Settimo anniversario "Naufragio del Natale"

Venerdì ricorre il settimo anniversario del "Naufragio del Natale '96", la più grande tragedia nel Mediterraneo del secondo dopoguerra. In quella tragica notte di sette anni addietro persero la vita circa 300 immigrati pakistani, cingalesi ed indiani che cercavano di raggiungere le coste della Sicilia sud-orientale dopo una vera e propria odissea a bordo della motonave Yioahn: dal porto siriano di Tartus a Cipro e all'isola di Creta fino alla tappa di Malta e quindi al punto dove avvenne il trasbordo sul ferry boat "F174" poi colato a picco a 19 miglia da Portopalo di Capo Passero con il suo carico umano.
Dal 21 ottobre scorso è cominciato in Corte d'Assise, a Siracusa, il processo a carico del comandante della Yioahn, il libanese Youssef El Hallal, e del pakistano Sheik Amhed Thurab, accusato di essere il basista di quell'operazione. Nei giorni scorsi è rimbalzata dalla Francia la notizia del diniego dell'estradizione del capitano libanese che verrà processato quindi in contumacia a Siracusa (la prossima udienza si terrà il 29 gennaio 2004). Quel naufragio, a Portopalo come a Milano e a Roma è di grande attualità. E questo sia per la portata della gravità (i morti accertati pare fossero 283) sia per alcune iniziative che a quella tragedia fanno riferimento. Dopodomani a Portopalo, nei pressi dell'altare di "San Paolo", verranno ricordate le vittime di quel naufragio e tutti i morti nel Mediterraneo, su iniziativa del parroco portopalese Calogero Palacino. "Ricordare tutti i morti in mare è un nostro preciso dovere - ha affermato il parroco - e lo faremo all'altare di San Paolo che da queste parti naufragò nei suo viaggio di avvicinamento a Roma. E soprattutto - aggiunge don Palacino - ho la certezza che qui nessuno ha intenzione di rimuovere la memoria come è stato detto qualche mese fa. Onoreremo tutti i morti in mare, allo stesso modo, perché la morte ci rende tutti uguali, senza distinzioni".

Domani a Milano Renato Sarti mette in scena all'ArtandGallery" la rappresentazione teatrale dal titolo "La nave fantasma". Il testo, che sarà recitato dall'attore Bebo Storti, è stato scritto a quattro mani con il giornalista di Repubblica Giovanni Maria Bellu che nel giugno 2001 individuò, su indicazione del pescatore di Portopalo, Salvatore Lupo, il relitto del ferry boat, togliendo dall'oblio quei morti. Ieri intanto abbiamo sentito telefonicamente il senatore Francesco Bevilacqua, primo firmatario di un disegno di legge per la costruzione di un monumento-sacrario in ricordo delle vittime del "Natale '96" e di tutti i morti nel Mediterraneo. "Il disegno di legge attualmente - ha affermato Bevilacqua - è fermo al Senato da qualche mese ma c'è l'impegno mio e degli altri firmatari ad avviare l'iter di legge già alla ripresa dei lavori parlamentari dopo la sosta di fine anno". Il senatore di An sottolinea la portata simbolica di questo progetto di legge. "Siamo certi che il Governo farà la sua parte per accelerare quest'iter - ha aggiunto Bevilacqua - anche in seguito alle posizioni assunte dal vicepremier Fini di recente in tema di immigrazione.
E siccome questo disegno di legge fa riferimento ad un'immane tragedia sulle rotte dell'immigrazione clandestina sono convinto che arriveremo all'obiettivo di trasformare in legge questo ddl". In questo progetto di legge c'è anche un preciso riferimento alla tragedia del sommergibile italiano "Sebastiano Veniero", andato a fondo dopo la collisione con un mercantile (il Capena) nell'agosto del 1925.

Sergio Taccone
Fonte: LaSicilia.it il 24-12-2003 - Categoria: Cronaca

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Trovo gioiose e sante le parole del Parroco Don Palacino per la manifestazione di solidarietà a ricordo di tutte le vittime del mare. Certamente in questo gesto riassuntivo di commemorazione dei morti recenti si sono aggiunti i morti del passato. In particolare si è parlato del sommergibile Veniero con il suoi uomini che giacciono in fondo e al largo del canale.
Ora per citarli tutti sarebbe necessario uno studio di approfondimento.Ma questo è un altro discorso da sviluppare in altra sede. Comunque, per aggiungere qualche elemento locale di recente passato.
Includerei, anche, il naufragio degli "inglesi". Che, se non ricordo male: naufragarono, nel Natale del 1984, con una barca a vela di 12 metri: doppiando notte tempo il Capo Passero. In una serata di furiosa "ponentata" che vibrava da più di 12 ore nel Promontorio. Ricordo di avere aiutato, in quell'occasione, la macchina dei soccorsi e l'intervento della Polizia. Nessuno, secondo il mio parere, ha voluto cancellare l'evento dalla memoria a livello locale, Carissimo Padre. Quello di cui ci si lamenta sono stati due aspetti: la "criminalizzazione dell'intera comunità di Portopalo come paese incivile"; e lo sfruttamento commerciale dall'evento. La Nazione di Firenze, riportava, la lettera di un lettore che chiedeva espressamente se a Portopalo abitassero persone normali, oppure delle bestie. Non si può rimanere fermi di fronte a questa "falsa" informazione. Come non si può accettare che qualcuno speculi sulla presunta operazione di valorizzare come fatto artistico il dramma stesso della vita. Se l'intenzione è seria e assume un valore di denuncia e riflessione sul dramma generale storico del fenomeno epocale della trasmigrazione: ha un senso. E come valore universale alla "memoria" può anche andare. Ma sfruttare tutto questo a "livello commerciale" è una offesa alla memoria e alla vita stessa di quelle persone. Ci sarebbe da sviluppare una ricerca esclusivamente su questo tema storico. Ne parlerò con il mio amico giornalista, subito dopo le ferie.Cordiali Saluti. Spiros