Serricoltura, convocato tavolo tecnico

Il ministro per le Politiche agricole, Giovanni Alemanno, non è rimasto sordo alle critiche avanzate nei giorni scorsi dai rappresentanti delle confederazioni agricole locali. I dirigenti della Coldiretti e della Cia iblea avevano lamentato che a distanza di mesi, nonostante gli impegni assunti dal ministro, non era mai stato organizzato alcun incontro del gruppo tecnico di lavoro, che deve sviscerare i problemi della serricoltura iblea e trovare soluzioni mirate. Alemanno ha convocato per il 12 novembre la prima seduta del tavolo serricolo regionale, che si terrà a Roma e a cui parteciperanno tutti i componenti già designati a far parte del comitato tecnico. Sono dunque tenuti ad esser presenti al vertice che si terrà nella sede del ministero i presidenti provinciali della Coldiretti, della Cia e della Confagricoltura e i rispettivi dirigenti regionali delle confederazioni, insieme ai sindaci dei Comuni della fascia trasformata iblea, cioè gli amministratori comunali di Vittoria, Pachino, Gela e Niscemi. «Le problematiche del tavolo serricolo regionale che dovremo esaminare il 12 novembre - spiega il direttore provinciale della Coldiretti Franco Carbone - sono le stesse che avremmo dovuto discutere mesi fa.

All'epoca della manifestazione regionale della serricoltura, le confederazioni agricole, le amministrazioni comunali e i serricoltori rivendicavano il ripianamento delle passività, la sospensione dei contributi e la revisione dei contratti di programma». Il ministro Alemanno in occasione della sua venuta a Ragusa, a seguito delle reiterate proteste della categoria, che organizzò la chiusura dei mercati ortofrutticoli della fascia trasformata iblea, si era assunto una serie di impegni. In particolare l'esponente del Governo nazionale aveva ipotizzato la revisione del contratto di programma, per prevedere la possibilità di rivedere i progetti di «rottamazione delle serre» che sono stati esclusi dal contratto di programma, in quanto lo strumento non è stato approvato. Centinaia di imprese serricole della provincia ancora oggi fanno affidamento sulla possibilità di ottenere l'approvazione dei progetti per la ristrutturazione delle serre, tramite l'utilizzo di attrezzature e materiale tecnologici più all'avanguardia rispetto all'esistente.

«Un'altra grande aspettativa che si è creata all'interno della categoria - spiega Carbone - riguarda la sospensione del pagamento di tutti i contributi, considerata la pessima situazione finanziaria in cui versano le aziende serricole, danneggiate all'inizio del 2002 dal fenomeno del ''caro prezzi'' e dal blocco conseguente della commercializzazione».
L'altra istanza profondamente sentita dalla categoria riguarda il ripianamento delle passività aziendali, un tema che è divenuto il simbolo della protesta dei serricoltori. Le critiche attuali, avanzate dalle confederazioni nei confronti del ministero, sono il sintomo di un nuovo stato di tensione esistente nella categoria dei serricoltori.
Fonte: LaSicilia.it il 26-10-2002 - Categoria: Economia

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