Quella maledetta notte 10 anni dopo

Sono ormai passati dieci anni dal tragico naufragio del Natale del 1996 nel quale, a 19 miglia da Capo Passero, persero la vita ben 283 migranti. Per ricordare il tragico avvenimento, ma soprattutto per non dimenticare le anime dei morti di quella lontana tragedia, la sezione cittadina dell'Auser, ha deciso di organizzare, per giorno 22, presso la sala teatro della parrocchia di S. Corrado la manifestazione denominata «Un'ora per non dimenticare». «Abbiamo creduto necessario - spiega Paola Genovesi, presidentessa dell'Auser - ricordare una tragedia così grande. Nel lontano natale del 1996 persero la vita tantissimi uomini che, mossi dalla voglia di arrivare sulle nostre coste per migliorare la loro vita, hanno invece trovato un destino crudele. Nel corso della manifestazione proietteremo dei filmanti, leggeremo degli articoli scritti da vari giornalisti sulla tragedia, reciteremo delle poesie e, soprattutto, daremo la parola ad alcuni extracomunitari che abitano nella nostra città». Tra le varie persone che prenderanno parola nel corso della manifestazione vi è anche Alì Hasum, trentasettenne algerino che, per sua fortuna, non ha mai preso parte ad uno dei tanti «viaggi della speranza» in quanto è arrivato nel nostro territorio con un regolare premesso.

In città ha trovato tutto, dall'amore (è sposato con una donna pachinese) al lavoro. «Sono arrivato in città più di otto anni addietro - spiega il giovane Alì -. Qui mi sono sempre trovato bene, ho lavorato duro e ho sempre rispettato le regole. Dopo tanti sacrifici sono riuscito ad aprire un'attività commerciale che mi permette di mantenere me e mia moglie. Non ho grossi svaghi, lavoro, torno a casa e, per divertirmi leggo un libro o vado a pescare, la mia vita mondana finisce qui. Non faccio niente di male e spesso soffro quando qualche mio concittadino compie dei gesti illegali perché poi, si fa di tutta l'erba un fascio invece ci sono i buoni e ci sono i cattivi». Alì adesso gestisce una macelleria che ha chiamato «macelleria della pace» perché vuole dare un segno alla città, vuole spiegare e gridare a gran voce che la pace deve essere il veicolo ed il motore che deve fare muovere tutte le cose. Il 22 l'Auser farà rivivere alla cittadinanza il tragico naufragio del 1996, facendo sanguinare una ferita ancora aperta ma che, è necessario che sanguini affinché nessuno dimentichi.

Silvestra Sorbera
Fonte: LaSicilia.it il 13-12-2006 - Categoria: Cronaca

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