Si è discusso di siccità al "Tomato Flavour"

PACHINO - Al Tomato Flavour Meeting in occasione di un seminario tecnico si è discusso del problema della razionalizzazione delle risorse idriche. Una questione attuale in una stagione particolarmente colpita dalla siccità. "La nostra è una zona in cui piove poco -afferma il sindaco Sebastiano Barone- anche se nell'ultimo anno siamo stati graziati da qualche pioggia in più. Tuttavia l'allarme siccità che ha interessato il nostro territorio negli ultimi anni ci ha profondamente preoccupato. Intere contrade, infatti, registrano l'esaurimento anche temporaneo o permanente delle falde. Ma il fenomeno più diffuso, soprattutto nella fascia costiera, è l'aumento della salinità, tollerabile fino ad un certo livello. Le acque di falda, quindi, fattore principale della qualità dei nostri prodotti, possono diventare fattore limitante dell'agricoltura del comprensorio".

In questo contesto il Programma di ricerca applicata finalizzato alla ottimale utilizzazione di acque reflue depurate in agricoltura si inserisce nell'ambito dell'utilizzo di risorse idriche alternative per fronteggiare la siccità. Il soggetto attuatore del progetto è l'Ente di sviluppo Agricolo della Regione siciliana. Tra gli obiettivi del progetto, applicabile per l'agricoltura dell'intera Sicilia, la dimostrazione dell'utilizzabilità dei reflui urbani depurati quale risorsa idrica alternativa a fini irrigui, purchè sia tenuto sotto controllo l'intero ciclo, con particolare riferimento al complesso rapporto acqua - suolo - pianta. A ciò si aggiunge la diffusione dell'uso di sistemi irrigui a minore espansione idrica e la verifica della non pericolosità, dal punto di vista sanitario. Il programma di ricerca,inoltre, prevede di quantificare, dove è possibile, l'abbattimento dei costi di gestione aziendale nonché di pervenire a dati scientifici per stimolare a livello regionale l'elaborazione di un regolamento sull'uso di acque reflue depurate rivolto agli imprenditori agricoli interessati.

Lidia Corallo
Fonte: LaSicilia.it il 19-07-2003 - Categoria: Economia

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Il problema delle Falde iblee e la opportunità strategica del Dissalatore del Pachino.
Per mia grazia/disgrazia, personale ho il pregio/difetto di amare cosi tanto questo territorio, che nel corso degli anni della mia formazione culturale e professionale (che è sempre in continuo divenire)ogni volta mi rendo conto quanti sono ancora le cose che mi sfuggono e di cui ammetto per definizione la mia non approfondita conoscenza.Mi sono interessato e continuo ad interessarmi dell'approfondimento dei vari settori e aspetti geo-morfologici e geografici storici di questo territorio che per ri-definizione di sintesi etimologica chiamo "Pachino Promontorio". Sappiamo da studi geologici integrati realizzati dal servizio idrogeologico nazionale e da servizio idrogeologico regionale e da studi di approfondimento realizzate dall'Università di Catania che la nostra zona del Pachino è interessata dalla presenza di tre falde che attraversano il nostro territorio in diverse direzioni e che provengono dalle alture collinari e dalle montagne dei Iblei. La prima falda, si attesta sul fronte ionico; la seconda e la terza l'attraversano confluendo sul fronte del canale di Sicilia e sul mediterraneo occidentale. Sono queste ultime due falde che si affacciano nel canale di Sicilia che già da molti anni, almeno 25 anni, hanno incominciato ad essere interessate da problemi di digressione e di infiltrazione di acque marine che,in alcuni casi, miscelandosi con le acque di falda hanno rimodulato e reso possibile quella particolare acqua che alcuni sostengono sia la causa principale ed il toccasana della bontà del "Pomodorino del Pachino".Io la considero una falsa e una deviante informazione, perche è accertato che nel fronte ionico, con acqua del tipo "acqua dei Colombi" la proprietà del prodotto è superiore per sapore e proprietà organoelettiche a quello degli altre contrade e territori limitrofi che si affacciano nel fronte mediterraneo. Fatta la premessa, mi sembra importante ora chiarire che la preposizione dei programmi regionali di riutilizzare le acque reflue ad uso irriguo ha una validità solo in alcune limitate zone interne della Sicilia.Cioè dove, ancora, l'acqua degli invasi e delle dighe puo' considerarsi sufficientemente abbondante. Tale area è da perimetrare solo attorno all'altopiano dei peloritani. Mentre nel resto della Sicilia è importante che ci si renda conto che alternativamente e con programmi generali e di settore integrato si deve ricorrere sempre con maggiore propensione all'uso sistematico e strategico di grandi DISSALATORI per dare il necessario supporto STRATEGICO FORMALE ad uso civile,industiale,e per sostenere adeguatamente un rilancio turistico e di sviluppo generale della nostra bella Trinacria. Da Enna. Cordiali Saluti. Spiros