Pomodorino e vino e passa anche l'olio

PACHINO - Il convegno sulla sicurezza alimentare e i prodotti di qualità ha visto ieri a Pachino la partecipazione di esperti del settore agroalimentare ed autorevoli rappresentanti istituzionali e del mondo scientifico. Ad introdurre gli interventi nel salone di rappresentanza della banca di credito cooperativo di Pachino, gremito di gente, è stato il sindaco Sebastiano Barone che ha sottolineato l'impegno dell'amministrazione comunale nella promozione dei prodotti tipici.

Per l'assessore comunale all'agricoltura Giuseppe Giliberto «Pachino ha vissuto una giornata importante e con relatori autorevoli a tutti i livelli». Carmelo Latino, presidente del consorzio di tutela del pomodoro pachinese, ha inaugurato la serie di interventi. «Le qualità organolettiche del nostro pomodoro - ha detto Latino - non sono un'invenzione campanilistica ma un dato scientifico certo». Michele Taccone, esperto del ministero delle politiche agricole per la piccola pesca, ha posto l'attenzione invece sulle difficoltà del settore ittico nel Mediterraneo, schiacciato dalle politiche dei paesi nordici dell'Unione Europea.

Il sottosegretario di stato Nicola Bono ha fatto riferimento all'importanza di avere un'agricoltura sempre più di qualità. «E' sul piano qualitativo che la Sicilia potrà vincere la sfida - ha ribadito Bono - dopo l'allargamento dell'Ue». Il sottosegretario ha quindi posto l'attenzione sul collegamento tra prodotti enogastronomici e distretto culturale citando i dati che danno in cinque milioni la fetta di turisti che si sposta per ragioni legate ai prodotti dell'agricoltura e delle produzioni tipiche.

«In alcune zone c'è ancora voglia di assitenzialismo - ha aggiunto Bono - ma bisogna sempre più considerare l'agricoltura come la pesca settori produttivi». Subito dopo ha preso la parola Nino Di Marco, del consorzio di tutela «vini di Pachino», che ha parlato del vino e del pomodoro come «perni dell'economia» di questa parte della Sicilia. Le politiche europeiste e l'attenzione alla scadenza del 2006 sono state al centro dell'intervento dell'europarlamentare Raffaele Lombardo. «Il punto della questione - ha detto Lombardo - è coniugare sempre più qualità e genuinità.

Bisogna riportare l'attenzione su una politica euromediterranea altrimenti rischiamo di andare indietro». Sull'authority per la sicurezza alimentare Lombardo ha sottolineato l'importanza di avere la sede a Parma anche a costo di rinunciare alla presidenza. «Sarà il nodo cruciale della politica agricola comunitaria - ha ribadito l'europarlamentare - per quel che concerne il discorso sulla sicurezza». E di sicurezza alimentare ha relazionato con estrema chiarezza il professor Giorgio Calabrese, rappresentante per l'Italia nella commissione per la sicurezza alimentare, che ha auspicato una sempre maggiore visibilità dei prodotti siciliani a livello nazionale e comunitario.

L'assessore regionale all'agricoltura, Giuseppe Castiglione, ha ribadito l'importanza della programmazione e di un'attenzione sempre crescente verso la centralità mediterranea. Ma non di solo pomodoro e vino si è parlato nel convegno pachinese. Della grande qualità dell'olio dop «Monti Iblei» ha fatto riferimento Giuseppe Rosso, presidente del consorzio apposito, mentre Vincenzo Chiofalo si è soffermato sulla tracciabilità del prodotto riguardante la filiera della carne.
Autorevoli anche gli interventi del deputato regionale Innocenzo Leontini, di Carmelo Calabrese (associazione Fonte Verde Ispica) e Giuseppe Licitra, direttore del consorzio ricerca filiera lattiero casearia, che ha messo in evidenza i rischi della standardizzazione che annulla la specificità.
Fonte: LaSicilia.it il 04-11-2002 - Categoria: Economia

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