Set naturale per i cineasti

L'industria patinata di Holliwood si è fatta avanti. Non è una minaccia, semmai indica una frequentata controtendenza che, da qualche anno in qua, ha investito Siracusa. Lontano il tempo del boom industriale, che distribuì equamente espropri e lusinghe, molto più abbordabile e plausibile, adesso, è l'epoca della trasformazione culturale, della riscoperta, di un retrocedere politico in grado di impegnare il Bene. Il manifesto è ancora praticabile, le casine di Marina di Melilli ricordano il trofeo degli invasori: intellettuali ed artisti si occuparono dell'indegna lacerazione, del malinconico esodo che imprestò coste e ruderi, arenili e rade mozzafiato ai signori delle ciminiere. La controtendenza oggi si appropinqua a convenire al nuovo gusto, quello esterofilo dei magnati americani che hanno scoperto il capoluogo e hanno deciso di incoronarlo a set. Ed è accaduto numerose volte, da «Malena» in poi, con Tornatore a guaire dal carrello, per le vie di Ortigia, e la produzione made in Usa, Miramax, pronta a spendere e spandere con un certo compiacimento. Gli adulatori si avvicendarono, il regista Thomas Creceius, a Noto, Edoardo Iannini («Il segreto dell'attore), Catherine McGilvray, che decise per le baie infuocate di Marzamemi e Portopalo («L'iguana»); e sono solo le pellicole più recenti, le ultime citate sostenute dall'esordio siracusano della Film Commission.

E ancora Rossellini, De Sica, Zampa, Antonioni, Salvatores, hanno trasferito troupe e attori nei nostri luoghi; non è nemmeno un caso che Red Shane (Paramount Pictures) si ostini a trascorrere le sue vacanze nella deliziosa cittadina barocca. Anche il Cinema di Frontiera contenitore d'avanguardia di un filone raffinato e d'essay ha privilegiato Pachino. «Questo è un vero boom cinematografico - ha affermato il presidente della Provincia Regionale, Bruno Marziano - ed è il risultato portato avanti dalla prima Film Commission».
Inaugurata nel 2001, con un ruolo sempre più incidente. Ottimo strumento di marketing territoriale continua ad alimentare ogni produzione televisiva che si accinga al luogo. Fino all'ultimo lavoro di Giovanni Virgadaula, «Lucia di Siracusa». «La scenografia è a portata di mano» riflette il presidente dell'ente di via Malta. Una «Sicilywood» a due passi dalle ciminiere.

Veronica Tomassini
Fonte: LaSicilia.it il 10-03-2004 - Categoria: Cultura e spettacolo

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SICILWOOD E SICILFOOD

Questa è il secondo articolo che riguarda il set naturale per cineasti in provincia di Siracusa. Infatti, un altro articolo di stampa della Sicilia On-line è del 28/10/2003. Basta digitare film commission nel motore di ricerca interna di questo sito per trovare l'altro articolo che riguarda il lancio del marketing territoriale. Lancio che è stato fatto a Palermo per veicolare questa iniziativa, e il lancio del sito,della provincia regionale che troverete domani sera anche su questo sito. Un fatto in se positivo. Se si pensa che prima d'ora non cera un interessamento della Provincia a "trasformare" e promuovere il territorio. E di conseguenza dare speranza o forse meglio illudere i "siracusani" che prima o poi gli toccherà fare una particina come comparsa. Ho commentato la notizia della data anzidetta limitandomi a riportare degli articoli di stampa che riguardano l'argomento cinema e altre notizie collaterali che hanno in oggetto, sopratutto, la drammatica situazione ambientale dell'area industriale di Priolo. Ricordiamolo: una delle più inquinate d'Italia. Venendo a conoscenza dell'evento e del lancio del sito, mi sono permesso, a suo tempo, di inviare una e.mail al segretario della Commission per segnalare che fra i luoghi e i posti da elencare nel sito della Provincia, se voleva, poteva anche tenere in considerazione, almeno sotto il profilo storico, che nel 1989 nella Masseria del Roveto in territorio di Noto( proprietà Loreto Messina) furono girate le scene salienti e finali del film di Gianni Amelio "Porte Aperte". Tratto da un romanzo libro di Leonardo Sciascia, che ha in oggetto la pena di Morte durante il periodo fascista. Interpretato in modo encomiabile dal compianto Gian Maria Volontè. Con l'ausilio di 70 comparse provenienti da Pachino e quattro comparse di Rosolini. Manco a dirlo, il segretario della commissione non mi ha mai risposto. Ergo.... Se si deve documentare la storia dei films girati nella Provincia di Siracusa è bene che sia fatto in un modo scientifico e storicamente accettabile: documentando seriamente tutto quello che realmente è stato girato. In caso contrario, come purtroppo è successo, constato solo un interesse partitico e di parte che non può essere assolutamente accettato.Perchè questo atteggiamento capzioso e aculturale aperto dimostra solo con una sibillina affermazione che purtroppo imperversa nei vari campi della politica e della cultura locale. Riducendo questa a pura propaganda locale e non a marketing territoriale come si vuole sostenere. E sostanzialmente il messaggio si riduce: prima di me non esisteva nulla e niente!!!! Quello che esiste c'è: perchè l'ho fatto Io. Presidente, si concentri nel piano territoriale di Cordinamento come l'hanno molte altre provincie( Ragusa in testa) se vuole fare qualcosa di veramente serio per il marketing territoriale provinciale. E' lasci la libera imprenditoria americana e di ogni paese e a chi gli interessa girare nei nostri luoghi a livello provinciale. E che le stesse imprese si trovino da sole, come sanno ben fare, i riferimenti e le cose che le servono a livello locale e per girare. Succederà che, per fare la comparsa in qualche film, invece di rivolgersi alla produzione, verranno filtrate dalla sua segreteria. Riducendo anche questa libera interpretazione in un canale privileggiato della sua films commissione!!!!!
Saluti Cordiali. Spiros