Processo alla mafia di Pachino

PACHINO - Al processo contro la cosiddetta mafia di Pachino, in corso di svolgimento dinanzi ai giudici della quarta sezione della Corte d'Assise di Appello di Catania, hanno parlato ieri mattina gli avvocati Junio Celesti e Mario Murgo, in difesa del pachinese Massimo Caccamo, accusato sia di avere ucciso il tossicodipendente Carmelo Diamante che di associazione per delinquere di stampo mafioso. In primo grado, Massimo Caccamo era stato riconosciuto colpevole delle due ipotesi di reato contestategli dal pubblico ministero Angela Pietroiusti e condannato all'ergastolo. Ma, in quello di secondo grado, il Procuratore Generale, Toscano, pur dicendosi convinto della penale responsabilità del pachinese, ha chiesto alla Corte d'Assise di Appello di condannarlo alla pena di ventiquattro anni di reclusione, con la concessione delle attenuanti generiche.

I difensori di Caccamo, invece, contestano la fondatezza delle tesi accusatoria e sostengono che il loro giovane assistito non ha nulla a che fare con l'uccisione del tossicodipendente Carmelo Diamante. I penalisti, per dare forza al loro assunto difensivo, hanno prodotto una sentenza di assoluzione nei confronti di Caccamo dall'accusa di rapina di una collana in danno di Diamante. La produzione della sentenza tende a dimostrare l'insussistenza della tesi dell'accusa che Caccamo avrebbe ucciso il rivale perchè non aveva ottenuto il pagamento di alcune forniture di droga.
Fonte: LaSicilia.it il 20-02-2003 - Categoria: Cronaca

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