Si taglia le vene, minaccia e tenta di aggredire il medico

PACHINO - Guardia medica, punto e a capo. Dopo il vertice di martedì il problema sicurezza si è ripresentato in tutta la sua serietà e gravità ieri, facendo riaffiorare la gravità di una situazione che andrebbe affrontata con immediatezza da un punto di vista della sicurezza dei medici in servizio e non solo. Ma eccoci ai fatti. Il medico in servizio al presidio di contrada Cozzi si è trovato durante il servizio al cospetto della solita, ormai consueta, richiesta di somministrazione di valium per via endovenosa da parte di un utente più volte visto nel posto di guardia medica. Lo stesso ha cominciato a tagliarsi con un oggetto contundente per richiamare ancor più l'attenzione del medico. L'evolversi della situazione ha reso necessario l'intervento dei carabinieri della stazione di Pachino, che immediatamente si sono recati al presidio ospedaliero. Il problema, per quanti non lo hanno ancora capito a pieno, è prettamente di ordine pubblico visto che è palese come non basti né l'abbattimento di una parete interna tra il Pte e la guardia medica. Come non è sufficienti alzare delle inferriate davanti alle finestre per rendere più sicuro il servizio di medici che spesso si ritrovano veramente in trincea, a rischio di contrarre malattie o di venire malmenati come è successo al dottor Giovanni Gangemi lo scorso 15 febbraio. Del resto l'esposto di cui abbiamo più volte fatto riferimento nei giorni scorsi, era indirizzato in primis al prefetto di Siracusa, proprio a voler ribadire l'intenzione di puntare innanzitutto su una problematica prettamente legata alla sicurezza dei medici in servizio nel presidio pachinese, cinque dei quali donne.

«Cosa dobbiamo fare - afferma un medico in servizio a Pachino - forse aspettare che qualcuno di noi contragga magari qualche malattia o venga preso nuovamente a schiaffi. Più che in Italia sembriamo nel Burundi». Le soluzioni trovate martedì a Siracusa sembrano dunque secondarie rispetto alla reale gravità della situazione. E i medici chiedono infatti che si attivi un servizio di vigilanza con estrema solerzia. Resta l'appello dei medici di guardia a Pachino, lanciato alle autorità competenti (prefetto e direttore generale dell'Asl in primis) nel contesta di una situazione tutt'altro che serena. Perché nessuno domani possa dire «io non sapevo». I medici e le loro famiglie aspettano che qualcosa migliori dal punto di vista della sicurezza.

S. T.
Fonte: LaSicilia.it il 29-01-2004 - Categoria: Cronaca

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