Sindaco e maggioranza consiliare ai ferri corti

PACHINO - Assessori che vanno, assessori che vengono ma il numero legale in Consiglio comunale si conferma sempre più una chimera e il sindaco sbotta. Questo lo spettacolo, si fa per dire, offerto dalla maggioranza (?) che amministra Pachino nella seconda convocazione del civico consesso prevista per la serata di giovedì scorso. Solo sette presenti su quattordici e tra gli assenti, alcuni dei quali rimasti sull'uscio dell'aula consiliare, dei consiglieri che hanno voluto la revoca delle deleghe dell'assessore Giliberto. In aula l'unico gruppo presente in blocco è stato Rinascita, più un paio dell'Udc, uno di An ed uno di Forza Italia. «Non è più possibile continuare in questo modo - afferma il sindaco Barone - e pur comprendendo le dinamiche interne di un gruppo consiliare non posso che condannare la scelta di chi non partecipa ai lavori consiliari, rinunciando alla dialettica politica e mettendo a repentaglio l'approvazione entro i termini richiesti dalla legge degli assestamenti di bilancio». E questa scadenza è fissata al 30 novembre. E sulla revoca delle deleghe a Giliberto? «Non gli avrei ritirato le deleghe senza la richiesta dei cinque consiglieri dell'Udc - aggiunge Barone - poiché Giliberto ha lavorato bene in questi due anni». Stasera, pertanto, il presidente Nicastro ha convocato per le 16,30 la seduta straordinaria (in seconda convocazione domani). Cosa succederà? «A questo punto - prosegue il sindaco - non so più cosa pensare ma dico solo che la situazione è molto, molto seria». Uno stato d'animo quello del primo cittadino che viene ribadito dal vice presidente del civico consesso, Salvatore Francavilla, assente giustificato giovedì perché impegnato fuori sede per motivi di lavoro.

«Che venga a mancare il numero legale dopo la pretesa uscita di un assessore è quantomeno singolare e supera ogni decenza politica. - dice Francavilla - Questa non è più una maggioranza e dovremmo avere la decenza di dimetterci tutti perché veramente si è toccato il fondo e di risalire la china non se ne parla nemmeno. Gli unici discorsi che si sentono - aggiunge il vice presidente - sono quelli inerenti deleghe da assegnare a questo o a quell'assessore ed il tutto impoverendo il dibattito ed il confronto in seno alla maggioranza e perdendo credibilità verso i cittadini. Definire squallido tutto questo è poco». Smorza il tono il presidente del Consiglio comunale, Antonino Nicastro, che preferisce non parlare di caso politico. «Noto soltanto che in parte di alcuni componenti del civico consesso c'è un'idea sbagliata dello status consiliare. «Non si può essere assenti alle 18,30 ed essere ben oltre il numero legale venti minuti dopo. Ecco, semmai vedo un pressappochismo che va eliminato al più presto ma nessun tentativo di mettere alle corde il sindaco». Intanto il segretario dei Ds, Salvatore Borgh, boccia senza appello sia l'ex assessore Giliberto che la maggioranza, definendoli inadeguati rispetto ai problemi che si trova a dover affrontare una città di oltre ventimila abitanti. Ed all'orizzonte per il sindaco si avvicina la definizione dell'ingresso di Alleanza Nazionale, che viene dato per imminente. Ma come conciliare la richiesta di avere subito due assessorati a fronte di un rifiuto di Rinascita di perderne uno? Un nuovo e non facile interrogativo per il sindaco la cui maggioranza politica dà l'impressione di una carretta in balia delle onde.

Sergio Taccone
Fonte: LaSicilia.it il 29-11-2003 - Categoria: Politica

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