Salvatore Caligola: Maestro, poeta e critico d'arte

Salvatore Cagliola, maestro, poeta e diacono, è anche critico d'arte dall'inizio degli anni '70. Ha fatto parte, attivamente e fattivamente, di due importanti gruppi culturali pachinesi, “Il Portico“ e “Gruppo 6”, che hanno organizzato, a Pachino, attività culturali in genere e mostre di pittura di un certo rilievo, in particolare, capaci di richiamare persone di cultura amanti dell'arte pittorica, mettendo al centro dell'attenzione, sul piano tematico, “Pachino e il suo meraviglioso ambiente marino e agricolo”. Tali peculiari manifestazioni di esposizioni di opera pittoriche hanno coinvolto artisti di talento come Calì, Tano Mallia, Angelo Di Maria, Corrado Brancato (che cerca di penetrare l'umanità dell'uomo nel suo lavoro artistico), Mimì Genna (che dipinge, saggiamente, le albe rosate sull'Ionio e i tramonti di fuoco sui vigneti sazi di verde e di luce), Angelo Ricca, Tano Fortuna (con le sue case di pescatori, che con i loro volti sembrano quasi poter narrare le loro sofferenze e la loro fede), Nino Veronica (incisore-pittore di figure caratterizzate da un profondo dolore), Santo Grasso e Salvatore Dugo (classico esponente della locale Scuola del paesaggio pachinese), ecc.

In tale contesto di talenti artistici emergenti quale migliore critico d'arte poteva esserci al di fuori di un poeta come Cagliola, dotato di grande sensibilità umana e poetica e di un'ampia apertura verso le opere che hanno come soggetto artistico il mondo meraviglioso che è creatura divina? Il lavoro del critico ha bisogno di “spirito di finezza”, sensibilità, cultura, analisi critica delle immagini e dei colori, cogliendo quasi una certa filosofia dell'artistica, che opera in un campo meraviglioso dell'espressione umana.
Ma se, da una parte, il suo lavoro di critico si è rivolto ad un'ampia teoria di pittori variamente caratterizzati e per le loro sagge scelte tematiche e per la loro traduzione su tele con una tavolozza di colori utili a fissare immagini, desideri espressi, aspirazioni ad un mondo migliore, ecc., dall'altra il Cagliola critico pittorico ha rivolto maggiormente la sua attenzione, e direi il suo studio analitico, al pittore Giovanni Iurato con i suoi temi, come “Iris”, “Dune”, “La balata”, “Giardino”, “Fichi d'India”, ecc. Tutta la sua opera critica su Giovanni Iurato il Cagliola l'ha racchiuso in un aureo libretto dal titolo “Giovanni Iurato e le sue armonie pittoriche”, Edizioni “Artecultura”, Milano: tale sintesi comprende la generi e l'iter artistico di Iurato, che per il Cagliola è quasi “strumento in accordo all'infinito”, un artista che “ricrea su tela gli eterni moti del mare e le sue canzoni d'amore e di morte, le case dei pescatori, il cielo azzurro, i poggi stupendi”.
Fonte: LaSicilia.it il 08-02-2003 - Categoria: Cultura e spettacolo

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