Tavolo tecnico all'Ap sui vincoli archeologici in contrada Cugni

Tavolo tecnico all'Ap sui vincoli archeologici in contrada Cugni Tavolo tecnico lunedì prossimo nella sala Iole Vittoriani della Provincia regionale di Siracusa organizzato dall'assessore provinciale alla cultura Barbara Fronterrè ed a cui parteciperanno i rappresentanti della Soprintendenza ai beni culturali ed ambientali, quelli del Comune di Pachino, il presidente dell'Associazione Sudi storici e culturali Roberto Bruno e dell'Osservatorio Ambientale Antonello Capodicasa. Oggetto del tavolo tecnico sarà il confronto e la richiesta proveniente dalle due associazioni di apporre vincoli archeologici in contrada Cugni nel territorio di Pachino. In pratica nell'area in questione insistono numerose “emergenze archeologiche”, ossia ritrovamenti di tracce di antiche civiltà quali una necropoli dell'età del bronzo con tombe a grotticella artificiale, insediamenti di età classica con tracce di edifici, carraie e cave di blocchi, una grotta carsica con tracce di frequentazione di epoca preistorica e bizantina ed altri siti archeologici di rilevante pregio storico. «Attualmente gran parte di questi insediamenti archeologici, -ha affermato il presidente dell'osservatorio ambientale Antonello Capodicasa non sono vincolati con il pericolo concreto di una possibile cementazione selvaggia.

Da qui la nostra richiesta, che abbiamo avanzato alla Soprintendenza alle belle arti ed alla Provincia, di un tavolo tecnico per potere valutare l'opportunità di istituire dei vincoli archeologici, onde porre rimedio ad una delle contraddizioni maggiori come quella della mancanza dei vincoli persino della Grotta del Fico». Capodicasa ha spiegato anche come nella zona Cugni vi sia una piccola parte recintata anche se in stato di abbandono dove i vincoli sussistono, ma vi sia anche una zona molto più ampia ed altrettanto ricca di reperti archeologici per i quali sussistono dei vincoli quali quelli della legge Galazzo o della distanza dalla battigia che potrebbero anche essere superati nel caso in cui fossero presentati dei progetti di pertinenza regionale per grossi stabilimenti. In questo caso i poteri della Regione potrebbero anche superare i vincoli blandi, mentre sarebbe opportuno apporre dei vincoli archeologici per tutelare in maniera più rigida questo territorio peraltro ancora non antropizzato. Una richiesta, quella delle associazioni, molto importante alla luce del fatto che nella zona sarebbe stato progettato un villaggio turistico di circa 900 posti letto che andrebbe ad insistere proprio sulla zona in questione non ancora adeguatamente tutelata. «L'obiettivo, -ha affermato l'assessore provinciale alla cultura Barbara Fronterrè- è quello di arrivare alla istituzione di un parco archeologico, ed è l'ipotesi di lavoro su cui io mi concentrerò maggiormente. Peraltro con la cancellazione del Pit fascia costiera che avrebbe in parte valorizzato i luoghi, al momento mancano le fonti di approvvigionamento economico che possano permettere il recupero della zona. Sarebbe dunque quanto meno opportuno lavorare sull'ipotesi di istituire un parco archeologico magari partecipando ai bandi comunitari di finanziamento 2007-2013, ma questo necessita uno studio di fattibilità. Tutto ciò significa anche programmare lo sviluppo del territorio e la possibilità di gestire una parte del territorio a prescindere dalle singole competenze comunali». Secondo l'assessore Fronterrè inoltre con tale programmazione si potrebbe incidere sulle strategie turistiche che di fatto oggi si fermano a Noto.

Sa.Mar.
Fonte: LaSicilia.it il 18-01-2008 - Categoria: Politica

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