«Perché ho salvato Campisi»

«Perché ho salvato Campisi» Il consigliere comunale Ernesto Aprile, dopo la decisione di non votare la mozione di sfiducia al sindaco Giuseppe Campisi, decisione adottata a poche ore dalla seduta consiliare, spiega le sue ragioni ed i motivi che lo hanno portato a dare un ulteriore “termine di osservazione” al modo di condurre l'amministrazione da parte del sindaco. Un termine che Aprile ha quantificato in cinque mesi, rinviando dunque ogni valutazione politica al mese di ottobre. “Non posso essere considerato il capro espiatorio di una crisi nella quale ho voluto prendere solo una posizione differente da quella di tutti gli altri, -ha affermato il consigliere comunale oggi indipendente ma eletto tra le file dello Sdi-. Con il mio distinguo ho voluto solo mettere in risalto tutte le contraddizioni del modo di fare politica a Pachino e del fatto che non si mette la città al di sopra di ogni cosa. Credo di rappresentare quella gente che crede in una politica che si batte per la crescita sociale e culturale della città e non cincischi in sterili sistemi di potere. Mi sono astenuto dalla sfiducia al sindaco perché ho voluto che ci fosse una ulteriore pausa di riflessione prima di una decisione così grave. «Un comportamento, il mio, -ha continuato Aprile- forse sbagliato nei tempi e nei modi e che è servito solo a buttare fango su di me ed a colmarmi di illazioni”.

Aprile fa riferimento alle presunte domande che gli inquirenti avrebbero posto ai suoi colleghi consiglieri comunali sentiti come persone informate sui fatti ed alle dicerie circa possibili agevolazioni che potrebbe ricevere a seguito della sua decisione presa a ridosso del consiglio di sfiducia. “Non entrerò in amministrazione e non esprimerò nessun assessore, -ha affermato- e poi vorrei ricordare che non sono stato affatto determinante per la sfiducia”. Ai suoi ex compagni di partito dello Sdi che lo hanno accusato di aver commesso un “voltafaccia” ha risposto: “sapevano la mia posizione di prudenza di cui non ho mai fatto mistero. Mi aspetto da loro una presa di coscienza che tenga conto degli errori che hanno commesso e ribadisco la mia decisione di non dimettermi”.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 02-06-2007 - Categoria: Cronaca

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Non riesco a comprendere cosa il consigliere Aprile voglia ancora osservare e rimandare il suo giudizio ad Ottobre...ha avuto 11 mesi per osservare l'andazzo di questa amministrazione "armata brancaleone", e in cinque mesi osserverà ciò che è ampiamente emerso, ovvero 11 mesi disastrosi di amministrazione che ha prodotto IL NULLA.

Di quali contraddizioni parla il consigliere Aprile? Manco a farlo apposta si accorge delle cosidette contraddizioni e degli errori compiuti del suo partito, a pochissime ore dalla votazione di sfiducia ( che per due volte l'ha votata).

E ancora, quale sarebbe la crescita sociale e culturale facendo il voltagabbana, consigliere Aprile? Altro che crescita sociale e Culturale, con questo tipo di politica si va indietro di parecchi secoli...

Non può raffigurarsi nella gente che crede nella politica perchè questa NON E' POLITICA.

Come ho avuto modo di scrivere in passato, la coerenza deve essere una caratteristica fondamentale in un politico.

Se si viene eletti per un progetto, coerenza e serietà impone, che bisogna perseguirlo fino in fondo anche a discapito dei propri interessi e delle proprie individualità.

Vi ricordo, voi che siete stati eletti con il centro sinistra e che per motivi di opportunità personale, con moltà facilità avete rinnegato (il centro sinistra). Vi rammento inoltre, che lo spirito dell'uomo di sinistra è in sostanza il pensiero marxista (che si innesta successivamente con Gramsci) dell'uomo collettivo, ovvero che le scelte collettive, sociali, hanno la preminenza sulle scelte individuali. L’uomo "collettivo" deve essere caratterizzato dalla rinuncia di se stesso a favore della società, della collettività.

Voi che siete stati eletti in un progetto di centro sinistra e che con molta tranquillità rinnegate il tutto, fate mente locale di questo: fare finta di ciò, che è l'essenza dell'ideologia della sinistra, significa offendere coloro che vi hanno votati credendo nei valori veri della sinistra.

Concetto Amenta