Primizie in regalo per protesta

Una protesta nella protesta. Nel giorno che ha visto la Capitale invasa dalle migliaia di lavoratori chiamati a raccolta dai sindacati confederali, un angolo del centro di Roma se lo sono conquistato pure gli agricoltori siciliani. Ieri mattina, un centinaio ha «marciato» sull'Urbe per protestare contro la «campagna denigratoria» attuata nelle ultime settimane sul caro-prezzi dei prodotti ortofrutticoli provenienti dalle serre dell'Isola. Il corteo ha sfilato davanti a Palazzo Chigi per concludersi a piazza Venezia - dove è stato sciolto «per motivi di ordine pubblico», vista la vicinanza con piazza Santissimi Apostoli dove era in corso l'«adunata» dei confederali - con la distribuzione di primizie ai molti romani che, sorpresi da tanto omaggio, ne hanno approfittato di buon grado.

E' stato un gesto dimostrativo, servito a sottolineare lo stato d'animo tutt'altro che sereno di una categoria che, dallo scorso dicembre, si sente sotto il tiro incrociato «di media, politici e opinionisti». Colpevoli, si legge in un comunicato congiunto siglato dagli amministratori dei Comuni di Vittoria, S. Croce, Scicli, Acata, Comiso, Ispica, Pachino e Niscemi, «di avere attribuito l'impennata dei listini a speculazioni da parte degli operatori del comparto. Per accreditare questa versione qualcuno è addirittura arrivato a negare che la serricoltura siciliana sia stata interessata dalle gelate degli ultimi due mesi. Si è insomma volutamente ignorato che essa è presente in aree caratterizzate da forti escursioni termiche, dove gran parte delle strutture (circa il 97 per cento) non sono riscaldate».

Oltre ai danni del freddo - «oggettivi e sotto gli occhi di tutti» - dunque, gli agricoltori hanno lamentato la beffa, una caduta d'immagine a loro dire nient'affatto casuale, «visto che l'attenzione dei consumatori è stata massicciamente indirizzata verso i prodotti congelati e surgelati». «E' lecito, quindi, domandarsi quale ruolo abbia avuto in tutto ciò un'industria conserviera più che mai interessata a spiazzare la produzione ortofrutticola di serra che in larghissima percentuale (tra il 60 e l'80 per cento) proviene dalla Sicilia». Obiettivo del corteo capitolino - oltre a quello di rimarcare «l'altissima qualità dei prodotti di serra, che non si registra né in quelli a lunga conservazione né in quelli esteri, trattati con fitofarmaci considerati illegali dallo Stato italiano» - è stato soprattutto uno, cioè sollecitare il governo a un immediato intervento «per eliminare la confusione instillata sapientemente nella testa degli italiani».

Una richiesta presentata direttamente nel corso del faccia a faccia tra il ministro delle Politiche agricole, Gianni Alemanno, e una delegazione di manifestanti. «Siamo consapevoli - ha affermato il ministro - degli effetti negativi che alcune dichiarazioni hanno causato all'ortofrutta siciliana, vero gioiello dell'agroalimentare italiano. Si è trattato di interventi da parte di soggetti abituati a esternazioni estremistiche che hanno arrecato un grave danno ai produttori». Alemanno - che ha confermato la disponibilità di un fondo di circa 186 milioni di euro (cui dovrebbero aggiungersi gli stanziamenti chiesti all'Ue) a rimborso dei danni da gelo - si è infine impegnato al recupero d'immagine con «campagne pubblicitarie mirate».
Fonte: LaSicilia.it il 01-02-2003 - Categoria: Cronaca

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