«Salviamo l'antico borgo di Marzamemi»

«Salviamo l'antico borgo di Marzamemi» PACHINO - Continua a suscitare polemiche e dibattiti il punto 9 dell'odg del prossimo consiglio comunale relativo alle modifiche del piano particolareggiato del centro storico di Marzamemi. Sull'argomento il segretario dei Ds Salvatore Borgh ha affermato: "Già nel nostro paese ci siamo fatti notare per aver distrutto molte opere di rilievo storico, come il vecchio municipio e altri palazzi del centro storico pachinese e, su questa scia, continuiamo, purtroppo, a seguire la strada del degrado e dell'aggressione verso ciò che ci rimane. L'amministrazione comunale proponendo il punto all'odg lascia intendere di voler derogare a quanto stabilito dalla legislazione vigente, per consentire sopraelevazioni sugli edifici del centro storico.

«Lanciamo un forte allarme a tutta l'opinione pubblica, compreso il comitato "Pro-Marzamemi", e ai consiglieri comunali perché non permettano la possibilità di compiere gravi danni al già delicato equilibrio architettonico della frazione. Su questo punto, probabilmente, la soprintendenza siracusana non consentirà la possibilità di vedere le casette dei pescatori a due o a tre piani, ma bisogna essere vigili dato che nel paese abbiamo già visto la pinacoteca oscurata da un ingombrante edificio di calcestruzzo, e un tentativo di montare i ventilatori eolici nelle oasi ambientali. Non sarebbe così strano, -conclude Borgh- tentare di cambiare faccia a Marzamemi». La nomina degli esperti che affiancano gli amministratori è stata nei giorni scorsi criticata con durezza dal movimento civico Rinascita di Pachino.

Sa.Mar.
Fonte: LaSicilia.it il 27-02-2005 - Categoria: Cronaca

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Salviamo L'Italia



Fermate la legge Lupi ”per il governo del territorio”
Data di pubblicazione: 25.02.2005

Appello presentato in occasione del convegno di Italia Nostra, Roma 28 gennaio 2005. Primi firmatari Desideria Pasolini dell’Onda, Edoardo Salzano, Vezio De Lucia, Piero Bevilacqua, Vittorio Emiliani, Gaia Pallottino, Giuseppe Barbera, Giuseppe Gisotti, Alberto Magnaghi ...

La Camera dei Deputati si appresta a votare la riforma del governo del territorio, nel testo approvato dalla VIII commissione parlamentare. Il testo, in gran parte dovuto al presidente della commissione on. Lupi, sopprime il principio stesso del governo pubblico del territorio, che rappresenta una della principali conquiste del pensiero liberale e accomuna tutti i paesi sviluppati, e cancella i risultati di importanti conquiste per la civiltà e la vivibilità della condizione urbana e la tutela del territorio ottenute nell’ultimo mezzo secolo dalle forze sociali e politiche e dalla cultura italiana.

Nella legge si sostituiscono gli “atti autoritativi”, e cioè la normale attività pubblica di pianificazione, con gli “atti negoziali con i soggetti interessati”. La relazione di accompagnamento della legge specifica che i soggetti interessati non si identificano – come sarebbe auspicabile - con la pluralità dei cittadini che hanno diritto ad avere una ambiente urbano vivibile e salubre, ma si identificano invece con la ristretta cerchia degli operatori economici. Un diritto collettivo viene dunque sostituito con la sommatoria di interessi particolari: prevalenti, quelli immobiliari. I luoghi della vita comune, le città e il territorio vengono affidati alle convenienze del mercato.

Nella legge si sopprime l’obbligo di riservare determinate quantità di aree alle esigenze di verde, servizi collettivi (scuole, sanità, sport, cultura, ricreazione) e spazi di vita comuni per i cittadini, ottenuto decenni fa grazie a un impegno massiccio delle associazioni culturali, delle organizzazioni sindacali, del movimento associativo e di quello femminile, delle forze politiche attente alle esigenze della società. Gli “standard urbanistici” sono infatti sostituiti dalla raccomandazione di “garantire comunque un livello minimo” di attrezzature e servizi, “anche con il concorso di soggetti privati”. L’obbligo del rispetto quantitativo degli standard urbanistici è già rispettato nei comuni dove la corretta pianificazione urbanistica è un risultato consolidato, ma è un traguardo ancora molto lontano in numerosissime città italiane.

Nella legge si esclude la tutela del paesaggio e dei beni culturali dagli impegni della pianificazione ordinaria delle città e del territorio. Contraddicendo una linea di pensiero che, da oltre mezzo secolo, aveva tentato di integrare con la pianificazione i diversi aspetti e interessi sul territorio in una visione pubblica unitaria, contraddicendo gli indirizzi culturali e legislativi che dalle leggi del 1939 e del 1942 avevano condotto alla “legge Galasso” e alle successive leggi regionali, paesaggio e trasformazioni territoriali sono divisi: affidati a leggi diverse, a uomini diversi, a strumenti diversi. Non c’è dubbio a chi spetterà la parola in caso di contrasti: non certo a chi rappresenta i musei e il bel Paese, ma a chi investe, occupa, trasforma, agli “energumeni del cemento armato”, pubblico e privato.

Ci siamo limitati a sottolineare alcuni aspetti più negativi della legge, che ci sembrano sufficienti per esprimere un giudizio preoccupato e severo: preoccupato per gli effetti, severo nei confronti non solo di chi l’ha proposta, ma anche di chi non l’ha contrastata.

E’ grave il silenzio della stampa.

E’ grave l’atteggiamento minimalista dei gruppi parlamentari dell’opposizione che, nel migliore dei casi, si sono limitati a un’azione di piccoli emendamenti e di espressione di parziale dissenso a una linea radicalmente eversiva.

E’ grave il silenzio dei partiti politici, che si presentano di nuovo alle elezioni senza aver espresso con chiarezza il loro orientamento (anzi, le loro decisioni) su un argomento così rilevante per il futuro del paese, per le condizioni di vita dei suoi abitanti, per la sorte stessa della democrazia.

Roma, 28 gennaio 2005

I primi firmatari: Desideria Pasolini dell’Onda, Edoardo Salzano, Vezio De Lucia, Piero Bevilacqua, Vittorio Emiliani, Gaia Pallottino, Giuseppe Barbera, Giuseppe Gisotti, Alberto Magnaghi, Francesco Canestrini, Antonio di Gennaro, Raffaele Mazzanti, Mario Ghio, Gabriella Corona, Vittoria Calzolari, Domenico Luciani, …