Sono palestinesi i presunti scafisti

Sono di origine palestinese i tre presunti scafisti dell'ultimo viaggio della speranza, conclusosi senza drammi all'interno del porto di Portopalo di Capopassero, sere addietro. Sono stati individuati, attraverso accurate indagini, dagli agenti della squadra mobile e dagli uomini della squadra di polizia giudiziaria del commissariato di Pachino. Gli arresti sono scattati per Saleh Seker Amir di 36 anni, Kasin Mokron di 26 e Ahmed Abdalla di 30: Sono accusati in concorso di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Gli investigatori (mobile e commissariato pachinese) hanno anche sequestrato oltre 1000 dollari (per l'esattezza 1.100) rinvenuti nelle tasche dei tre presunti traghettatori di disperati. L'imbarco dei quasi 200 clandestini, secondo quanto si è appreso, sarebbe avvenuto lungo le coste della Libia, tre giorni prima dell'arrivo davanti alle coste siciliane. Per il viaggio della speranza, ciascuno clandestini avrebbe sborsato alla organizzazione la somma di 1000 oppure 1500 dollari a persona.Per i bambini di pochi giorni i genitori sarebbero stati esclusi dall'effettuare il pagamento di somme di denaro In qualche caso si sarebbe registrato un pagamento forfettario. Tale quadro è venuto fuori dalla risultanze investigative, attivate subito dopo lo sbarco dei cittadini extracomunitari (di etnia somala, eritrea e marocchina) del 26 novembre.

Le indagini hanno permesso, quindi, di appurare che i tre palestinesi, erano membri dell'equipaggio del peschereccio nuovo di zecca, su cui avevano intrapreso il viaggio della speranza gli extracomunitari. I tre palestinesi sono stati, accompagnati, a conclusione delle indagini, presso la casa circondariale di Cavadonna a disposizione dell'autorità giudiziaria siracusana. Il peschereccio con il consistente carico umano, secondo supposizioni, sarebbe stato governato con una rotta ben precisa: raggiungere le coste della Sicilia, quindi dell'Italia. Che poi l'approdo avviniva nel ragusano, del trapanese o nel siracusano, poco importava. Ma non è da escludere che le condizioni meteomarine abbiano spinto, gli scafisti a raggiungere nel più breve tempo possibile, una zona di approdo tranquilla e sicura. Non c'è dubbio che tutti sono stati fortunati grazie all'equipaggio del motopesca catanese che intercettò il natante in difficoltà.

Saretto Leotta
Fonte: LaSicilia.it il 29-11-2003 - Categoria: Cronaca

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