Previdenza agricola, la CIA scrive a Berlusconi

Il presidente Politi denuncia lo stato di crisi del settore e chiede con urgenza la convocazione del tavolo agro-alimentare


“Il settore agricolo italiano, nonostante i positivi risultati produttivi per quantità e qualità che ha contribuito nello scorso anno ad incidere positivamente sul PIL complessivo del nostro Paese, è interessato da una grave crisi economica che si evidenzia con una drastica caduta dei redditi delle imprese”. E’ quanto si legge nella lettera inviata dal presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori all’indirizzo del Presidente del Consiglio dei ministri Berlusconi.
Quanto drammaticamente avvenuto in questi giorni in Puglia -si evidenzia nel testo- è il segnale evidente del grave disagio economico e sociale degli agricoltori che non riescono, dopo un anno di lavoro ed investimenti, a collocare sui mercati a prezzi giusti le loro produzioni.

Paradossalmente -sostiene Politi- le nostre imprese hanno prodotto di più e hanno in maniera significativa aumentato il livello qualitativo dei prodotti, ma hanno realizzato meno reddito. Considerando i negativi risultati economici del triennio 2000/2003 che a causa delle ripetute calamità naturali hanno ridotto in maniera significativa la produzione agricola totale, il positivo risultato dell’annata agraria dello scorso anno rappresenta la volontà degli imprenditori agricoli italiani a voler continuare ad investire nel settore contribuendo allo sviluppo del comparto agricolo-alimentare-industriale italiano e, quindi, all’intera economia del nostro Paese.

Le produzioni agricole italiane -continua Politi- per la loro forte diversificazione, tipicità e qualità legata al territorio, insieme alla grande professionalità dei nostri agricoltori, hanno tutte le potenzialità di poter competere sul mercato globale. Queste potenzialità devono però essere utilizzate con la definizione di regole certe ed uguali per tutti i soggetti che operano sugli stessi mercati. La nostra scelta favorevole ad indicare in maniera chiara e certa ai consumatori l’origine e la tracciabilità delle produzioni agricole, rappresenta la definizione di regole finalizzate alla valorizzazione delle nostre produzioni tipiche e di qualità sui mercati interni ed internazionali.

Queste regole, importanti ed indispensabili, per la competizione, da sole però non sono sufficienti se non accompagnate da scelte politiche finalizzate alla riduzione dei costi di produzione pari a quelli sostenuti dai nostri maggiori concorrenti all’interno dello stesso bacino produttivo che per la nostra agricoltura è quello dell’UE.

Su questa necessità -prosegue nella lettera- da anni abbiamo individuato i problemi e gli interventi da compiere.“ Sul tappeto vi sono problemi complessi che non riescono a trovare una adeguata soluzione. Tra questi, insieme ai costi energetici, alla modernizzazione delle infrastrutture e a nuovi servizi finanziari ed assicurativi, abbiamo individuato la necessità e l’urgenza di interventi nel campo della previdenza agricola. È’ questa una questione centrale di grande rilevanza alla quale è necessario dare una risposta urgente ed efficace. Si va dal costo insostenibile degli oneri contributivi sul lavoro dipendente, al riordino delle prestazioni temporanee. agli incentivi per l’emersione del lavoro irregolare (con particolare riguardo alla questione del lavoro stagionale degli extracomunitari) alla necessità di rivedere le regole per i lavoratori autonomi e di allargare l’attuale platea di contribuenti e, quindi, di adeguarsi alle nuove figure professionali agricole disciplinate dalla recente normativa e di regolarizzare le “figure miste”.

Purtroppo -evidenzia Politi- su fronte previdenziale agricolo si sono accumulati incomprensibili ritardi che stanno mettendo in risalto un sistema, anacronistico ed inadeguato, che frena fortemente lo sviluppo del settore agricolo, che oltretutto vive una fase di notevole difficoltà e di profonde incertezze. Non basta. Negli ultimi tempi si sono aggiunti i problemi relativi alle richieste dell’Inps di contestazione nei confronti degli agricoltori dell’omissione di versamenti contributivi che hanno contribuito a rendere lo scenario ancora più grave.
In tutto questo dobbiamo registrare -viene sottolineato da Politi- che il Tavolo sulla previdenza agricola, costituito ormai da molti mesi, ha subito una nuova preoccupante battuta d’arresto. L’insediamento di una commissione di esperti per elaborare proposte da sottoporre alle parti sociali non ha prodotto finora alcun risultato visibile. Del resto, abbiamo sempre sostenuto che il Tavolo doveva essere l’occasione per affrontare a tutto campo le questioni del lavoro agricolo. Ciò non è avvenuto e ha reso in salita la strada per gli agricoltori che oggi si trovano a scontare ostacoli e soprattutto pesanti oneri economici e burocratici.

Per tale motivo -conclude Politi nella lettera- riteniamo opportuna, da parte Sua, la convocazione immediata del Tavolo agro-alimentare sui problemi della previdenza agricola dove poter subito affrontare le questioni attualmente aperte. Da parte nostra, Le confermo la piena disponibilità ad offrire un fattivo contributo allo scopo di giungere a soluzioni condivise da tutte le parti sociali agricole, orientate a sciogliere i nodi principali sulla previdenza agricola e sul mercato del lavoro.
Fonte: Cia il 02-09-2005 - Categoria: Economia

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