caso, si riuniscano in 54 ovvero, secondo altre scuole di pensiero, in 45- quale forza diabolica e luciferina abbia potuto mai tenere divisa fino ad oggi tutta questa brava gente indefessa, così pronta adesso “ad uscire fuori dalle logiche dei partiti”, impedendo loro di immolarsi come un sol uomo sull’altare del bene comune.

“Uscire fuori dalle logiche dei partiti”, è ovvio, così per dire: le cronache narrano, invero, di seminteri direttivi dei predetti partiti, confluenti in forze comitivistiche alle assise e di altri (stavolta interi partiti) in via di scioglimento se non proprio defunti, con tanto di reggenze -ed autoreggenti- al seguito.
Sono cose così: “creato il cerchio magico” e messa in moto la macumba, il ritornello propiziatore da ripetere (“il bene della città”, “la crisi finanziaria”, le “larghe intese” fra i nostri eroi), hai voglia di fargli capire che, appunto, poi si finisce col cadere –fra l’altro- anche in simili contraddizioni.

E, siccome si rendono conto che è possibilissimo che questi discorsi possano annoiare lettori ed elettori, eccoli evocare -neanche troppo originalmente- l’idea del “laboratorio politico” che, stando alle discussioni che si fanno ed alle prospettive politiche che vanno lì maturando, assomiglia molto di più al kit del piccolo chimico.

O -se si vuole, tanto per rimanere nel tema di ciò di cui si parla davvero in quelle sedi- assomiglia ad una rateale seduta spiritica, nella quale gli “eletti” –dove il termine è indicativo anche dell’essere stati fatti oggetto di passate scelte dell’elettorato- non mancano mai di evocare un unico demone politico sul quale far ricadere tutte le colpe della storia (come ammesso proprio uno di quelli, fra di loro, che però si vanta -non appena è “fuori”- di aver difeso il “fantasma”).

Quanto, comunque, via sia di “politico”, di “propositivo”, di “unitivo” e di “nobile” in questo stendere giaculatorie esorcistiche e propiziatorie contro una forza politica in vista delle elezioni, lo lascio al giudizio di chi ci legge.

Certo però che se sono davvero convinti che con questo strepitare di “magicabula” o con la logica del capro espiatorio si risolveranno d’incanto i problemi di Pachino, stiamo freschi: vedremo se, l’indomani delle elezioni, dovendo pagare gli stipendi degli operai della Dusty o dovendo ingegnarsi per trovare qualche finanziamento, basterà loro sedersi con le mani giunte ….attorno al tavolo della giunta, muniti di scrittura automatica, ad evocare qualche altro “nume” da maledire o da invocare.

Ammesso e non concesso, ovviamente, che dopo restino tutti uniti e, prima ancora, ammesso e non concesso che si presentino e vincano tutti assieme.

Appare infatti abbastanza chiaro che, aldilà dell’operazione d’immagine, siamo di fronte all’ennesimo caso d’incapacità di far funzionare i partiti e di consolidarli come forma di partecipazione alla politica del nostro Comune e, nel contempo, come realtà nelle quali portare fuori dal Comune le istanze del nostro territorio.

O, se vogliamo, siamo di fronte all’ennesima esasperazione del personalismo (individuale o di gruppo, poco importa) verso il quale, da anni, sta declinando l’azione dei soggetti attivi in politica, specie in presenza di conflittualità croniche (o anche solo latenti) all’interno degli stessi partiti che ci si rifiuta di voler comporre con il compromesso in una linea condivisa, ovvero con lo strumento -traumatico ma dal sapore assai democratico- del voto su una delle linee confliggenti.

Penso al PD, ma potrei -ahimè- benissimo riferirmi al nascente PdL o, per alcuni soggetti, all’MPA, se non proprio ad un già visto (oggi “latente”, ma già clamorosamente sbandierato) UDC.

Se non è chiaro, infatti, il ruolo dei partiti (o, meglio, dei pezzi di partiti) che stanno confluendo in questo “Progetto Pachino”, resta sul terreno un punto interrogativo enorme sull’intera operazione: cosa potrebbe accadere dopo? A quali referenti ci si rivolgerà per chiedere aiuto (e cosa si risponderà a questi stessi referenti quando chiederanno ai loro corifei di adottare soluzioni od iniziative ostili a quelle ai pezzi degli altri partiti del “progetto”)?

Ed ancora, tenuto conto che proprio la tanto sbandierata partecipazione “personale” presuppone la “personalità” dei rapporti politici: cosa ci dice che soggetti che ieri -politicamente ma anche ben oltre la politica- se le sono date di santa ragione, e oggi si trovano a discutere assieme in questo contenitore, non tornino a confliggere in nome dei vecchi rancori?

Non sembra proprio che lo scenario futuro che qui sto paventando -sin dalle premesse di coalizione “per andare contro” che animano molti di questi soggetti- sia così dissimile da alcuni degli scenari già visti della politica pachinese.

Fuor di metafora e venendo al caso serio della politica, credo ci voglia ben altro rispetto a quanto si va apparecchiando.

Che debba essere aperto un confronto (preceduto da uno studio) sulle cause dei tanti problemi che affliggono l’amministrazione di questo nostro Comune.

Che ci si debba chiedere, ad esempio, se il prolungato deficit che assilla e soffoca le casse comunali non sia il frutto di fattori -se non di ben precise scelte- strutturali piuttosto che di semplici episodi (ovvero in quale misura degli uni e degli altri assieme).

E, tanto per sgomberare il campo da un argomento pre-politico, se davvero sia possibile e realistico (oltre che utile) parlare di una gestione commissariale prolungata -fosse anche quella di un “commissario politico”- per salvare la nostra Città.

Non trascurando un tema del quale nessuno vuole far cenno (neanche dove si straparla), quello evocato da due funeste parole che, solo pochi (e voglio riconoscerne il coraggio a Barbara Fronterrè ed a pochi altri) si mettono in bocca: dissesto finanziario.

Sarà, dunque, opportuno riprendere altrove il discorso.

Sebastiano Mallia
Avevo già scritto un commento in mattinata ma devo aver sbagliato nel loggarmi ed è andato perduto, per cui tenterò di ricostruire ciò che ho scritto di mattina. Poco male tuttavia perché la cosa mi consente anche di dare un parere sul commento di Sebastiano Mallia.
Innanzitutto ringrazio l’ottimo commento di Marco Caruso e la domanda che mi pone (speravo proprio che qualcuno sollevasse la questione) ovvero quella che di seguito riporto: “se non sembra inopportuno o contrario agli obiettivi statutari dell’associazione Città Etica la possibilità, da parte di quest’ultima, di scendere nella contesa politica.
A dir la verità ho appreso solo dalla lettura del giornale La Sicilia del 5/2 u.s. che (cito testualmente): “In questo progetto (inteso Progetto Pachino) rientrerebbe anche il gruppo di Città Etica”, ed inoltre che, in quanto esponente del P.D. avrei dato il mio placet.
Io, lo ammetto, sono colpevole di aver partecipato ad una riunione di quello che in questi giorni e da più parti viene, per l’appunto, definito Progetto Pachino, ma siccome su questa mia partecipazione non ho rilasciato dichiarazioni o interviste pubbliche, l’indiscrezione giornalistica va presa per quella che è, una non notizia.
Mi si consenta a questo proposito un intercalare.
La politica Pechinese soffre moltissimo di questo modo di far girare le informazioni. Ci si affida come a delle verità incontrovertibili. E’ la politica dei “si dice” e basta passare un quarto d’ora nella tribuna politica sotto gli alberi della piazza (sconsiglio vivamente una più lunga frequentazione perché la cosa può innescare un fenomeno di dipendenza) per sentirne di tutti i colori su alleanze nate e morte, su impegni del tizio o del caio, su chi come quando e dove si candida ecc. ecc.
I “si dice” non hanno bisogno di basarsi su conoscenze reali, va bene anche la fantasia.
Così, ahimè, non dovrebbe essere per l’informazione giornalistica, anche se comprendo che i giornalisti fanno il loro mestiere, ma forse qualche condizionale in meno (sembrerebbe, parrebbe) e qualche richiesta di conferma o smentita in più potrebbe migliorare il clima politico sempre troppo supponente e rissoso a beneficio di maggiore trasparenza e, perché no, cordialità.
Ciò detto voglio tornare all’ottima domanda di Marco Caruso e a Città Etica.
Come abbastanza noto a molti parliamo di un’associazione la quale (come tutte le associazioni regolarmente costituite) basa le sue decisioni sulla volontà assembleare. Al riguardo posso solo dire che, allo stato dei fatti e stante la sostanziale “novità” del progetto di cui si parla, l’assemblea di Città Etica non ha ancora avviato nessuna discussione al riguardo né e detto che lo farà, così come non mi sento di escluderlo.
Voglio però chiarire, riguardo alla possibilità di “scendere nella contesa politica” che lo scopo statutario dell’associazione non esclude questa possibilità.
Per essere più chiari riporto di seguito cosa prevede l’art.4 del nostro statuto, nel quale si legge che fra gli scopi dell’associazione c’è quello di “…sviluppare il concetto di “laboratorio politico”, inteso come luogo di incontro tra l’osservazione e l’analisi dei fatti sociali, politici ed amministrativi al fine di evidenziare e denunciare fenomeni di illegalità e malcostume.
Scopo dell'associazione è altresì servire la collettività attraverso un’azione pedagogica mirante a contrastare il crescente distacco tra cittadini da una parte e politica ed istituzioni dall’altra e a promuovere la ricerca del bene comune avendo riguardo delle fasce più deboli della collettività.
Come si vede l’eventualità di “scendere in campo” non solo non è esplicitamente esclusa ma forse, in determinate condizioni, diventa anche opportuna.
Città Etica ha escluso, al suo nascere, di volersi presentare quale ennesima lista civica in primo luogo per non aggiungersi al delirio di liste civiche nate (quali meri e vuoti contenitori di voti) esclusivamente per partecipare ad accordi elettorali finalizzati alla gestione del potere. Voglio ricordare che questa tendenza (delle liste civiche) ha raggiunto il suo picco in occasione dell’ultima campagna elettorale e che, anche da questo, è scaturita la totale ingovernabilità (basta citare l’assurdo fenomeno dell’assessore come “espressione” di 2 o addirittura un solo consigliere della lista x o y).
Nel Progetto Pachino (per quel che ho finora visto) si parla di Laboratorio Politico, così come cominciano a parlarne altri uomini, politici e non, (alcuni dei quali addirittura ne rivendicano la primogenitura) e la cosa non può non piacere a Città Etica che ne parla dalla sua nascita e l’ha inserito nel nome e nello statuto.
Inoltre si parla di elaborare un programma politico per la governabilità partendo non già dai soliti accordi che devono faticosamente rispettare equilibri di forza ed esigenze “di spartizione” e che portano inevitabilmente alle cadute dei “castelli di carta” non appena “non si rispettano i patti”, ma partendo invece dalle persone e dall’impegno di queste all’osservanza di regole. La qual cosa mi consente di ricordare che, anche in questo caso, Città Etica ritrova uno dei motivi fondanti della sua azione. Le regole altro non possono essere che la sottoscrizione e l’osservanza di un codice di comportamento che investe l’impegno che ognuno si andrà ad assumere.
Noi abbiamo proposto già tre anni fa il Codice Etico.
I detrattori, come si usa nella Pachino dei “si dice”, ci hanno accusato in questi anni di volerci ergere a giudici ed a moralizzatori volendo distinguere “i buoni dai cattivi” (cosa molto simile alle critiche che oggi si rivolgono al Progetto Pachino) ma è un’accusa strumentale che si smonta da sola perché non abbiamo mai sostenuto di voler dare la patente di buoni o di cattivi a chicchessia. Semmai abbiamo sempre chiesto un preciso impegno a fare politica in modo decente e secondo regole di correttezza e trasparenza. Che ci azzecca con questo voler fare i giudici è una cosa che non ho mai compreso.
Quindi ribadisco che Città Etica non ha assunto, ad oggi, alcun impegno a scendere in campo e, semmai lo farà, sarà l’assemblea degli associati a decidere.
Però ci fa piacere constatare che altri pachinesi (e parecchi uomini politici) condividono quel che abbiamo già anticipato qualche anno fa.
In merito alla mia possibile difficoltà, in qualità di aderente al P.D., qualora questo non dovesse aderire al Progetto Pachino, non ne vedo alcuna.
Per l’appunto sono un mero aderente del P.D. e, non ricoprendo incarichi dirigenziali, credo di poter partecipare “a titolo personale” a qualunque iniziativa.
Cosa farà il P.D. è cosa che deciderà l’Ufficio Politico e l’assemblea del circolo territoriale di Pachino.
Sul lungo commento di Sebastiano Mallia, confesso di trovarmi un pò a disagio nell’esprime qualcosa.
Il rischio (molto concreto) è di essere interpretato in senso polemico che non rientra in nessun modo fra le mie intenzioni.
Voglio solo far presente a Sebastiano che (forse) si può esprimere discontinuità con un recente passato del quale tutti (nessuno escluso) siamo colpevoli semplicemente scegliendo di “vedere le carte” prima di partire all’attacco e di voler coltivare almeno un piccolo dubbio sulla bontà o meno delle intenzioni degli altri.
A questo proposito l’unica cosa emersa con estrema chiarezza nell’incontro al quale ho partecipato e che bisogna estendere l’invito a quante più persone possibili. Nessuno escluso.

Cordialmente

Giancarlo Barone
"....A tal riguardo mi sovvengono alcuni interrogativi che pongo direttamente all’attenzione di Salvatore borgh, storico esponente politico ed istituzionale che gode del mio rispetto, circa la posizione da lui assunta relativamente a questa vicenda....."

eccomi qua.

in questo commento rispondo soltanto a quanto detto da marco. relativamente all'altro intervento, quello di sebastiano, sto ancora cercando di capire cosa egli voglia dire e sto mettendo in ordine le questioni da lui poste. Dopo di ciò, contando fino a 10, cercherò di articolare una risposta.

e torniamo alle domande di marco, che ringrazio per l'apprezzamento e per le sue parole.

"...............non riesco a capire che ruolo svolge o intende svolgere Borgh nella formazione o creazione o promozione di questa nuova idea di concepire la politica.....Insomma se da una parte sembra coinvolto personalmente dall’altro sembra solo un osservatore (esterno) interessato"

Io sono uno dei tanti che, a seguito di contatti, discussioni, incontri e dibattiti tra persone, ha contribuito a formare e promuovere questa nuova idea politica. Uno come gli altri che hanno partecipato, uno in mezzo a diverse decine di persone, che si sono già occupate di politica oppure no, determinate a costruire un progetto amministrativo innovativo.
Quindi sono coinvolto e non mi ritengo un osservatore, bensì un attore di questo processo.

quanto al coinvolgimento del PD, io, e lo ripeto, mi auguro che anche il partito democratico accetti questa novità politica di ampio respiro che si propone per il governo della città.

".............cosa succederà se le due parti non si uniscono in matrimonio? Borgh da quale parte starà?........."

io starò dalla parte di questo progetto. Fino ad oggi mi sono tenuto, volutamente, fuori dalle beghe di partito proprio per evitare tali ambiguità. Non ho alcun ruolo all'interno del PD e quindi non ho obblighi di mandato.
Ribadisco che desidererei che il progetto di cui si parla sia condiviso dal maggior numero possibile di persone, PD compreso, tuttavia, siccome non ho voglia nè faccia di nascondermi e, quando è necessario, bisogna assumersi le proprie responsabilità, credo sia importante dire che per me, in questa fase soprattutto, il progetto pachino o come si chiamerà, ha la priorità.

Comprendo la dichiarazione di confusione di marco, ma, spero mi perdonerà, io gli rispondo che adesso, almeno per me, lo scenario è molto nitido.

Tuttavia in politica si è sempre detto "mai dire mai" e a pachino, laboratorio politico da sempre e a tutto tondo, questa è una verità da inserire nel gonfalone comunale.

Non ho mai letto gli interventi di marco in modo polemico e gli rinnovo i personali e sinceri saluti.

I quali, saluti, of course, sono estesi a tutti i lettori di questo sito.
E veniamo al commento più salato di questa notizia.
Prima di esaminare, ammesso che io riesca, le questioni che ritengo sebastiano ponga, devo premettere che trovo il tono che lui ha usato, eccessivo, fuori dalle righe, totalmente viziato da un chiaro pregiudizio.
Potrei ammettere le sue considerazioni se venissero espresse al termine di un lungo confronto, all'interno del quale si siano sviluppate e chiarite le diverse posizioni in gioco. Non mi sembra normale, invece, che sebastiano mallia si esprima in tal guisa, come se stesse reagendo ad una vera e propria accusa nei suoi confronti, o dei suoi alleati. Non è necessario dichiarare che non è, assolutamente, così. Tuttavia, io parto dal presupposto che ciò che egli esprime sia ciò che egli stesso pensa, allo stesso modo gradirei essere trattato. Thanks.

e cominciamo con le questioni che, io, nella lettura del suo commento, ho creduto di rilevare:

1° questione: l'esclusione.
a parte l'eccessiva acrimonia con cui si denuncia tale esclusione non ho alcun problema a dire che semmai dovrei essere io a fare simile osservazione, e mi spiego meglio.
Per spiegarmi meglio, faccio pure quache passo indietro e torno al periodo luglio-agosto-settembre, quando le riunioni tra i famosi 11 (undici) dell'opposizione si susseguivano in continuazione, nonostante il caldo del periodo. Uno degli argomenti, sempre, evidenziati, era: ma come è bello riuscire a condurre, con relativa armonia, le riunioni tra i consiglieri dell'opposizione, e i partiti e gruppi da essi rappresentati. Dico con relativa armonia per dire che i confronti, anche scontri, si verificavano comunque, ma alla fine prevaleva la consapevolezza che bisognava tenere la barra dritta per arrivare allo stesso obiettivo.
Tale argomento aveva affascinato molti di noi, proprio perchè si vedeva come un gruppo di persone, di estrazione politica eterogenea, riuscisse ad autogovernarsi e mantenere una linea quasi retta. fatto che per gli standard pachinesi non è proprio scontato. In tali riunioni venne fuori come tale esperienza potesse essere ripetuta, nobilitandola negli obiettivi e nelle finalità, per la costruzione di un progetto amministrativo che potesse esprimere, appunto, una squadra di governo efficiente, pur nelle diversità, e duratura. quasi una chimera per pachino, ma che in quei mesi si vedeva realizzata.
Le cronache politiche parlano di una fase iniziale di attendismo, di coinvolgimento degli undici che, in vari modi, si opposero al ricorso dell'ex sindaco ma che sostanzialmente non riuscivano a concretizzare quell'idea che si era appalesata nei mesi pre-sfiducia.
A cosa si è assistito negli ultimi tempi ? alla formazione di uno schieramento nel quale si rivedevano il centrodestra istituzionale e alcune liste civiche, rinascita e map in testa. E' stato formato un coordinamento del quale faceva parte, se non erro, anche il dotto estensore del commento in discussione.
A questo punto, sembrava che già il discorso degli undici, quello di ragionare sulle persone, di cercare di mettere insieme persone che si riconoscessero reciprocamente e tentassero di avviare un ragionamento politico innovativo, diverso, e proprio per questo forse più efficace, fosse stato letteralmente buttato nel dimenticatoio.
Si cancellavano di botto mesi e anni di lotte feroci, e si rimettevano insieme persone che, letteralmente, nella passata amministrazione hanno più volte tentato di prendersi a legnate, con tanto di presunte denunce, querele e compagnia dicendo.
Dire adesso che c'è stata un'esclusione di chicchessia non è solo sbagliato, è diabolico. Ma la verità è verità e non si può nascondere per troppo tempo.
Tutti coloro che partecipano a questo progetto lo fanno perchè credono in questa impostazione e non hanno inteso escludere nessuno. Ci ritroviamo, tutti, a prescindere dalle proprie originarie convinzioni partitiche, a condividere un percorso di inclusione, semmai. E se qualcuno non c'è è perchè si è autoescluso. Tanto è vero che ribadiamo che il progetto è aperto alla città e a chi vuole dare un contributo nell'ottica che tutti insieme ci siamo dati, senza nessuno che si può ergere al di sopra degli altri, senza nessuno che può pretendere di avere più degli altri.
In questo progetto ci siamo persone di destra e di sinistra che condividiamo un percorso che ci deve portare ad esprimere soluzioni forti e reali per i problemi della nostra città.
Nei giorni scorsi, alcuni, molti, hanno espresso gradimento per questa soluzione amministrativa. E quando lo hanno fatto sono stati bene accolti e partecipano attivamente alla riuscita del progetto.
Forse Rinascita condivide ? gradiremmo conoscerne l'opinione, almeno io.
Oppure, sebastiano, parli come pasquale aliffi che in una parte della stessa proposizione dice che lui da sempre ha parlato di larghe intese, di laboratorio politico, che lui si meraviglia perchè non è stato coinvolto e alla fine della stessa proposizione dichiara che il laboratorio politico di cui non fa parte non è valido ? Io rispetto le posizioni di rinascita che ha deciso di schierarsi in una coalizione con un candidato sindaco già stabilito e con una squadra già quasi fatta, non la condivido, ma non la denigro. Mi aspetterei maggiore correttezza per chi non vuole seguirvi in tale circostanza.

“.............Uscire fuori dalle logiche dei partiti”, è ovvio, così per dire: le cronache narrano, invero, di seminteri direttivi dei predetti partiti, confluenti in forze comitivistiche alle assise e di altri (stavolta interi partiti) in via di scioglimento se non proprio defunti, con tanto di reggenze -ed autoreggenti- al seguito.........."

all'inizio ho detto di acrimonia, ma qui, direi, si è sconfinato nel cattivo gusto. capisco la rabbia e quant'altro, però, cerchiamo di mantenere un contegno.

2° questione: le motivazioni.
"..........come mai persone che prima non stavano insieme adesso....quale forza diabolica e luciferina abbia potuto mai tenere divisa fino ad oggi tutta questa brava gente indefessa, così pronta adesso “ad uscire fuori dalle logiche dei partiti”, impedendo loro di immolarsi come un sol uomo sull’altare del bene comune....."

siccome mi piacciono i proverbi e le metafore, permettimi di esclamare: "u ' voi 'ca rici curnutu o sceccu !!! "

ma come: da una forza che fa eleggere sindaco (elections 2006) l'avversario di pochi anni prima, a suo tempo denigrato in pubblica piazza come un pericolo per la città (elections 1999), che adesso si allea con quello messo alla gogna nel giugno 2006, con tanto di alti presbiteri come alleati, non mi sarei mai aspettato una simile osservazione !!!! Cioè, detto in poche parole, da chi è stato alleato di tutti e avversario di tutti, non è consentito ricevere tali rimproveri. Non sono accettabili. Rimango dell'idea che se si discute si trovano punti di convergenza e di contatto, ma rimago pure dell'idea che denigrare gli altri sol perchè non si trovino al tuo fianco sia squalificante.


3° questione: tono denigratorio
"........che, stando alle discussioni che si fanno ed alle prospettive politiche che vanno lì maturando, assomiglia molto di più al kit del piccolo chimico..........."

ribadisco quanto appena detto, se si dissente si faccia, per favore, su argomentazioni valide ed entrando nel merito delle stesse. Simili definizioni del lavoro altrui non mi sembrano consone al dibattito politico.
Anche perchè non riesco a trovare un gioco analogo da contrapporre: il piccolo pasticciere ? il gioco dell'oca ? il piccolo mago ?


4° questione: il lavoro contro
".........Quanto, comunque, via sia di “politico”, di “propositivo”, di “unitivo” e di “nobile” in questo stendere giaculatorie esorcistiche e propiziatorie contro una forza politica in vista delle elezioni, lo lascio al giudizio di chi ci legge......."

e qua, la sovrapposizione di toni e argomenti con quanto esprime Pasquale Aliffi è stupefacente. anzi colgo l'occasione per dare una risposta a due domande. Ma qui nessuno vuole lavorare contro nessuno.
Il lavoro di questo tavolo politico, programmatico e amministrativo vive di vita propria. Si nutre delle proprie ragioni e dire che si lavora soltanto contro un'altro è pura presunzione. In vista delle elezioni si sta tentando di mettere su una coalizione che esiste in quanto tale e con le motivazioni già espresse. Pensare che si faccia per fare un dispetto a qualcuno è pura mania di persecuzione che invito tutti a raffreddare.


5° questione: il programma e la coalizione
"...........Certo però che se sono davvero convinti che con questo strepitare di “magicabula” o con la logica del capro espiatorio si risolveranno d’incanto i problemi di Pachino, stiamo freschi: vedremo se, l’indomani delle elezioni, dovendo pagare gli stipendi degli operai della Dusty o dovendo ingegnarsi per trovare qualche finanziamento, basterà loro sedersi con le mani giunte …."

ma perchè insisti ? la coalizione è già spiegata. il programma lo stiamo elaborando, attraverso un processo di analisi e di individuazioni delle soluzioni, o ritieni che le capacità di amministrare siano soltanto di una parte ? Ma perchè agli operai della Dusty hai spiegato come mai si trovano in simili condizioni ? Non c'entra nulla, forse, un recente sindaco che ha fatto di tutto per sbarellare tutto quel sistema ? magari un sindaco da voi proposto e difeso ? (è chiaro che lo stesso sindaco, anche se solo per tre mesi e mezzo, l'ho difeso anch'io ma non ho la faccia tosta di citare una categoria che soffre soprattutto degli errori che qualcun altro ha fatto)

"..........Ammesso e non concesso, ovviamente, che dopo restino tutti uniti e, prima ancora, ammesso e non concesso che si presentino e vincano tutti assieme............"

ah, ma su questo ammetto la tua superiorità, mi potrai dare lezioni da questo punto di vista, soprattutto sul restare uniti.


6° questione: i partiti non funzionano.
l'incapacità di far funzionare i partiti è un problema culturale di tutta la città e nessuno se ne può tirare fuori. Non basta dire di essere una lista civica per pensare di essere immuni da responsabilità. Ognuno di noi ne ha, in proporzione, tanto quanta gli altri. Frase già detta un miliardo di volte: ogni città ha la classe politica che merita. E questo è un concetto a tutto tondo che non risparmia nessuno. Non risparmia i partiti stessi, non risparmia le associazioni, non risparmia le liste civiche, non risparmia le famiglie, non risparmia la scuola, non risparmia la chiesa (molto in silenzio ultimamente), non risparmia, ovviamente, i cittadini, soprattutto coloro i quali si ritengono esseri pensanti.
L'analisi dell'esasperazione del personalismo, la condivido pienamente, ma non capisco che c'ha azzecca con questa idea di progetto poltico innovativo che, evidentemente, tanto irrita alcuni vecchi protagonisti della vita politica pachinese.
Quell'esasperazione esiste a prescindere dal fatto di trovarsi dentro o fuori un entità partitica. Come la storia recente ci ha dimostrato.
Quanto alle altre domande poste, relativamente a quale referenti ci si potrà rivolgere nel prossimo futuro, a parte la semplice risposta che vorrebbe ribaltare la domanda e dire ma perchè fino adesso come avete fatto ?, e a parte la evidente impostazione guerrafondaia di chi pensa: o sei con me o sei contro di me, di campisiana memoria, io ritengo che se un'amministrazione comunale, comunque essa sia composta, se riuscirà ad elaborare soluzioni amministrative valide per la città di pachino, troverà porte sempre aperte a roma, a palermo e a siracusa. Altrimenti bisognerebbe ammettere di vivere all'interno di un sistema simile alla giungla e di cannibalesco tenore. E francamente, ciò non mi risulta. Io credo ancora nelle istituzioni, e credo che su esse bisogna fare affidamento.

7° questione: le personalità
"...............cosa ci dice che soggetti che ieri -politicamente ma anche ben oltre la politica- se le sono date di santa ragione, e oggi si trovano a discutere assieme in questo contenitore, non tornino a confliggere in nome dei vecchi rancori?..........."
a me non risulta ci siano situazioni simili, sarebbe meglio evitare di esprimersi in tal modo se non esistono corrispondenze reali. Nello specifico posso dire che sicuramente io sono stato avversario di Emanuele Rotta nel momento in cui, io segretario DS e lui esponente di AN prima da amministratore e poi da consigliere comunale ci siamo confrontati. E dico confrontati perchè il nostro è sempre stato un confronto civile e corretto, che non è mai andato oltre il limite consentito. Tant'è che oggi, ci troviamo a condividere questo progetto proprio perchè riteniamo entrambi di poter superare le nostre originarie diversità e metterci a disposizione di un progetto nel quale crediamo.
E lo scenario futuro paventato, di una coalizione che "vuole lavorare per" è molto diverso dagli scenari già visti della politica pachinese, molto diverso.

Le questioni che, inoltre, tira in ballo sebastiano mallia, attengono anche alle cause del dissesto, ma per parlare di ciò dovremmo dilungarci troppo. Già credo che questo commento sarà considerato molto fastidioso dalla maggior parte dei lettori di pachinoglobale e ne condivido il fastidio.

Ma ciò che ho letto, ciò che dichiara sebastiano, mi ha molto meravigliato e mi ha suscitato un forte moto di reazione che ho esplicitato, sicuramente in malo modo, nella mia risposta.

credo che sull'argomento torneremo un pò tutti, in vari modi. L'unica cosa che mi sento di chiedere è di mettere da parte i toni eccessivi, quelli di manie di persecuzione, di denigrazione dell'altro e di entrare, invece, nel merito delle discussioni.

Chissà che parlando, parlando non tornino fuori le convergenze e non le divergenze.

sudati saluti
Non so perché lo scritto di Sebastiano Mallia sia stato così diffusamente incompreso. Eppure, egli ci dice cose semplici, alcune altamente condivisibili, forse solo un po’ offuscate da una retorica tesa, e complessa. Personalmente, non credo ai proclami di rinnovamento che utilizzano i termini “persone perbene” o persone “serie e pulite”. Le persone perbene, serie e pulite, saranno anche tra i nostri avversari politici. E’ bene ricordarlo, perché questa città ha visto troppe vendette consumate dagli uffici pubblici, troppe campagne elettorali giocate con i linguaggi dell’insulto, e dell’attacco personale. In questa città, oggi, non è possibile sentirsi a priori tra i buoni, e mettere i cattivi tutti dall’altra parte: è una città che esce da una “guerra” durata anni, forse dovrà attraversarne altre, e le guerre portano sempre un rimescolamento delle cose, dei valori, dei destini. Questo, per quanto riguarda un tema fondamentale sollevato da Sebastiano Mallia. Il suo ragionamento poi, tocca i temi più deboli di ogni eventuale “laboratorio” o progetto politico che veda confluire forze anche molto diverse tra loro: ne viene sottolineata l’improbabilità (teorica e pratica); la conflittualità latente che rischierebbe di esplodere ad ogni momento; un certo velleitarismo, per cui si costruirebbe una sorta di armata Brancaleone, priva di raccordi con i centri istituzionali di distribuzione del denaro pubblico. Viene inoltre evidenziata l’ambiguità di movimenti che, mentre si dichiarano fuori delle logiche dei partiti, ci sono dentro con tutte le scarpe. Provo a dire la mia, senza assumere il ruolo dell’avvocato difensore di nessuno, ma solo per far comprendere come alcune logiche, alcune modalità di ragionamento politico che finora ci sono state comode e utili, si possono abbandonare, forse con qualche risultato per la città, se siamo capaci di affrontarne lealmente tutti i nodi. Dico anche, in premessa, che non si può chiedere a nessun processo in divenire, magari appena iniziato, di esprimere perfezione, assoluta capacità di definirsi e auto rappresentarsi. In questo senso, molte delle accuse che si possono fare a gruppi politici eterogenei, e cioè improbabilità, conflittualità, velleitarismo, si possono facilmente trasferire anche a più omogenee coalizioni, come ci dicono ogni giorno le cronache politiche nazionali e regionali.
Ciò detto, penso che, purtroppo, in questa città, oggi non è possibile che due coalizioni ben distinte, si presentino ciascuna con il proprio progetto e la propria identità politica ben definita, come vorrebbe un quadro “normale ” di contrapposizioni elettorali. Il centro destra ha probabilmente i numeri per vincere: siamo sicuri che abbia anche una classe dirigente, e un progetto degni di essere presentati ad una città sofferente? Sono spiacente, ma non è così’, non è questo il quadro che (fatte le debite eccezioni) è stato offerto alla città in questi anni. Per quanto riguarda il centro sinistra, la situazione è ancora peggiore. Non solo non ha consensi, ma si comporta come se li avesse, il che è una buona premessa per un funerale, (e non per un progetto), politico. E allora? E allora bisogna trarre dalle esperienze politiche ( e amministrative) di ogni gruppo, movimento o partito, le cose e le persone non dico migliori, ma “meno peggio” che sono state espresse in questi anni; bisogna parlare alla città tutta, anche in una miriade di piccoli discorsi pubblici, e chiedere a tanti di coinvolgersi, di mettersi in gioco, perché se la città è distrutta, certo, la colpa è della politica, ma anche e soprattutto dei troppi che sono stati a guardare, che in alcun modo hanno pensato che la città è nostra, è la nostra vita, e per le cose che ci appartengono- i figli, il lavoro, la città con le sue mura., le sue storie, la sua gente- ci si gioca, se non tutto, tanto.
Bisogna rivolgersi a tutti coloro, e specialmente ai giovani e alla generazione di mezzo, che nel lavoro, nello studio, nel privato, stanno portando avanti il discorso di una città moderna, che apprende, che rischia, che combatte. Il ricambio generazionale, la formazione di una nuova classe dirigente, devono diventare temi di discussione e obiettivi concreti, perché la “zombificazione” della politica, il suo carattere cadaverico e isolato, nasce anche dal riproporre esperienze di leadership che non hanno assolutamente più nulla da dire. E’ questo che sta tentando di fare il progetto politico di cui ci parlano persone come Borgh, Barone, Rotta, dalle pagine dei media? Non lo so, ma spero di si. Per me, l’efficacia, la buona fede di questo progetto, si misurano nella capacità che queste persone sapranno esprimere di abbandonare appartenenze, simbologie, riferimenti ideologici che possono essere importanti per gruppi e persone, ma non lo sono affatto per la comunità cittadina: la città, adesso, non ha bisogno di sventolii di bandiere ma di un’opera di risanamento amministrativo, di buone pratiche amministrative che non hanno colore ideologico, ma appartengono a una concezione della vita pubblica e dello stato moderna, “sana” perché avulsa dall’uso partigiano e clientelare della cosa pubblica, utile ai cittadini. Ognuno di noi è affezionato alla propria pelle: eppure, certe volte, e specie nelle grandi difficoltà della vita, bisogna morire un po’ per rinascere, abbandonare un po’ la strenua difesa dell’identità personale, abbattere confini, cercare le massime aperture all’altro, alle differenze, al dialogo. Mettere insieme tutti i partiti per tenerli al caldo, contro il gelo imperante dei consensi, per me, è un’operazione di basso profilo. Bisogna invece assumere la propria contraddizione come valore, e dire pubblicamente: si, siamo questi, siamo diversi tra noi, ma oggi per noi è più importante mettere mano alla catastrofe, assumerci una responsabilità verso la città, piuttosto che difendere quella storia personale, quella pelle, quell’identità che i nostri simboli raccontano. Per questo, accantonare i simboli ( e tutto il retaggio di meccanismi ammuffiti che essi portano) è un’ atto fondante per qualunque progetto che assuma l’apertura, il dialogo,la commistione di culture politiche diverse come propria caratteristica.
Chi si voglia ostinare a voler forzatamente riproporre le identità, i meccanismi, le abitudini dei partiti in un contesto innaturale, che sembra assumere il potere e non la collettività come obiettivo, ne decreta, a mio modesto parere, la morte politica, prima che elettorale. Se esiste un progetto che abbia queste caratteristiche, di onestà, di lealtà verso la propria storia e verso gli elettori, che sappia operare una selezione di classe dirigente per elaborare un programma di risanamento della città, questo è il miglior progetto che Pachino si possa attendersi, in questa fase della sua storia. Un’altra cosa vorrei evidenziare. Occorre finirla con il ragionamento per cui solo pezzi organici ai partiti possono vedere approvati progetti e drenare denaro pubblico: è un ragionamento che assume come scontata una corruzione del sistema pubblico di cui la Sicilia è esempio planetario e che dà come legale un fatto illegale: dare soldi agli amici degli amici. Inoltre, ho sufficiente pratica della politica per poter affermare che i sistemi di alleanze non sempre pagano: oggi, alla corte di re Raffaele Lombardo, forse avrebbe più fortuna un miserabile giullare di sinistra , per esempio, di un blasonato cavaliere dell’UDC. Certo, la rete di relazioni di ciascun candidato è un fatto fondamentale, ma non è che in automatico sbarcheranno a Pachino forzieri pieni d’oro. E’più importante una squadra di amministratori competenti che sappia anche formularli i progetti, oltre che farli viaggiare sui giusti binari istituzionali.
Infine: il nostro amico Sebastiano Mallia, ha evocato, senza nominarlo, il fantasma di Rinascita, movimento che ha presieduto, e a cui, ci suggerisce, sono addebitati ingiustamente tutti i mali della città. Premesso che tra gli esponenti di Rinascita ci sono persone che hanno la mia stima, e di cui apprezzo le qualità politiche; detto anche che non si può liquidare a priori un movimento che, negli anni, ha espresso un consenso autenticamente popolare, radicato nella pancia della città, vorrei però sapere alcune cose. Crede Rinascita di avere operato, sul piano delle pratiche politiche e amministrative, delle innovazioni, delle rotture di sistema? E’ troppo chiedere ad un movimento ciò che si chiede anche ai partiti, cioè di operare una lettura della propria storia, che non sia solo autodifesa e autocelebrazione, ma anche apprendimento dagli errori, se ce ne sono stati, rinnovamento e rigenerazione? Io, credo che ciò sia, invece, più che opportuno, e lo dico con stima e affetto anche nei confronti di Mallia. Nello scusarmi per la lunghezza di questa mia, saluto tutti e ringrazio Corrado Modica per l’opportunità di dibattito che ci offre.

Salvatore Borgh mi trova daccordo nella parte finale del suo ultimo commento. Mettere da parte i toni eccessivi e le denigrazioni. D'altronde sono anche usciti articoli giornalistici a mia firma dove inneggiavo alla pace politica per il bene del paese. Detta questa aspirazione condivisa, mi sembra normale che in campagna elettorale ci si debba comportare come in una partita di calcio dove è consentito il gioco maschio ma che al termine della partita ci si saluta, ci si stringe la mano e ci si scambia la maglietta. Nonostante la mia dichiarata fede politica a dritta, mi onoro di avere tanti amici nella politica sinistra pachinese con cui esiste una reciproca stima. Questo non mi frena dal dire quello che penso perché rispecchia quell’esempio di gioco maschio permesso in una campagna elettorale pur senza trascendere in denigrazioni.
Ripeto che mi sembra alquanto strano e mi puzza di bruciato che a queste riunioni non sia stato invitato il sottoscritto (che qualcuno vuole insistentemente come sindaco di Pachino ed io invece ho detto più volte che non mi interessa), non sia stato invitato Sebastiano Mallia (anch’egli nel passato ha dimostrato di avere qualcosa da dire, oltre ai voti che ha preso alle ultime provinciali), non sia stato invitato chi nell’ultima campagna elettorale per Sindaco di Pachino arrivò quasi a tagliare il traguardo. E’ evidente che in questo progetto Pachino si fanno discriminazioni per convenienza. E’ inutile dire è aperto a tutti se poi non si sa dove andare e, cosa più importante, non sei stato invitato da nessuno! Ripeto anche, per i lettori di questo sito, che questi incontri sono organizzati dagli amici della sinistra che vedono in questa strategia l’unica possibilità di prendere qualche assessorato qualora tale progetto risultasse vincitore alle elezioni. E DOPO?????? Finito l’entusiasmo iniziale verrebbero fuori le ideologie ed i modi di pensare diversi di tanti attori che sono coscienti del fatto che un’amministrazione ambigua ed incolore ha le gambe corte fuori da Pachino (vedi l'ultima amministrazione Comunale) in un periodo in cui ancora almeno per altri quattro anni avremo un’amministrazione provinciale, regione ed un Governo centrale di Centro Destra.
saluti riflessivi – Pasquale Aliffi
Vorrete scusarmi (Corrado Modica in primis), ma non posso rispondere a tutti in un solo commento, per questioni di tempo.

Lo farò a poco a poco, cominciando da Salvatore Borgh.

@ Turi Borgh

comincio col dire che nulla, nella tua ultima replica (la prima la considero… non espressa, sebbene .. espressa), mi urta o mi turba. Ma devo, io per primo, rilevare quanto evidentemente ho dato per scontato ma che, solo perché qui non è stato espresso, non è meno reale e fondato sui fatti: c’è stato –in queste vostre assemblee- più di un preambolo su Rinascita.

I toni di questi preamboli -lo riconosco- sono stati variegati: c’è stato chi ha detto espressamente (come Sebastiano Barone, il quale lo ha ribadito al nostro coordinatore di persona, con onestà politica ed intellettuale davanti alla quale mi scappello) che la sua partecipazione al vostro progetto è alternativa all’eventuale presenza di Rinascita; c’è chi non ne ha parlato, c’è chi invece si è spinto un po’ oltre –parlando di un movimento di gente “perbene” e, quindi, lasciando intendere che quelli “fuori” non lo fossero- con notizie un po’ ridicole (ma non meno pregne di significati penali) di progetti di manifesti segnaletici in stile far west con cui porre alla gogna le persone. Progetti abortiti, grazie a Dio ed al buon senso, ma che hanno proiettato una sensazione spiacevole ed urtante, l’unica che giustifica –credimi- la reazione della prima parte del mio commento. E non mi si venga a dire che simili prospettive non sono emerse: né è riprova quanto, dal 28 ottobre 2008, è scritto nero su bianco nella pagina del sito che (non credo sia una coincidenza) si chiama Progetto Pachino (“è maturata la consapevolezza che è necessario coinvolgere il maggior numero di persone sane e serie che si rendano disponibili a predisporre un progetto amministrativo”). Giustamente, insomma, caro Turi, chiedevi rispetto a Pasquale Aliffi da queste pagine: ma il rispetto, per pretenderlo, bisogna darlo, se no ci si espone alle repliche legittimamente stizzite di chi viene “puntato”.

Ciò mi permette di dire che, quindi, non è l’esclusione la causa dell’acrimonia, ma come si è inteso coniugarla in questi giorni: con toni in molti casi inaccettabili, sia pure camuffati da sorrisini a denti più o meno stretti.

Ma, visto che ne parli, è giusto fornire qui la nostra versione dei fatti che coincide, per la parte pre-sfiducia, con la tua. E coincide anche il dopo-sfiducia salvo che per un dato che non può essere trascurato: Rinascita ha scelto, dopo quindici anni di storia, di schierarsi, abbracciando il progetto che dovrebbe portare alla formazione del PdL.

Una scelta che ha provocato dolorose quanto discrete e delicate prese di distanza dal Movimento, ma sulla quale ci siamo voluti giocare tutto, a partire dalla nostra libertà di azione, tanto bistrattata e scambiata per opportunismo negli anni passati. E’ per questo, caro Turi, che non puoi certo rimproverarci di aver percorso una via “altra”(sebbene non incompatibile fino a qualche settimana fa) con quella dei cosiddetti undici: è dalla primavera del 2008 che siamo stati chiari sulla scelta del P.d.L..

Sarebbe paradossale, quindi, essere rimproverati per questo, dal momento che ci si rimproverava -fino a poco tempo fa- la cosa diametralmente opposta. E siccome, appunto perché definitiva, la scelta comportava -e comporta- prendere sul serio la formazione del nuovo soggetto politico, abbiamo continuato il cammino già avviato. Che, poi, altri -già organici al costituendo P.d.L. siccome organici da tempo ai due partiti fondatori- abbiano ritenuto di dover battere altre piste, è cosa che ci preoccupa ma solo, credimi, nella prospettiva dello stesso P.d.L..

Non so, peraltro, a cosa alludi quando ti riferisci al coordinamento fra partiti del centro destra e liste civiche del quale farei parte: se ti riferisci alla conferenza stampa in risposta alle dichiarazioni del consigliere provinciale pachinese dell’UDC, mi pare si salti a conclusioni un po’ affrettate. Era solo una conferenza stampa ed il nostro coordinatore non ha detto cose diverse da quelle che ora dico io. Se, invece, ti riferisci alla convocazione a mezzo stampa notificatami da Peppe Giliberto e Corrado Quartarone, posso solo dirti che essi –pur potendo avere facilmente il mio numero di telefono- non mi hanno chiamato, forse perché più affaccendati nel vostro progetto che in quello del P.d.L..

Quanto al fatto che si siano rimesse “insieme persone che, letteralmente, nella passata amministrazione hanno più volte tentato di prendersi a legnate, con tanto di presunte denunce, querele e compagnia dicendo”, visto che per mestiere mi occupo parecchio di queste ultime, non ho notizia che siano state ritirate in vista di improbabili (né da noi desiderati) “volemose bbene”….

Rispedisco al mittente, quindi, l’accusa di autoesclusione: non andiamo dove non siamo stati né invitati né, men che meno, dove abbiamo avuto sentore di essere indesiderati se non proprio rifiutati. Se poi -con la tua replica- hai inteso chiarire che siamo benvenuti, prendiamoci un po’ di tempo: che servirà principalmente a te, per verificare se siete davvero tutti d’accordo nel voler sapere -“di persona personalmente”, come direbbe Catarella- cosa ne pensa Rinascita.

Pensiero che mi pare sia emerso chiaramente da queste righe e da quello che ho detto subito dopo la mia “replica” alle malignità fluttuanti a cui mi riferivo: non si reagisce alla crisi dei partiti dando vita ad un soggetto trasversale ai partiti stessi, in cui non è chiaro se la partecipazione è a titolo personale o a titolo rappresentativo. E, quando dico “non si capisce” non lo dico con intento polemico: intendo dire che non è chiaro, almeno per me.

Ti ringrazio per il tuo “rispetto” verso “le posizioni di rinascita che ha deciso di schierarsi in una coalizione con un candidato sindaco già stabilito e con una squadra già quasi fatta”, ma mi permetto di osservare che il rispetto dovrebbe partire dalla corretta conoscenza della posizione di Rinascita, non da quella che si presume, da discorsi di piazza, essere la posizione di Rinascita.

E’ del tutto ovvio, inoltre, che (parlando di soggetti un tempo configgenti) io mi riferissi al piano ed al taglio, se non ho capito male, “personalistico” dato da voi stessi alla vostra iniziativa, tanto è vero che non ho fatto –perché non potevo, a costo di mancare così di rispetto all’iniziativa stessa ed alle sue premesse- una distinzione ideologica nè di partiti dicendo, ad esempio, che An non può stare col PD (anche se ciò può suonare politicamente strano).

Noi i personalismi li abbiamo subiti, mai fatti: ricordami, se non è così, qualche passaggio della campagna del 2006 nel quale il sottoscritto abbia denigrato o messo alla gogna quello che tu immagini essere il nostro futuro candidato: semmai ora ho voluto difendermi, rendendola prima di tutto pubblica, da una denigrazione (indiretta, ma non meno insidiosa) di altri; ed ho voluto farlo da par mio, evidenziando come certe “perimetrazioni” di chi è “perbene” non siano proprio l’ideale, in tutti i sensi.

Questo da l’idea di come sia fuori luogo (ma riconosco che hai pure tu il diritto di difendere con le unghie e con i denti le tue idee) l’accostamento ai guerrafondai “di campisiana memoria”: il nostro comportamento è sempre stato dettato solo da considerazioni politiche e quando, parlo per me, il mio nome (sia pure per relationem) è stato tirato in ballo in questo portale per provocazioni come quelle a cui ti riferisci, sono rimasto silente, ben sapendo dove si volesse andare a parare. Sono, infatti, convinto che fossero solo prolungate ed intollerabili perdite di tempo che non posso permettermi (e che, in generale, Pachino non poteva certo permettersi), mentre il fatto che stia qui –dopo aver meditato- a risponderti, credo possa dimostrarti che non appartengo (né appartiamo) a simili scuole di “pensiero”.

Ciò detto, prendo atto di quello che dici (“che non si vuole lavorare contro nessuno”), sperando di cuore che tutti i “tuoi” siano d’accordo con te.
Non penso sia corretto fare botta e risposta in continuazione. Aggiungo, ripetendomi, e di ciò me ne scuso, due considerazioni.
O forse tre.

Prima, non esiste nessun lavoro fatto "contro" qualcuno. Nè contro rinascita nè contro altri elementi. Ripeterlo continuamente assume il sapore del vittimismo, che non si confà a chi si ritiene vittima.
L'ho già detto, in risposta ad Aliffi e a Sebastiano. Lo ripeto adesso che sembra non convincervi ciò che ho detto prima. Io ritengo tutti voi in buona fede, mi aspetto medesima considerazione.

Seconda, in questo tavolo nessuno ha mai detto che poichè nel nostro ci sono persone serie, in automatico ciò significherebbe che in un qualsiasi altro non ce ne siano. Anche matematicamente, tale assunto non reggerebbe. Il fatto che in una riunione si dica che si sono incontrati 100 persone che gradiscono gli spaghetti, non vuol dire che gli altri che non partecipano mangino soltanto maccheroni.
Quindi, io partecipo a riunioni di persone serie e gli altri che non partecipano sono, sicuramente, anch'essi persone serie. Ma non partecipiamo alle stesse riunioni.

Terza e basilare, certo che rispetto le posizioni di rinascita, ma non le condivido perchè, già dalle provinciali 2008 ha deciso di andare da altre parti, legittimamente, e adesso, più volte ribadito in dichiarazioni giornalistiche, aderisce ad un progetto, quello della PDL, nel quale Alicata stesso mette paletti e confini. Io credo che pachino, non soltanto non merita di essere schematizzato da Siracusa così brutalmente, ma non ne ha neppure bisogno.

chiedo scusa anticipatamente per avere, di nuovo, importunato i lettori di questo sito.

saluti, a sebastiano e ai pachinesi del web.
@ Barbara Fronterrè

se il mio commento è servito a far venire fuori quello che scrivi (come l'hai scritto), posso dirmi soddisfatto.

Badate bene: non che quello che hanno scritto gli altri non sia pregevole (a cominciare da quanto ha messo nero su bianco Turi Borgh), anche se da me non condivisibile, ma reputo che tu sia andata davvero al cuore del problema, ponendo l'accento sulla vera alternativa ma, ahimè, a che su ciò che ci differenzia, almeno su un piano strategico.

Parto dalla fine, per ribadire che il tuo invito ad una riflessione interna a Rinascita è stato raccolto ben prima... che tu lo formulassi ed ha portato ad una scelta che -almeno per il movimento- reputo "storica" anche per i suoi connotati di definitività. Siccome, però, ci è sempre stato rimproverato di aver modificato schieramento -cioè di essere stati il movimento civico che eravamo e del quale non vogliamo perdere i connotati positivi- non possiamo pensare di assecondare le difficoltà di questo o di quel partito (quand'anche fosse il "nostro"): molti ci aspettano al varco perchè, e lo dico chiaro, fra quelli che ci attendono vi erano quelli che non credevano che questa potesse essere una scelta di campo definitiva.

Ciò detto non è il solo motivo per cui lo facciamo: se Rinascita c'è è per colmare un vuoto che, per tante ragioni che sarebbe lungo spiegare, hanno creato i partiti a Pachino. C'è dunque una continuità, sia pure nella svolta di strategia nel lungo periodo.

Mi pare di essere stato sempre molto chiaro con chi si è confrontato con me sullo scenario pachinese: vorrei un forte e coeso P.d.L. pachinese (e mi piacerebbe che, sull'altro fronte o sugli altri fronti, si consolidassero le altre realtà partitiche, a partire da quelle alternative alla mia), mentre invece -e lo dico col massimo rispetto, visto che la discussione adesso si svolge su un piano accettabile se non stimolante- assisto allo staccarsi di cellule, più o meno solitarie. E questo implica una disgregazione, putroppo, sia pure in vista di un'altra aggregazione.
Vi invito a pensare se non sia davvero così....

Ora, pur volendo riconoscere -come mi ha chiesto di fare Salvo Borgh- la buona fede del progetto, non posso condividerlo proprio per quello che ho appena detto.

Mi rendo conto, ovviamente, che -come dici tu- è una strada irta e piena di rischi; che questa strada non elimina l'individualismo ed il protagonismo eccessivi di questi anni; che non è così scontata la formula delle appartenenze partitiche come elemento di canalizzazione delle fonti di finanziamento (senza però trascurare che i progetti si possono fare anche stando nei partiti...); ma il punto e la sfida consistono proprio in questo, nel credere che i partiti, i gruppi politici organizzati, non siano morti o zombi, mere facciate, ma possano essere ciò...che devono.

E, credimi, mi pare davvero un'idea molto controcorrente, di questi tempi!

Grazie ancora.

@ Giancarlo Barone

mi spiace d'averti messo a disagio, ma -come sai- io non ho retropensieri e, sia pure nel modo che spesso mi rende "difficile", ho voluto manifestare il mio di disagio.

Prendo atto di quello che dici: vedremo se ci sarà modo di confrontarci. Come sai, io sono sempre stato disponibile.
Caro Sebastiano scrivo a te , ma anche a tutti coloro che seguono questa discussione, per alcune precisazioni. Anzitutto: in nessun caso potrei, per la mia storia personale, considerare i partiti delle nullità, delle inutili escrescenze. Penso anche che la tua “strategia per il cambiamento”, fondata sul ruolo e la presa di responsabilità dei partiti, abbia la massima dignità, almeno sul piano teorico. Peccato che essa si scontri con un dato di realtà incontrovertibile: il fatto che, nella nostra città, la forma partito sia arrivata al culmine della propria debolezza. Lo dimostrano tante cose: l’incapacità di rinnovarsi delle classi dirigenti, e di attrarre consenso su progetti e proposte; l’inadeguatezza dei partiti nel sanare i propri conflitti interni, e nel presentarsi come punti di riferimento con leadership di alto profilo. Non mi soffermo sul perché ciò sia avvenuto: registro solo un dato, e mi limito ad osservare che, nello scenario politico attuale di Pachino, non si riesce a proporre piani di risanamento della città che abbiano un carattere fortemente identitario, connotato secondo le appartenenze tradizionali. Di fronte al profilarsi di una nuova occasione elettorale, infatti, non abbiamo assistito ad un serrare le fila, da parte di ciascun schieramento, ad un ricompattarsi e rafforzarsi, in vista della elaborazione di un progetto credibile, e della selezione di candidati affidabili e di livello. Al contrario, è esploso tutto in mille frammenti: un po’ per i soliti individualismi, e un po’ per il rovesciarsi sul tavolo di varie aspirazioni personali, cui nessuno intende rinunciare. Ma anche e soprattutto perché i partiti arrivano all’appuntamento elettorale sfiancati da anni di logorii interni, da un lunga crisi di consensi, dal balbettio o dal silenzio con cui hanno affrontato le grandi questioni, che nel frattempo cambiavano la storia della città ( dalla crisi agricola, che è ora crisi economica generale, alla crisi democratica, di cui la discendente parabola amministrativa è solo un esempio). In questa situazione, che ho cercato di rappresentare oggettivamente, non credo che si possa formare un quadro di contrapposizioni elettorali “normale”. Inoltre, l’idea che i partiti possano prendere forza l’uno dall’altro, in anomali miscugli che taluni chiamano Grande Coalizione, mi sembra molto piccola, di fronte alla sofferenza della città. Considerazioni etiche (il rispetto della propria integrità personale e della storia che i simboli dei partiti rappresentano) e anche strategiche e tattiche (su cui non mi soffermo, perché ciò richiederebbe un più lungo intervento) impongono , a mio parere, di non creare contesti “innaturali”, ammucchiate di simboli che riversano sullo scenario politico ed elettorale, contraddizioni, modalità vecchie e classi dirigenti deboli, semplicemente moltiplicate. La tua ipotesi di lavoro, dunque, caro Sebastiano, è valida in linea di principio, ma probabilmente non è applicabile oggi a Pachino: infatti i processi di rigenerazione dei partiti e di apertura alla società, a mio parere, hanno bisogno di tempi più lunghi di quelli imposti dalla campagna elettorale.




una inutile ed inconsistente fuga in avanti....

Come abbiamo visto, il cosidetto "Progetto Pachino" è stato abbastanza commentato. Come ho scritto, o forse accennato nel video: trattasi di una fuga in avanti di chi non avendo voti si mette alla testa del carro( allegorico) nella improvvida ma sempre speranzosa posizione di esserci sempre e comunque...
Ma sostanzialmente senza un progetto politico ne personale ne collettivo, emerge, come un iceberg nel mare attorno all'isola dei Porri, la sola voglia di proporsi senza avere quella consistenza numerica che dovrebbe poi essere l'elemento faro per individuare soggetti portatori di voti e progetti...

Vedo che tutti i commentatori hanno cambiato idea su quello che sostenevano prima.... e i fatti storici e accaduti negli ultimi anni..non possono essere cancellati con un colpo di spugna o con il semplice giro di pagina...

Ma quello che mi interessa di più in questa sede è la dinamica mentale dei soggetti e leader interessati...

Chi sosteneva la centralità dei partiti ha cambiato idea dicendo e affermando, smentendosi ora( senza il minimo rossore per tutto quello che si è sostenuto prima,) che con un colpo di spugna è stato cancellato, e chi, per circa vent'anni, ha sostenuto la centralità della lista civica Rinascita di Pachino..che oggi sostiene che il candidato ideale( Blundo) deve prevenire dai partiti..ovviamente di centro destra...
Ma io dico se Rinascita è il primo partito amministrativo perchè non rivendica una sindacatura credibile e aggregante????

Io credo che tutta la discussione messa al fuoco serve soltanto per fare il punto della situazione dove emerge la totale inaffidabilità dei soggetti interessati a questo dibattito... che ha il solo compito di fare rimanere le posizioni di partenza immodificabili e non modificabili per quello che sono..le varie posizioni..personali...

La fantomatica Casa delle Libertà ha molte più problemi di una possibile aggregazione di centro-sinistra, la quale anche se minoritaria. e auspicabile sia destinata a fare una seria opposizione alternativa all'attuale quadro magmatico della cosidetta casa delle libertà e della posizione autonoma dell'udc e dell'Mpa...in Sicilia e a Pachino..
Questa fregola di essere comunque nel cercho ..è incomprensibile....
sia a destra che a sinistra li possiamo chiamare i separati in casa...sia a Palermo che a Siracusa ed anche a Pachino...

Per sorpasso senza freccia...e in piena curva,,,,ricordo.. che non dobbiamo dimenticare che l'elezione del sindaco Barone venne corollata da un numero di consiglieri, appartenenti al centrodestra e alle liste civiche,.. cosi alto che si potrebbe anche dichiarare che questo alto numero poteva prefigurare a Pachino un piccolo regime( teorico)che avrebbe potuto dare massiccia e pregnante stabilità politica al comune di Pachino..

Non è andata cosi... e questo non gioca a favore di chi si appella ai partiti di centro-destra in generale... Perchè di fatto dopo pochi mesi è stata proprio Rinascita..con la sostituzione dell'assessore Saro( ai servizi sociali) ha determinare quello scossone sussultorio per mandare a gambe all'aria quel progetto...politico e amministrativo..

E il soggetto politico che è stato artefice di quella perigliosa caduta, con tutti i retroscena abberranti di avere un cosi alto numero di assessori a mio avviso ha un nome e cognome...

Lo stesso soggetto con l'amministrazione CAMPISI, beccato in circostanze assai criticabili e non copribili da parte di un pubblico amministratore: è stato l'artefice principe assieme ad un altro elemento politico di lungo corso CO-autore della debacle dell'ammministrazione Campisi..
SE VOLETE DIMENTICARE DIMENTICATE PURE.. ma non è mettendo la testa sotto la sabbia che si può sperare di costruire qualcosa di nuovoa PCHINO

Io credo che a questo punto sarebbe bene che queste persone non venissero più elette in consiglio comunale..e questo alt o stop lo dovrebbero dare direttamente i partiti.. o liste civiche da dove provengono...ma siccome questo non succederà...credo che a questo ci devono pensare gli elettori..non votandoli...

Perchè abbiamo visto che la loro azione e presenza è stata,in questi lunghi anni, caratterizzata solamente di elementi e motivo di instabilità politica nel complesso della variegata fauna della politica locale..

Ho anche scritto che è importante la centralità di Rinascita ..ma devono fare bene i calcoli perchè se l'alternativa si omologa ai partiti vuol dire che alla lunga quel progetto di dare autonomia politica al comune di Pachino è una mera idea che non ha alcun riscontro con la realtà oggettiva...
e dunque cade il presupposto della sua presenza in vita...
Io sono convinto che Rinascita ha perso da tempo il suo obiettivo di fondo e socialmente aggregante e che alle prossime elezioni ci sarà un drastico e salutare calo dei suoi voti...

Per contrappasso, ho il massimo rispetto per le idee di Sebastiano Mallia, che sono speculari alle mie, che pur condividendo la impostazione programmatica da lui esposta nel suo sito in occasione della campagna elettorale delle recenti provinciali..condivide spazi e idee politiche con soggetti che a mio avviso hanno tuttaltri obiettivi...

E non si può, per lungo tempo, con una magnifica e invidiabile arte oratoria e di scrittura tentare di mitigare e dare credito ad un inconsistente tenuta delle forze politiche del centro.destra...a Pachino..

Qui bisogna mettere i piedi per terra...
E alla fine emerge la fluida contraddizione di chi difende quello che moralmente ed eticamente si può accettare e sostenere( come libero professionista), ma molto di meno, dove andrebbero prese le distanze, come pensiero politico llineare e scevro da pecche......Non sò se mi sono spiegato...

Non a caso Rinascita nelle ultime elezioni comunali nel giro di una mattinata perse due consiglieri comunali...Insomma in definitiva quello che emerge che sia a destra che a sinistra che al centro..la socialità politica pachinese e cosi frammentata e divisa che nel prossimo futuro difficilmente si potrà approdare a qualcosa di serio e di concreto..per il futuro di Pachino.
Io credo che bisogna essere responsabili delle azioni che si compiono ed è la cosa migliore dichiarare la propria incapacità a formare una qualsiasi amministrazione che abbia un minimo di possibilità e garanzia di tenuta...per cinque anni..

Ed invece di baloccarsi con improbabili Case delle libertà che non si svilupperanno mai a livello locale... Per le ultime elezioni amministrative, ricordo che nel giro delle votazioni ultime a livello politico nazionale Forza Italia prendeva un bel pò di voti..dati direttamente a Berlusconi... per poi trasformarsi a livello locale ad un partitino surclassato e battuto dalle varie liste civiche che si sono cimentate nell'arena con leoni del colosseo locale...

La stessa cosa ovviamente è da prevedere sul lato sinistro della composizione politica locale...
Il Progetto Pachino è sttao un enorme danno alla immagine complessiva di un disegno politico che tenta di aggregare elementi e socialità che fanno riferimento alla sinistra storia e alla antica ma sempre attiva..democrazia cristiana...che è il Partito Democratico...
Insomma emerge che non ci sarà alcuna seria prospettiva di dare una amministrazione a questo paese e che la irresponsabilità dettata dalla protervia individuale e fumettistica hanno annebbiato la vista tanto da non rendersi conto del danno enorme che si stà facendo a tutta Pachino... E che questa natura delh'homo sapiens pachinensis ha raggiunto vette assai elevate...con relativi e fondati, incontenibili... motivi di ironico riso...


Date retta... dichiarate il vostro complessivo fallimento come politici pachinesi...( la politica esula dalle questioni personali ma la politica è fatta da persone e non da marziani in gita..di conseguenza non si piò parlare di politica senza individuare soggetti e progetti che hanno solo una caratteristica di natura personale) incapaci di determinare un quartetto per giocare a tresette..figurati aggregare undici consiglieri che per cinque anni che tengano la barra a dritta senza prevedibili e connaturati alla natura umana dei vari personaggi che sflilano lungo il cerchio della piazza di Pachino, per dare una seria amministrazione a questo comune..

Andate dalla Rizza e pregatela di dichiarare il dissesto finanziario..e l'unica strada seria per chi ha veramente a cuore le sorti di Pachino...

come sempre aspetto di essere smentito dai fatti..

saluti assestati,Spiros