Recuperata un'ancora del III secolo avanti Cristo

PORTOPALO - Finanzieri in edizione da sub-archeologici. Non è una novità l'impegno della guardia di finanza nel campo, anche dell'archeologia subacquea per il recupero di beni storico-archeologici che giacciono sui fondali marini, sottraendoli così agli speculatori o ai predatori subacquei che sono sempre in agguato. Soprattutto in quei tratti di mare, dove sono a conoscenza dell'esistenza di una vera e propria miniera archeologica sottomarina. Lo specchio di mare, che circonda l'isolotto di Capo Passero, è ricco di tracce del passato, per vie delle numerose testimonianze che di volta in volta sono venute alla luce, dalle profondità marine. Ed i reperti rinvenuti dai predatori subacquei sono finiti con arredare bacheche personali, o vetrinette di amatori delle tracce del passato, che hanno più l'hobby che il culto, dei beni archeologici, che sono valide testimonianze del passato e della vita che si svolgeva nella punta estrema della Sicilia. Sono state numerissimi i sequestri con denunce da parte della guardia di finanza alla magistratura di persone trovate in possesso di anfore ripescate dal mare, o di altri oggetti strappati ai fondali da ignoti sub. Un bene archeologico subacqueo, però, è stato sottratto ai predatori marini, dagli uomini della guardia di finanza. Si tratta di una ancora in piombo risalente al secondo o terzo secolo avanti Cristo.

Il rinvenimento è stato operato dai sommozzatori della stazione navale della guardia di finanza di Messina, impegnati in una prospezione subacquea nelle acque antistante l'isolotto d Capo Passero. All'attività di servizio hanno partecipato ancde due unità navali della sezione operativa navale della Finanza di Siracusa. Ebbene, durante le immersioni per le prospezioni subacquee i sommozzatori delle fiamme gialle hanno rinvenuto, centinaia di frammenti di vasellame proveniente da anfore e l'ancora di piombo, lunga un metro e 40 centimetri, perfettamente conservata nonostante la lunghissima permanenza in mare., occultata da una rigogliosa colonia di poseidonia. Il reperto è stato messo a disposizione degli esperti della sovrintendenza. che è stata informata della scoperta . Al momento si trova depositato presso la stazione navale della Gdf di Messina. Il constante monitoraggio del patrimonio archeologico sommerso è una attività di servizio che rientra nei compiti istituzionali del comparto aeronavale della guardia di finanza, la quale avvalendosi di sommozzatori altamente specializzati, contrasta l'attività illecita dei predatori subacquei, senza frontiere , senza bandiere e senza scrupoli.

saretto leotta
Fonte: LaSicilia.it il 10-05-2006 - Categoria: Cronaca

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