Sbarco di clandestini eritrei

PACHINO - Tredici uomini e due donne, sono questi i numeri dei clandestini intercettati ieri mattina a largo di contrada Granelli dagli uomini della Capitaneria di Porto di Portopalo. Gli immigrati sono arrivati con la solita imbarcazione di sei metri in vetroresina che, dopo diversi giorni di viaggio è arrivata sulle coste pachinesi carica di uomini stipati in pochi metri. Alcuni clandestini, fa sapere il comandante della Capitaneria di Porto di Portopalo, Salvatore Cascione, sono stati avvistati a terra in territorio di Ispica e per questo trasportati a Pozzallo. «Noi - spiega il comandante - siamo stati allertati di mattina e, immediatamente, ci siamo recati nel luogo indicato. Alcuni clandestini però sono stati intercettati mentre percorrevano a piedi la strada che collega contrada Marza con Pozzallo. A questo punto non erano più in territorio pachinese e quindi il caso, se così lo vogliamo chiamare, è passato nelle mani delle autorità di Ragusa. Gli immigrati sono comunque arrivati nel nostro territorio con la classica imbarcazione di sei metri di colore grigio che contraddistingue, se così possiamo dire, gli sbarchi di clandestini. In tutti gli sbarchi estivi infatti le varie "carrette del mare" che di volta in volta trasportavano i clandestini, avevano tutte le stesse caratteristiche». I clandestini arrivati ieri mattina sono tutti adulti, dicono di essere di nazionalità eritrea e, subito dopo lo sbarco sono stati trasportati a Pozzallo dove gli inquirenti hanno proceduto all'identificazione e all'espletamento delle formalità di rito. Nell'imbarcazione, adesso posta sotto sequestro, sono stati trovati però alcuni oggetti, tra cui la batteria di un telefono satellitare e venticinque giubbotti, il che lascia pensare che altri clandestini abbiano raggiunto la terraferma. «Nell'imbarcazione - commenta il comandante Salvatore Cascione - non sono stati trovati soldi, abbiamo invece trovato la batteria di un telefono satellitare, il che lascia pensare che qualche migrante aveva con se un telefono che non è stato però trovato. Nella piccola imbarcazione sono stati trovati inoltre venticinque giubbotti, questo ci lascia pensare che, con molta probabilità, i clandestini che avevano intrapreso il viaggio e che sono arrivati sulla terraferma siano diversi». Gli eritrei sbarcati stanno tutti bene tant'è che ieri mattina non è stato necessario l'intervenuto dei volontari di protezione civile e della misericordia locale che puntualmente portano il loro aiuto durante gli sbarchi per dare una mano alle forze dell'ordine. L'emergenza sbarchi quindi continua in questo scorcio di fine estate, nonostante le condizioni del mare non siano delle migliori. Da diversi giorni però in città non si registrava "l'allarme clandestini" anche se l'estate non è stata certo tranquilla. Il bilancio degli sbarchi dell'estate 2006 è stato pesante, molto sono i cittadini arrivati clandestinamente sulle nostre coste e, dietro ogni sbarco c'è una storia diversa. I cittadini di Pachino e Portopalo, convivono ormai con questa emergenza e, si attivano sempre per cercare di aiutare i disperati che arrivano. Ogni qual volta si verifica uno sbarco le associazioni di volontariato locale, tra cui ricordiamo l'Anopas, la Misericordia, le Croce Rossa e i volontari di protezione civile di Portopalo, si mobilitano affinché i clandestini possano trovare un sorriso amico che li accompagni nei primi, traumatici momenti, successivi allo sbarco. Non sono solo i volontari a mobilitarsi ogni quel volta avviene un approdo clandestino ma, tutta la cittadinanza cerca di aiutare i cittadini, portando loro del cibo e dei vestiti puliti e un po' d'amore.

Silvestra Sorbera
Fonte: LaSicilia.it il 25-10-2006 - Categoria: Cronaca

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