Salvarono in mare circa cento profughi prosciolti comandante ed equipaggio del peschereccio

PORTOPALO - Archiviazione del caso per insussistenza del reato. Su richiesta del pubblico ministero, il gip di Modica ha dichiarato chiuso il procedimento a carico di Corrado Scala, capitano del motopeschereccio portopalese «Cico». Il caso, come in tanti sicuramente ricorderanno, risale alla metà di agosto di due anni fa. In quella circostanza l'equipaggio del Cico, composto da quattro marinai oltre al capitano Scala, diede soccorso ad un'imbarcazione di immigrati curdi, con centocinquanta persone a bordo, che si trovava alla deriva, e con il motore in avaria, a largo di Capo Passero. Dopo un continuo contatto radio con il comando generale delle Capitanerie di Porto di Roma, il Cico prima fece rotta verso Malta poi, alla minaccia degli immigrati di volersi buttare in acqua insieme ai bambini, e sempre su stretto raccordo via radio con le autorità marittime italiane, fece rotta verso la Sicilia, e precisamente al porto di Pozzallo. All'arrivo tuttavia la Procura di Modica aprì l'inchiesta a carico di Scala partendo da un'ipotesi di reato ben precisa: favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. La vicenda del "Cico" ebbe una vasta eco negli organi di stampa e nei media nazionali.

Corrado Scala, uomo di mare dal grande senso religioso, non ha mai perso fiducia nella giustizia e in questi due anni si è sempre detto fiducioso che alla fine la verità sarebbe venuta a galla. Ad annunciare la decisione del Gip di Modica è stato l'avvocato di Scala, Corrado Valvo, che sottolinea brevemente la fine di questa vicenda giudiziaria. "Archiviazione - esclama soddisfatto il legale netino - e quindi fine della vicenda giudiziaria nel migliore dei modi per Scala". Il capitano del Cico intanto mostra la consueta calma. "Ho sempre avuto fiducia nella giustizia - dice - e adesso che siamo arrivati all'archiviazione sono molto contento". L'anno scorso, durante una trasmissione televisiva su RaiUno, il capitano Scala ebbe modo di incontrarsi con il responsabile della comunità curda di Roma. E alla domanda "rifarebbe quello che ha fatto nell'agosto del 2002?", Scala rispose deciso: "lo rifarei senza alcuna esitazione perché in mare la prima regola è salvare chi è in difficoltà". E il plauso va certamente esteso a tutti gli altri marinai del "Cico" che si diedero un gran da fare per soccorrere i migranti alla deriva. Sono loro il simbolo in positivo della marineria di Portopalo.

Sergio Taccone
Fonte: LaSicilia.it il 30-10-2004 - Categoria: Cronaca

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