Più controlli sullo schiavismo

PACHINO - Un recente documentario della Cgil, proiettato anche a Pachino nel corso di un convegno svoltosi nella sala conferenza della locale banca di credito cooperativo, ha acceso i riflettori sui criminali fenomeni di sfruttamento e "schiavismo" nelle campagne siciliane. Il caso "Puglia", con il caporalato nelle campagne ai danni degli extracomunitari, emerso l'anno scorso dopo un'inchiesta giornalistica del settimanale "Espresso", si estende anche alle campagne siciliane. Inoltre, il nostro giornale pubblicò, l'anno scorso, un reportage riguardante la "situazione" nella zona del ragusano (a Vittoria, nello specifico) che fu premiato a Portopalo nell'ambito del premio nazionale di giornalismo "Più a sud di Tunisi". Manodopera immigrata presa a bassissimo costo e con orari di lavoro massacranti, nessuna sicurezza nel posto di lavoro: questo l'atto di denuncia contenuto nel lavoro documentaristico della Cgil. "Dove c'è schiavismo ci sono gli schiavisti", recita un passaggio del documentario. Nel libro nero c'è, dunque, anche il comprensorio "Pachino - Noto - Avola", ad alta incidenza ortofrutticola. Il comune pachinese si è già mosso, dando disponibilità di attivarsi per effettuare dei controlli all'interno del comprensorio agricolo, tra i più vasti della Sicilia orientale.

Salvatore Chiaramida è dirigente di una delle più importanti realtà cooperativistiche dell'area di produzione del pomodoro "Igp" pachinese. "Già in un recente convegno svoltosi a Pachino - afferma Chiaramida - abbiamo avuto modo di vedere questo documentario che troviamo molto efficace nel denunciare queste situazioni. Quello che posso dire è che nella zona circostante alle campagne di Portopalo l'utilizzo di manodopera extracomunitaria è molto limitato, a differenza di quanto si registra nella zona limitrofa di Pachino. Per quanto riguarda i nostri associati, - aggiunge Salvatore Chiaramida - non abbiamo registrato fenomeni del genere che avremmo prontamente denunciato alle autorità competenti. Mi auguro che i controlli riescano a smascherare situazioni del genere, certamente non da paese civile". Un produttore agricolo del comprensorio agricolo in determinati periodi dell'anno ricorre all'impiego di immigrati nelle sue campagne. "E' sempre più difficile trovare locali disposti a fare questo lavoro - ci dice il produttore agricolo - e in determinate circostanze prendiamo qualche lavoratore immigrato al quale diamo la stessa paga giornaliera di un locale. Ma è innegabile che in grandi realtà produttive si possano registrare situazione tipo quelle denunciate efficacemente nel documentario della Cgil".

SERGIO TACCONE
Fonte: LaSicilia.it il 02-02-2007 - Categoria: Cronaca

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