Sparò al compaesano?

Il sostituto procuratore Antonino Nicastro ha chiesto il rinvio a giudizio del pachinese Renato Boager perchè gravemente indiziato di avere attentato alla vita del proprio compaesano Corrado Lentinello, sparandogli contro dei colpi di pistola la sera del 27 dicembre dell'anno scorso. L'udienza preliminare, in cui verrà decisa la sorte giudiziaria di Boager, si terrà il prossimo 4 dicembre dinanzi al Gup Vincenzo Didomenico.
L'imputato, che viene assistito dall'avvocato Aldo Ganci, si protesta innocente e, come ha già fatto nel corso delle indagini preliminari ed in occasione dell'incidente probatorio svoltosi dinanzi al Gip Giuseppina Storaci, continua a negare di essere stato l'autore del tentato omicidio in danno del compaesano Corrado Lentinello, sostenendo di aver sempre nutrito sentimenti di simpatia e intrattenuto rapporti di cordialità con la vittima dell'agguato.

La dichiarazione di Renato Boager non viene sconfessata da Lentinello che, interrogato dagli inquirenti, ha sempre detto di non avere avuto nè il tempo nè la possibilità di vedere in volto il killer che la sera del 27 dicembre dello scorso anno gli aveva scaricato contro l'intero caricatore di una pistola automatica. Malgrado la dichiarazione a discolpa della parte offesa, gli inquirenti sono convinti che sia stato Renato Boager l'autore del tentato omicidio e, conseguentemente, hanno chiesto il suo rinvio a giudizio di modo che possa difendersi dalla gravissima accusa dinanzi al Tribunale penale. La convinzione degli inquirenti si basa sulle indicazioni convergenti di due giovani che erano in compagnia di Corrado Lentinello la sera in cui si verificò il tentato omicidio.

I due giovani, un uomo e una donna, inizialmente sospettati di essere gli autori dell'attentato, hanno indicato in Renato Boager il centauro-killer che era sopraggiunto alla guida di un ciclomotore e che, a pochi metri di distanza da Corrado Lentinello, gli aveva esploso numerosi colpi di pistola. A sua volta, Renato Boager rimanda al mittente le accuse e punta l'indice all'indirizzo dell'uomo, cioè di Leonardo De Luca, che, secondo l'imputato, avrebbe attentato alla vita di Lentinello per una controversia connessa alla cessione di una partita di droga. Ma di questo avviso non sono nè gli investigatori dell'Arma dei carabinieri nè gli agenti del commissariato di Pachino nè il pubblico ministero Nicastro che ritengono assolutamente estraneo al tentato omicidio Leonardo De Luca, così come escludono che egli possa essere stato agevolato dalla propria sorella Sebastiana, che si trovava in sua compagnia la sera del 27 dicembre, mentre assieme s'intrattenevano a parlare con Lentinello.


Invece, restano a galla gli indizi a carico di Boager perchè, oltre ad essere stato additato dai fratelli De Luca, sulla sua sciarpa i militari del Ris di Messina hanno rinvenuto una particella di polvere da sparo. Ma anche su questo risultato degli esperti della Scientifica dei Carabinieri, il pachinese Boager non si dice affatto sorpreso perchè, secondo lui, il prelievo della sciarpa sarebbe stato fatto con fin troppa superficialità e nessuna forma di precauzione da parte degli agenti incaricati a sequestrare degli indumenti. Boager, in buona sostanza, contesta i risultati della perizia balistica e, senza peli sulla lingua, insinua che quella particella potrebbe essere volata via dalla pistola o dal fodero o dalle mani degli agenti che si erano recati nella sua abitazione per prelevare alcuni indumenti, sciarpa compresa.
Fonte: LaSicilia.it il 06-11-2002 - Categoria: Cronaca

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