«Per le trivellazioni a rischio i pozzi»

La città di Pachino potrebbe essere coinvolta nella controversa vicenda delle trivellazioni petrolifere nonostante il suo territorio formalmente non sia interessato da alcuna perforazione. A lanciare l'allarme è Pierpaolo Mallia, ingegnere esperto in problematiche ambientali, che recentemente è stato ospite di alcune trasmissioni televisive prodotte dalla Rai. «Il pericolo per Pachino - ha affermato Mallia - è rappresentato dal possibile inquinamento delle falde acquifere per usi civili che si trovano ubicate in territorio di Noto e alcune proprio nei pressi del Tellaro, uno dei luoghi individuati per la ricerca degli idrocarburi da parte della Panther Oil che è la società texana beneficiaria delle concessioni». L'allarme lanciato da Mallia va oltre il pericolo della potenziale industrializzazione, certamente incompatibile con il tipo di sviluppo che a oggi caratterizza il territorio della Val di Noto. «Le concessioni rilasciate alla Panther - ha continuato l'ingegnere per l'ambiente ed il territorio - danno la possibilità non solo della ricerca ma anche della coltivazione degli idrocarburi, nonché della costruzione di tutto quanto è necessario per lo sfruttamento dei giacimenti. Le ricerche sono già iniziate nel Ragusano con esiti pare positivi. Il problema inquinamento in questi luoghi è già concreto dato che sono stati estratti i fanghi delle escavazioni intrise di greggio. A ciò si aggiunge il fatto che il sollevamento dei prodotti petroliferi potrebbe verosimilmente andare ad inquinare le acque del sottosuolo rendendole inutilizzabili». Qualora dunque non dovessero essere revocate le concessioni relative al bacino del Tellaro, la città di Pachino che attinge gran parte delle proprie risorse idriche nel territorio di Noto potrebbe trovarsi in grande difficoltà. Il problema dei possibili danni ambientali diretti ed indiretti è stato posto all'attenzione anche in una recente riunione svoltasi nei giorni scorsi proprio a Pachino. A ritrovarsi a discutere del problema sono stati i rappresentanti del mondo del volontariato che hanno deciso di intraprendere iniziative comuni a difesa dell'ambiente e contro le concessioni relative alla ricerca ed alla coltivazione di idrocarburi.

«Vogliono trasformare la Sicilia in una immensa raffineria» è lo slogan della protesta portata avanti, ritenendo minacciate le risorse ambientali. A modello negativo viene presa l'esperienza dell'area industriale di Melilli-Augusta nota come triangolo della morte a causa dell'alta percentuale di aborti spontanei, malformazioni e incidenza tumorale. Sabato prossimo, intanto, le associazioni Atptp, il cinecircolo Baia delle Tortore e l'Arci Locomotiva di Rosolini hanno organizzato nella sala Biagio Panascia della Bcc di Pachino un incontro dal tema «Sicilia, nuove strategie di sviluppo del sud-est». A confrontarsi sull'importante tematica che vede coinvolte anche le questioni relative alle trivellazioni petrolifere saranno l'assessore regionale Fabio Granata e Roberto De Benedictis. L'inizio del dibattito sulle nuove tematiche è previsto oggi alle 18,30. «Il 4 agosto scorso l'Ars - ha scritto l'on De Benedicits alcuni giorni fa - ha respinto, con 36 voti contrari e 25 favorevoli, un emendamento firmato da Granata e da me, che avrebbe impedito le ricerche di idrocarburi nei siti Unesco. I numeri dimostrano che l'emendamento è stato bocciato dal centrodestra, altrimenti non si sarebbero mai raggiunti i 25 voti favorevoli su 61. Ad ammetterlo, sgombrando ogni dubbio, ci ha pensato l'on. Confalone».

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 15-10-2005 - Categoria: Cronaca

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