PRC: Il tipico è la risorsa dell'agricoltura

I risultati della Conferenza agraria nazionale del partito di Bertinotti

CESENA - Agricoltura: per il rilancio ecco la ricetta di Rifondazione Comunista. Sabato e domenica presso l’hotel Casali si è tenuta la seconda Conferenza agraria nazionale del partito guidato da Fausto Bertinotti. Il segretario, che doveva trarre le conclusioni ieri pomeriggio, ha dato forfait all’ultimo momento per ragioni di salute. Ciò non toglie che la due giorni di Cesena abbia rappresentato per Rifondazione il momento più importante, a livello nazionale, per la discussione politica sui temi dell’agricoltura. “La Sovranità Alimentare, un’altra agricoltura per un’altra società” è stato il tema della conferenza che ha incentrato il dibattito sul “progetto agricolo alternativo che valorizzi il lavoro, i saperi, i sapori, l’ambiente e la salute”.
Si è discusso anche della “sovranità alimentare e del ciclo corto”, secondo la quale, in opposizione alla globalizzazione, gli enti pubblici devono favorire il commercio dei prodotti agricoli nei mercati vicini al luogo di produzione, favorendo l’uso di queste derrate nella ristorazione collettiva, nelle mense scolastiche e ospedaliere. Inoltre la Commissione agraria nazionale del Prc ha presentato a Cesena un documento per il rilancio del settore agricolo nazionale. Nei 19 capitoli che compongono il documento sono messe sotto accusa le multinazionali, la nuova Pac (la politica agricola comunitaria), il Wto (l’organizzazione mondiale del commercio), gli Ogm (organismi geneticamente modificati). Ma non ci sono solo accuse: la commissione lancia anche proposte concrete per un miglioramento dell'attuale stato.

“Le produzioni tipiche e di qualità in questa Pac non ricevono - si legge nel documento - l’aiuto necessario al loro sostegno e sviluppo. I fondi dello sviluppo rurale possono incidere poco se permane un regime di quote di produzione per il quale, ad esempio, un litro di latte destinato a fare burro concentrato industriale e un litro destinato alla produzione di parmigiano reggiano sono contingentati e sovvenzionati allo stesso modo e con lo stesso finanziamento. Fino a che i Dop e le Igp, che rappresentano i nostri prodotti tipici, non saranno svincolati dalle quote di produzione, è difficile immaginare che possano diventare l’asse portante della nostra agricoltura nei prossimi anni. L’Italia deve avere il coraggio e la visione di immaginare una profonda revisione degli istituti preposti allo sviluppo e alla tutela delle Dop, troppo spesso in mano a comitati d’affari che non tutelano il marchio in quanto sono asserviti a lobby economiche”.
Fonte: Greenplanet.net/Corriere Romagna il 29-11-2004 - Categoria: Economia

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LE CONCLUSIONI LOCALI


Cittadini e compagni di Pachino di Portopalo e di Marzamemi,lavoratori,donne e uomini del Promontorio. Giovani lavoratori,casalinghe,professori,studenti universitari e di ogni ordine e classe scolastica di appartenenza. Un nuovo futuro si apre davanti a noi. Una nuova sfida ci attende!! Dopo i gloriosi e santificati risultati degli ultimi dieci anni: oggi si impongono nuove e qualificanti scelte strategiche, di cui ognuno di noi deve sentirsi primo attore e parte fondante per intraprendere una nuova rinnovata sfida per il nuovo futuro che incerto ci attende. E dobbiamo trovare la forza coesa di una comunità che si rinnova nei valori fondanti, nei valori morali, etici e civili che ha sempre contraddistinto la generosità, l'altruismo e la fatica fisica dei nostri avi: che ha la necessità storica di essere opportunamente rivalutata e valorizzata. Importanti risultati sono stati raggiunti con i nostri prodotti agricoli, dove il ciliegino,in particolare, ha rinnovato addirittura il vocabolario della lingua italiana. Ma si sà come ogni cosa che ha valore: è stata riprodotta e prodotta in quasi tutti i paesi del mediterraneo e asiatic, vedi l'avanzata storica mondiale agricola della Cina. Oggi si impongono scelte di diversificazione dei prodotti locali che hanno realmente la necessità, vera, di essere opportunamente valorizzata. Sfruttiamo l'evidente locuzione "PACHINO"( come dato territoriale vasto) per tutti gli altri prodotti che storicamente abbiamo prodotto. Mettiamo a disposizione dei mercati la nostra antica cultura delle produzioni variegate che sono diverse e consistenti. Vino,Olio,Pomodoro,zucchine,meloni, ecc.. ecc.. ecc.. uve,fichi, e le relative trasformazioni, vino cotto, ecc.ecc. ecc. Affianchiamo al famosissimo ciliegino le altre specie e produzioni che hanno caratterizzato la nostra millenaria storia. L'intuizione intelligentissima di Pachinodoc e dei prodotti conservati ittici di Marzamemi: sono esempi concreti che indicano strade da intraprendere e se vogliamo da seguire. E dove la trasformazione e valorizzazione dei prodotti locali; diventa ed è un punto centrale della strategia di reale e proficua plusvalore economico sui mercati e sulle strategie di marketing da percorrere e perseguire. Estendiamo ai nostri prodotti locale, che normalmente produciamo come prodotto di consumo familiare: e diamogli le vesti di prodotti di prestigio. Se si riuscirà a concepire questo passaggio,presto i nostri nuovi prodotti trasformati si imporranno nei mercati. Perchè hanno qualcosa che gli altri non hanno: la qualità superiore che le qualifica e le contraddistingue. Valori dati dal fattore:territorio! Che è la qualità superiore che contraddistingue e da valore inestimabile ad ogni prodotto e che solo questo caldo e ambito territorio può dare! Cordiali e Tipici Saluti Spiros

vedi sito http://xoomer.virgilio.it/spinello/PACHINO_POMODORO

p.s.
Questa politica, qui sintetizzata, doveva essere ampliata e sviluppata dal Gal-Eloro. Ma come si sà: hanno preferito percorrere altre strade. Ecco perchè individuo in queste strutture non una cerniera di valorizzazione e sviluppo del territorio nel suo insieme.Ma carrozzoni clientelari che hanno fanno gioco solo ad un gruppo ristrettissimo di persone. Ecco perchè le combatto politicamente.Bruno Marziano: Dimettiti!