Su "I Pachinesi" parte la sfida dell'olio

PACHINO - «Da Pachino sta per partire la sfida dell'olio di qualità». Questo il titolo del servizio d'apertura del numero de «I Pachinesi» che troverete domani in edicola con il nostro quotidiano La Sicilia. Nell'articolo Rosario Ardilio prosegue nella sua ricerca nelle nuove frontiere dell'economia del nostro territorio, svelandoci scenari particolarmente interessanti. Leggendo il servizio scopriamo che attualmente a Pachino l'olio si produce solo per uso familiare e domestico, ma poiché un recente decreto ha vietato la vendita di quello sfuso, l'unica possibilità per gli imprenditori del settore è quella di consociarsi per affrontare le spese del confezionamento e della commercializzazione. Così, mentre nascono i primi uliveti modello, ci si accinge a seguire la scia di quell'olio dop pachinese che ha conquistato prestigiosi premi in tutt'Italia. Tra gli altri articoli vi segnaliamo, per la rubrica «Club e Associazioni», un servizio di Valeria Drago dedicato alla Fidapa, Club tutto al femminile che ha lo scopo principale di promuovere, coordinare e sostenere le iniziative delle donne che operano nei campi delle Arti, delle Professioni e degli Affari. Nell'articolo si fa cenno anche alla grande battaglia del club lanciata tredici anni fa alla conquista... del rispetto.
In «Cultura e Società» scopriamo poi che Modica vuol intitolare una via al nostro Vitaliano Brancati. E Giorgio Buscema ci spiega che nella città della Contea si trasferì a tre anni lo scrittore pachinese, rimanendovi fino ai dieci.

Spazio poi alle immagini con la consueta «Cartolina da Pachino» e con «Le vostre istantanee», rubrica che «allarga» anche a fidanzati, amici, conoscenti, genitori, nonne, zie, cani, gatti, persino colleghi di lavoro, la possibilità di essere pubblicati sul nostro giornale. Vi ricordiamo che le vostre foto vanno consegnate al nostro fotografo Pippo Spiguglia o inviate, come anche qualunque altra comunicazione o articolo, all'indirizzo e-mail melamedia@tiscali.it. Per le rubriche, in «Cunti da una terra a tre punte» potrete leggere un inedito racconto dello scrittore e giornalista Giuseppe Lazzaro Danzuso «Pipistrello, Pasquale e il ritorno di Venere», ambientato in una Catania notturna misteriosa e ricca di colorata umanità. Ne «La rivoluzione della caponata» poi, Monica Consoli ci parla di come una colazione made in Usa possa svelare... il falso «modello americano» e ci regala la ricetta dei nidi di patate per il breakfast. Seguono «C'era un ragazzo che come me» - in cui Gino Astorina comincia un divertentissimo gioco in tre puntate in cui inventa palinsesti televisivi e spot pubblicitari - e «Un mondo difficile». In quest'ultima rubrica Carmelo Lazzaro Danzuso ci parla di un argomento mai trattato prima... da lui. Ossia l'effetto euro. Cambia soltanto il punto di vista rispetto alle analisi degli economisti: l'aumento dei prezzi è visto con gli occhi di un giovanissimo e... di sua nonna. Per chiudere, vi ricordiamo che, nei prossimi giorni, potrete trovare «I Pachinesi», sempre gratuitamente, in alcuni punti di distribuzione in città e nel suo hinterland.
Fonte: LaSicilia.it il 06-12-2003 - Categoria: Cronaca

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L'Olio di Burgio.

Case Burgio.Sulla provinciale Pachino Ispica all'altezza del km. 4.700. Con bivio alla strada provinciale n° Già Casale arabo,come estensione dei fabbiricati di orgine bizantina e romana che dovevano costituire l'agro di respensa in collegamento con gli insediamenti di Imacara e di Portoulisse di cui si sono accertate la provenienza fin dal periodo di più saldo insediamento greco nell'area sudetta. Burgio èstato crocevia e condensatore architettonico di fabbricati di antichissima fattura. Consistenti le tracce barocche sulle piu antiche fondazione degli imobili. Tuttavia Burgio oltre alla parte più antica nel corso dei secoli è stato modellato secondo le esigenze del feudo.E consistente era la attivita di coltivazione delle olive nel feudo d Burgio. L'amministrazione disponeva di un oliveto di proporzioni ingentissime. Il terreno partiva dal bivio di Bonpalazzo e si inoltrava verso Nord per circa 800 metri. per una larghezza media di 100 metri. Un vero bosco olivato. Con al centro un pozzo. un albero di gelsomino e uno di melograno vicino alla vasca. Il pozzo di profondità era raggiunto qusi a metà percorso da una scala scavata nella roccia per potere mettere il motore più vicino al pelo d'acqua. Insomma erano circa mille alberi di olivo centenari che costituivano questo enorme bosco. L'amministrazione decise allora di dotarsi di un proprio trappetto che è stato ricavato all'interno della corte centrale di Case Burgio. Occupano il lato ovest della corte. La struttura di lavorazione aveva raggiunto livelli di lavorazione alta . Tanto che l'impianto disponeva di autonomi impianti di generazione dell'elettricità. La moltira veniva effettuata con enormi ruote di granito. Tutto il vario processo di lavorazione era seguito con regole elementari ma precise. Il trappeto,oggi smantellato, aveva a disposizione un intero processo di lavorazione. Il trappeto è dotato da pozzo autonomo interno all'area con un pozzo interno. Oggi, la produzione delle olive riprende quota. La ottima qualità del prodotto ne conferma oggi la piena rivalutazione. Di un, vero, nettare locale che è costituito dal nostro Olio.
Importante è stata anche la DOP. Cordiali Saluti Spiros
L'Olio di Burgio.

Case Burgio.Sulla provinciale Pachino Ispica all'altezza del km. 4.700. Con bivio alla strada provinciale per Preuta e Luparello. Già Casale arabo. Come riuso dei fabbricati di orgine bizantina e romana che costituivano l'agro di Respensa. Centrale nei collegamenti viari con Bonovini e fra gli insediamenti di Imacara e di Porto Ulisse (Castellazzo).Insediamenti esistenti fin dal periodo di più antico e saldo insediamento greco nell'area. Burgio è stato crocevia e condensatore architettonico di fabbricati di diversa e antica fattura. Oltre alle tracce architettoniche antiche,in fase di studio, sono consistenti le tracce barocche. Sulle piu antiche fondazione degli immobili il mistero è ancora fitto. Tuttavia, Burgio oltre alla parte più antica e nobiliare abitata stabilmente da molti secoli. Dispone di ampi fabbricati che nel corso dei secoli hanno cambiato le proprie destinazioni d'uso in relazione alla produzione locale. Pertanto i fabbricati sono il frutto di una costante evoluzione architettonica che dura da molti secoli. E consistente era, fra le altre attività, quella della coltivazione delle olive e dell'olio. L'Amministrazione sotto i Bruno di Belmonte di Ispica disponeva di un oliveto di proporzioni ingentissime.Oltre ai vari appezzamenti di terreno concessi in mezzadria e in metateria e in affitto. Il terreno partiva dal bivio per Case Bonpalazzo, all'altezza dell'attuale pilieri che indica il km.5.0. E si inoltrava verso Nord per circa 800 metri. Con una larghezza media di 100 metri. Un vero bosco olivato. Con al centro un pozzo. Un albero di gelsomino e uno di melograno, vicino alla vasca di pietra arenaria. Il pozzo di profondità notevole (oltre i 30 metri) era raggiunto quasi a metà percorso da una scala scavata nella roccia che serviva, con una apposita piattaforma per potere collocare il motore a scoppio e la pompa più vicino al pelo d'acqua. Insomma, erano circa mille alberi di olivo centenari che costituivano questo enorme bosco. L'Amministrazione decise, allora, di dotarsi di un proprio trappetto. Che fù ricavato all'interno della corte centrale di Case Burgio nel lato nord-ovest. La struttura di trasformazione aveva raggiunto livelli di alta lavorazione. Tanto che l'impianto molitorio disponeva di autonomi impianti di produzione elettricità. La molitura veniva effettuata con enormi ruote di granito. Tutto il vario processo di lavorazione era eseguito con regole elementari ma precise. Il trappeto,oggi smantellato, aveva a disposizione tutto l'occorrente per un intero processo di lavorazione. Il trappeto è dotato da pozzo autonomo interno. Oggi, da almeno 5 anni a questa parte, la produzione delle olive e dell'olio ha ripreso quota. La ottima qualità del prodotto ne conferma oggi la piena rivalutazione nei mercati.Trattasi di un, vero, nettare locale.
Importante per la sua ricollocazione produttiva è stata anche la istituzione della DOP che comprende parte importante dei due versati dei monti Iblei: quello siracusano e quello del tavolato modico-ragusano. Che configurano nell'insieme un territorio omogeneo e variegato fra i più belli del bacino del Mediterraneo.
Dalla Terrazza delle Case del Burgio mentre guardo il mare di mezzogiorno.E all'orizzonte vedo navi che come formiche transitano nel profondo orizzonte del canale di Sicilia.
Cordiali Saluti. Spiros