Per il cigno fatto il possibile

Non è piaciuto all'ispettorato ripartimentale delle Foreste di Siracusa l'articolo pubblicato il 28 dicembre sulla fine del cigno reale, trovato sbranato, il giorno di Natale, dalle guide naturalistiche e dalla stessa pattuglia della forestale di Noto.
L'ispettore ripartimentale reggente Roberto Punginelli nel rammaricarsi «per il tono accusatorio e in certi tratti lapidario con cui è stata presentata la vicenda al pubblico nei confronti del distaccamento di Noto», dichiara di ritenere che «le guardie forestali abbiano compiuto il proprio dovere e che comunque, qualora si fossero accertati delle presunte precarie condizioni dell'animale, avrebbero certamente messo in atto tutti gli accorgimenti per evitare situazioni di pericolo per l'animale in questione, malgrado sapessero che il giorno di Natale è impossibile rintracciare veterinari o altro personale specializzato, anche appartenente ad una delle numerose associazioni ambientaliste che dichiarano di coadiuvare il corpo della forestale».
L'ispettore Punginelli non nasconde la propria irritazione nemmeno nei riguardi del presidente dell'Ente fauna siciliana Bruno Ragonese : «Stupiscono - afferma - le opinioni espresse dal presidente dell'Ente fauna siciliana sulla gestione della riserva naturale orientata di Vendicari e sulla questione del cigno, considerato che lo stesso, nella qualità, collabora da almeno venti anni con il corpo della Forestale e che una apposita convenzione, il cui onere grava sulle esigue risorse finanziarie di gestione della riserva, assicura all'Ente fauna siciliana e alla Lipu il servizio non soltanto di guida naturalistica ma altri compiti fra i quali il censimento della fauna presente e migratoria».

A questo punto sono necessarie alcune precisazioni. Appresa la notizia della fine del cigno reale, abbiamo contattato l'ispettorato di Siracusa. In ufficio gli impiegati, nel dichiarare di non sapere nulla dell'accaduto in quanto non erano giunte segnalazioni, hanno detto di telefonare al distaccamento di Noto. Qui nemmeno il comandante Raffa sapeva del cigno, però ha assicurato che si sarebbe informato. Meno di un'ora dopo lo stesso dirigente ha telefonato per dire come erano andati i fatti. La pattuglia della Forestale, avvisata dalla guida naturalistica Rametta, si era recata a Vendicari dove aveva trovato il cigno che appariva stanco del lungo viaggio. E' tornata per accertarsi delle condizioni dell'animale. Il cigno, a dire del comandante, nuotava tranquillamente. Il giorno successivo la guida Anzarelli lo ha trovato sbranato e la squadra della Forestale ne ha constatato il decesso. D'altra parte, aveva aggiunto Raffa, l'animale non avrebbe potuto essere spostato dal suo habitat naturale sol perché mostrava segni di stanchezza. Per saperne di più sui cigni abbiamo sentito Ragonesi, secondo cui la stanchezza del cigno non poteva non essere patologica.
Fonte: LaSicilia.it il 03-01-2003 - Categoria: Cronaca

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