«Preoccupa la recrudescenza criminosa»

«Preoccupa la recrudescenza criminosa» PACHINO - La recrudescenza criminosa che si sta verificando a Pachino è al centro dell'intervento del consigliere provinciale Giuseppina Ignaccolo che si dice allarmata dall'evolversi degli eventi.
A preoccupare l'esponente del consiglio provinciale in particolare sono stati due episodi, uno ai danni di un'azienda agricola ed un altro ai danni di una gioielleria di Pachino. “Si tratta di episodi gravi ed inquietanti, -ha affermato la Ignaccolo- in special modo quello ai danni dell'azienda agricola Impera perpetrato da un commando di ben 12 persone armate di pistole e fucili. Questi casi di cronaca, -ha continuato la Ignaccolo che è intervenuta sia nella qualità di consigliere provinciale che di membro dell'Apac, (associazione anticrimine pachinese)- impongono una profonda riflessione e nello stesso tempo un maggiore impegno da parte di tutti a favore della legalità, perché non ci può essere sviluppo senza legalità”.

Secondo l'esponente politico occorre il rafforzamento degli organici ed una maggiore attenzione delle istituzioni. “E' necessario tutelare commercianti ed imprenditori oltre ovviamente i cittadini, -ha continuato la Ignaccolo- e garantire la sicurezza. Per raggiungere risultati concreti però siamo tutti chiamati a collaborare denunciando, anche in maniera anonima, fatti e misfatti di cui siamo a conoscenza per assicurare i responsabili alla giustizia”. Il consigliere provinciale ha poi espresso solidarietà piena alle vittime degli episodi criminosi, episodi che negli ultimi giorni sono aumentati in maniera esponenziale in città ed ha assicurato la propria vicinanza a coloro che hanno subito tali violenze.

Sa.Mar.
Fonte: LaSicilia.it il 17-01-2007 - Categoria: Cronaca

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La banda Cucù

Chi si ricorda della banda Cucù? Operava negli stessi luoghi dove si è svolto l'assalto all' azienda agricola sita in contrada Burgio Ramaddini...E precisamente nelle zone limitrofe tra Passo Corrado e pantano Longarini...
Mi ha suscitato sgomento e angoscia questo evento delittuoso..L'ennessimo devastante degenerazione sociale con impiego di ben dodici persone per portare a segno un colpo ben studiato...
Persone incappucciate nell'azione delittuosa indica che possono essere conosciute dal guardiano e di conseguenza persone che magari frequentano Pachino...
Un fatto è certo: non si tratta di mafiosi riconosciuti e temuti.
Perchè i mafiosi di questa risma hanno il coraggio di mostrare il volto per incuotere ancora più soggezione e timore nella persona che viene presa di mira...
Questo evento mi riporta ed apre una pagina molto triste dove vedi il sole che dà calore...e dopo questi fatti non lo vedi più con gli stessi occhi di sempre... Ti si annebbia la vista..e tutto intorno a te diventa scuro...Una pagina dove sono scritte nella mia memoria i miei ricordi peggiori. Quando vivevo a Pachino...e di notte, dopo i tragici fatti conseguenti, mi toccava montare di guardia, dopo che finivo il mio lavoro nel mio studio di Piazza Vittorio Emanuele. Mi toccava, per amorre di mio padre e della sua incolumità, fare dei giri notturni, mai armato, a difesa dell'ovile di mio padre e del suo aiutante e delle nostre pecore.
Era il gennaio del 1988, il 15 per l'esattezza, e quella sera, al crepuscolo, mio padre usci con la sua ape per andare verso Longarini a recuperare una pecora che aveva partorito il suo agnellino...
Come si sà quando una pecora partorisce accudisce la sua creatura che è ancora malferma sulle gambe e non riesce ancora a camminare.
La madre con tanto amore si sofferma abbandonando il gregge ed inizia a pulire il suo pargolo agnellino con la lingua fino a renderlo netto e pulito.
Ciò richiede tempo e l'animale viene lasciato nel luogo dove partorisce...
Dunque l'uscita di mio padre aveva fatto credere, ad una banda che si era appostata nei punti di osservazione li vicino e bene organizzata, che fosse tornato a Pachino: fatto e circostanza che avveniva molto di rado...
Dopo avere recuperato l'animale e il suo agnellino
caricandoli nel cassone dell'ape è ritornato all'ovile di Bonpalazzo.. Non ebbe neanche il tempo di scaricare l'animale che venne preso alle spalle e picchiato selvaggiamente da due uomini...
Legato mani e piedi con del filo di ferro mentre il suo aiutante, il generoso Giuseppe, creduto a torto incapace di reagire, non venne neanche legato.. Ma soltanto minacciato e intimidito: ordinandogli di non muoversi..Venne messo insieme a mio padre, non legato, dentro al casolare grande...
In poco tempo furono aperte le porte e circa duecentocinquanta pecore vennero condotte a piedi nei pressi e nei dintorni di quella azienda che è stata assaltata qualche giorno fà...Distante da Burgio Bonpalazzoo almeno un paio di chilometri...
Lì esistevano, e credo che esistano ancora, degli ovili che in quel periodo non erano frequentati da nessun pastore.
L'evento e la circostanza di sottovalutare l'aiutante di mio padre, Giuseppe, che per questo, come detto, non venne neanche legato: fu un errore per la banda.
Poichè dopo pochi minuti che il gruppo si era allontanato, da Bonpalazzo e imboccata la strada verso Ramaddini: mio padre venne prontamente slegato da Giuseppe.
Insieme saltarono il muro di cinta che dà in un giardino di limoni ed arance e uscirono dalla porta che dà sulla facciata principale delle case di Bonpalazzo.. Dopo pochi minuti erano all'incrocio con la Pachino Ispica e fortunosamente, passati pochi minuti, un signore con un furgone di nazionalità tedesca passava e istantaneamente gli venne fatto cenno di fermarsi. Racconato velocemente quello che stava sucecdendo e che caricandoli nel furgone: li accompagno al commissariato della polizia di stato Pachino...
Non era passata neanche mezz'ora dall'evento e già la polizia, per l'intervento immediato del personale, che non finirò mai di ringraziare, si avviava a sirene spiegate vero il Burgio.

Nel frattempo nei pressi dell'ovile abbandonato, che è a poche centinaia di metri del Pantano di longarini, un gruppo di cacciatori appostati per la caccia vedendo arrivare nel buio della sera, forse con una primo quarto di luna, nel cielo pumbleo una fitta guardia di folaghe in un sincronico evento sfortunato per quei rapinatori cominciarono a sparare all'impazzata...Questo è un evento che mi è stato raccontato due estati fà dal cacciatore che quella sera come per incanto si trovò in quella circostanza irripetibile...

Poichè fortunatamente, nella sventura di essere stati oggetto di quella delinquenziale attenzione, come in un film, si verificarono tre circostanze nello stesso tempo: l'arrivo del gregge nei pressi dell'ovile; la macchina della polizia che con la luce che accompagna la sirena si incomincia a intravvedere nelle alture basse di Bonpalazzo e il simultaneo concerto di quattro cacciatori che scaricano i loro automatici sugli uccelli in volo...

I rapinatori, esperti in abigeati, esterefatti abbandonano istantaneamente l'azione e se la danno a gambe...Un grosso camion furgonato prende la via di fuga verso Cuba e poi per Pozzallo...Altri fuggono a piedi per le campagne...Appena in tempo per sfuggire alla polizia che arriva all'ovile, ufficialmente abbandonato.
I poliziotti scesi dalla macchina civetta di servizio, armi in pugno, e con grosse torce elettriche ispezionano l'ovile: dove ritrovano le duecentocinquanta pecore, a ruminare...

Saluti recrudescenti, Spiros