Portopalo, chiude lo storico mercato ittico

Portopalo, chiude lo storico mercato ittico PORTOPALO - La seconda flotta peschereccia siciliana, quella di Portopalo di Capo Passero, fra poco non avrà più il mercato ittico. La struttura, attrezzata secondo i migliori standard previsti dalle normative vigenti, chiuderà fra non molto i battenti per manifesta anti-economicità. La decisione, nell'aria da diversi mesi, dovrà essere presa dal sindaco Fernando Cammisuli. Le motivazioni sarebbero da collegare esclusivamente a questioni di carattere finanziario. Degli otto addetti commerciali che vi operavano, ne sono rimasti soltanto tre. Gli altri si sono attrezzati in strutture private, agevolati dalle normative vigenti e dalla legislazione comunitaria che ha cancellato l'obbligo di vendita al mercato ittico. Praticamente, ciascun produttore può ormai organizzarsi per la vendita, previa autorizzazione sanitaria e rispettando gli obblighi derivanti dalla certificazione «Haccp». Da oltre due anni quello che era il posto più frequentato di questa zona, con un grande afflusso di acquirenti che facevano a gara per acquistare le cassette di pesce appena sbarcate dalle imbarcazioni, è quasi spettrale. All'interno, solo tre operatori e poca gente. «La nostra struttura – si legge in un comunicato stampa dell'amministrazione comunale – è tra le migliori esistenti non solo in Sicilia ma anche a livello nazionale. Purtroppo gli operatori si sono ridotti notevolmente. I costi, che prima venivano ripartiti tra 8 commissionari, oggi vanno suddivisi soltanto su 3. E' inevitabile che gli oneri per chi è rimasto all'interno del mercato sono cresciuti.

L'obbligo di vendita all'interno della struttura è stato eliminato e questo ha invogliato gli operatori a cercare altre soluzioni. Tutte queste cose messe insieme determinano l'antieconomicità di questa struttura comunale». Insomma: o si va verso l'eutanasia del mercato, con chiusura sine die, o qualche privato dovrà farsi avanti con un progetto di rilancio serio, salvaguardando la peculiarità del prodotto locale, che al 90% comprende pesce appena pescato. Il grosso dell'affluenza, dal maggio del 2005 a questa parte, si è invece spostato in una struttura privata, attrezzata di tutto punto e con tanto di marchio Ce, mentre non sono pochi quelli che caricano direttamente il pesce sui camion, subito dopo averlo sbarcato a terra. Ecco spiegata la perdita d'interesse verso il mercato ittico e la relativa tranquillità dei pescatori portopalesi. Alla domanda «Quale sarebbe la vostra reazione alla chiusura del mercato ittico?», questi rispondono: «Per noi il mercato ittico si può anche chiudere, non sarà un dramma». Da sempre la categoria dei pescatori ha pagato la sua incapacità di far gruppo. Individualisti e refrattari a qualsivoglia innovazione e poco attenti verso politiche di marketing che puntino a sfruttare la qualità del prodotto ittico locale. La marineria portopalese è ferma a ritmi di due o tre decenni addietro, schiacciata, da un lato, dalla concorrenza mediterranea, dall'altro dalla scarsa attenzione dell'Unione europea verso la pesca.

SERGIO TACCONE
Fonte: LaSicilia.it del 30-09-2007 il 01-10-2007 - Categoria: Cronaca

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