Sale a 64 il numero dei cingalesi sbarcati

PORTOPALO – E' salito a 64 il numero dei clandestini di etnia cingalese, sbarcati la mattina del primo gennaio sul litorale pieno di scogli di Portopalo di Capo Passero. Il dato è ufficiale ed è stato fornito dalla polizia di Stato, a conclusione di una intensa giornata trascorsa in servizi di rastrellamento e ricerche sull'intero territorio pachinese, con l'apporto operativo anche di finanzieri e carabinieri.
I cingalesi sono stati intercettati a piccoli gruppi ( il primo gruppo con gli abiti bagnati fu localizzato da una pattuglia di finanzieri) e in periodi diversi nell'arco della giornata di Capodanno. In un primo tempo, i clandestini sono stati ospitati nei locali della caserma della gridata di Portopalo della guardia di finanza, dove sono cominciate le operazioni di identificazione e nello stesso tempo le operazioni di solidarietà nei loro confronti da parte della locale protezione civile. Ultimate le procedure identificative da parte degli agenti dell'ufficio antimmigrazione della questura di Siracusa,i 64 cingalesi sono stati trasferiti con pullman della polizia di Stato al centro provvisorio di prima accoglienza dell'istituto educativo Umberto Primo.

Una ventina di clandestini ha avanzato istanza per ottenere l'asilo politico, essendosi dichiarati Tamil. La loro posizione, adesso, è al vaglio dei superiori organi di controllo nazionali e internazionali. Per quei cingalesi, poco più di 40, che non hanno avanzato alcuna richiesta è scattato un nuovo trasferimento. dalla Sicilia alla volta della Puglia, esattamente il centro di temporanea permanenza di Lecce. I clandestini sono partiti, in pullman, sotto la scorta della polizia, alla volta dalla Puglia, attorno alle 14 di ieri.
A Portopalo, intanto, il barcone incagliatosi sulla scogliera è stato posto sotto sequestro da parte degli investigatori, i quali intendono raccogliere tutti gli elementi possibili per ricostruire, a parte le dichiarazione di qualche cingalese, il percorso compiuto dal natante incagliatosi sulla scogliera a causa del moto ondoso del mare molto mosso del primo dell'anno.
Le condizioni di vetustà del battello escluderebbero l'ipotesi che si possa essere sobbarcato ad un lungo viaggio in mare dallo Sri Lanka sino alla Sicilia. L'ipotesi più verosimile è che il barcone sia stato noleggiato in un porto del Mediterraneo più vicino alla Sicilia, che potrebbe essere Malta o la costa del nord Africa, lato sempre Mediterraneo.

Agli investigatori sono state fornite, secondo è dato apprendere, frammentarie informazioni.
Le indagini non hanno contribuito a scoprire l'eventuale presenza nel gruppo dei 64 clandestini dei traghettatori.
I cingalesi avrebbero navigato solcando il Mediterraneo in burrasca con il sistema dei «fai da te», governando cioè in proprio il battello della speranza. Non sarebbe questa una novità. In altri sbarchi i clandestini che avevano dimestichezza con il mare, si sono dati da fare improvvisandosi traghettatori. In tal modo non hanno pagato all'organizzazione che gestisce il traffico della speranza, la loro quota di partecipazione sulla base di migliaia di dollari a viaggio.La quota varia di volta in volta da un minimo di due mila dollari ad un massimo di 5 mila.
Fonte: LaSicilia.it il 03-01-2003 - Categoria: Cronaca

Lascia il tuo commento
Cerca su PachinoGlobale.net