Pomodori e marchio scommessa da vincere sul mercato

Mattinata congressuale ieri per la Tomato Conference. Il meeting internazionale dedicato al business del pomodoro fresco organizzato da Syngenta Seeds con la collaborazione della Città di Pachino, del Comuni di Portopalo di Capo Passero e del Gruppo Sorma, gode del patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e dell'Assessorato all'Agricoltura della Regione Siciliana. Gli esperti di pomodoro che si sono alternati sul palco del Centro Congressi del complesso turistico di Baia Samuele a Scicli hanno fornito spunti ed elementi di discussione sul dinamico mercato del pomodoro. Di particolare interesse l'intervento del prof. Pietro Corti, professore associato di Chimica analitica al Dipartimento di Tecnologia e Chimica dei Biosistemi della Facoltà di Farmacia dell'Università di Siena, e di Giuseppe Nocca professore di Scienza dell'Alimentazione presso la Scuola di Cucina "Angelo Celletti" di Formia, del sindaco Sebastiano Barone e di numerosi esperti internazionali. Barone si è soffermato ovviamente sulle qualità dell'ormai famoso pomodoro di Pachino. "Oggi possiamo dire con certezza che i nostri prodotti sono apprezzati e conosciuti oltre che in tutta Europa anche nelle principali città del mondo, -ha affermato Barone- che ne vantano la bontà. Tanta notorietà è dovuta sia alle caratteristiche intrinseche del prodotto quale il sapore, la consistenza, la polpa, la lunga resistenza ai trasporti che non ne turbano le qualità, ma anche al marchio Igp, riconosciuto in via provvisoria dal 1997 al 2003 e dal 2003 in poi in via definitiva". Ma Barone non si è limitato solo a decantare le doti del pomodorino pachinese ma è andato oltre trattando anche il problema del marchio.

«L'Igp in linea di principio è un vantaggio ed un importante traguardo, però nella realtà abbiamo vissuto e stiamo vivendo notevoli difficoltà dovute alla necessità di abituare i produttori ad operare in un sistema di autocontrollo e di rintracciabilità. «L'Igp, -ha continuato Barone- è uno strumento fondamentale di tutela contro le produzioni fuori zona che avvengono in altre province siciliane ma anche in altri Paesi comunitari e non. Queste usurpazioni del nome oltre a far perdere di competitività e di valore al prodotto, determina una genericità del nome "Pachino" che nell'immaginario comune equivale al marchio stesso. Per questo, -ha concluso il sindaco di Pachino- è in cantiere già da un anno un progetto che prevede la messa a punto di indici chimici rilevabili mediante tecnologie analitiche per poter distinguere il pomodorino igp da quello non Igp. Basti pensare infatti che il ciliegino di Pachino ha un contenuto di licopene circa 20 volte superiore a quello di altri pomodori".

Sa.Mar.
Fonte: LaSicilia.it il 27-05-2005 - Categoria: Economia

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