Sfiducia a Campisi, decisione sospesa

Sfiducia a Campisi, decisione sospesa PACHINO - È stato discusso, ieri, al Tar di Catania in camera di consiglio, il ricorso presentato dall'ex sindaco di Pachino, Giuseppe Campisi, contro la delibera del Consiglio comunale, che lo scorso 25 settembre lo aveva sfiduciato destituendolo dalle funzioni di primo cittadino. Al ricorso presentato dal legale dell'ex sindaco sono stati contrapposti due ricorsi da parte di quei consiglieri comunali che, invece, hanno sostenuto la legittimità della decisione e dell'iter. A resistere in giudizio contro l'ex primo cittadino sono stati gli avvocati Sonia Marzano ed Emanuele Tringali, la prima in rappresentanza dei consiglieri comunali Roberto Bruno e Salvatore Orlando, il secondo in rappresentanza di tutti gli altri consiglieri che hanno votato la sfiducia. L'ex primo cittadino era invece rappresentato dall'avvocato Pinello Gennaro. La discussione e l'esposizione dei motivi sono state piuttosto vibranti. E i giudici del collegio amministrativo etneo le hanno ascoltato con attenzione. Disattesa, invece, la richiesta dell'avvocatura dello Stato di un rinvio della causa al fine di avere contezza degli atti e dei documenti ancora da richiedere alla casa municipale.

Il collegio giudicante ha seguito con attenzione l'esposizione dei fatti e, in particolare, quelli che erano stati presentati come vizi procedurali legati alla convocazione del Consiglio comunale, laddove l'ex sindaco aveva fatto rilevare come la convocazione notificata al consigliere comunale Salvatore Campisi (fratello del sindaco) era stata fatta nelle mani della nuora convivente quando, in realtà, il figlio del consigliere non ha mai contratto matrimonio. Tale eccezione è stata smontata dalla difesa dei consiglieri, producendo lo stato di famiglia dello stesso consigliere da dove si evince chiaramente il legame di fatto e che la nuora è addirittura a carico dello stesso nucleo familiare. I giudici del Tar, comunque, non si sono pronunciati sulle modalità di decisione, lasciando la massima incertezza sulla possibilità di emettere un'ordinanza relativa alla richiesta di sospensiva o una possibile sentenza breve. Nel primo caso, la decisione è attesa entro una settimana; nel secondo caso, invece, potrebbe trascorrere anche qualche mese.

L. S.
Fonte: LaSicilia.it il 05-12-2008 - Categoria: Cronaca

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