Patto sul lavoro: I piani del governo per il Sud

Patto sul lavoro: I piani del governo per il Sud Il governo prevede una crescita economica superiore a quella media dell'Unione europea e del resto del Paese, per portare il tasso di occupazione al 60% entro il 2006. E notevoli investimenti per infrastrutture. Ammortizzatori sociali: pronti 700 milioni di euro.

Stretta finale sul patto per l'Italia. L'incontro avviato in mattinata è stato aggiornato al pomeriggio per consentire ai rappresentati dei lavoratori e Confindustria di valutare il documento consegnato dal Governo che riguarda mercato del lavoro, Mezzogiorno e sommerso.

CGIL NON FIRMERÀ DOCUMENTO
Ma vuole sedersi al tavolo per spiegare le sue ragioni. Il documento consegnato alle parti sociali però prevede che chi non firma non può partecipare al confronto su fisco e Dpef. Insoddisfatta anche la Uil di Angeletti,che chiede 'profondi cambiamentì al testo consegnato dal Governo. Anche
per la Cisl necessari alcuni ritocchi anche se l'impianto è ok. Il documento è composto di tre capitoli (politica dei redditi, stato sociale per il lavoro e Mezzogiorno) con in allegato la riforma per l'articolo 18 (è confermata la sospensione per le aziende che crescono).

I PIANI DEL GOVERNO PER IL MEZZOGIORNO
Una crescita economica «significativamente» e «stabilmente» superiore a quella media dell'Unione europea e del resto del Paese, per portare il tasso di occupazione «a poco meno del 60%» entro il 2006. È questo l'obiettivo per il Mezzogiorno contenuto nella bozza del Patto per l'Italia, consegnata dal Governo ai sindacati. E per raggiungerlo il documento fissa tre priorità. Innanzitutto, «la diminuzione sostanziale del gap infrastrutturale. Quindi, »l'attrazione degli investimenti verso l'area, anche attraverso l'utilizzo dei contratti di programma«. Infine, »il potenziamento e la semplificazione dei sistemi di incentivazione, nonchè le azioni volte ad accrescere la cultura di impresa e la cooperazione progettuale all'interno degli insediamenti produttivi«.

Sul fronte delle risorse aggiuntive da destinare al Sud, il Governo intende «mantenere il flusso» nella prossima legge Finanziaria «in una percentuale del Pil adeguata a quella media degli ultimi anni». Viene confermato anche l'obiettivo programmatico di portare la quota di spesa in conto capitale destinata al Meridione «a un valore medio del 45%» del totale previsto per il periodo 2002-2008«. Palazzo Chigi inoltre si impegna ad assicurare »che la quota di risorse ordinarie destinata agli investimenti nel Mezzogiorno sia non inferiore al 30% del totale della spesa del settore pubblico allargato«. Il Governo metterà anche a punto »un programma pluriennale per l'attrazione degli investimenti nel Mezzogiorno, il cui disegno e attuazione verranno affidati a Sviluppo Italia«.

E nel contratto di programma viene individuato lo »strumento di intervento principale per le nuove politiche a favore dell'attrazione di insediamenti produttivi nelle aree meridionali«. Resta anche l'impegno a rendere cumulabili Tremonti bis e credito d'imposta. Verrà ristrutturato e potenziato il Fondo di garanzia. Per quanto riguarda le infrastrutture, vengono individuati alcuni interventi prioritari: reti idriche, reti energetiche, miglioramento della qualità dell'offerta dei servizi, infrastrutturale e delle politiche dell'area urbana. Vengono anche assicurati interventi sul sistema integrato dei trasporti di Napoli, Bari, Catania e Palermo; sugli assi autostradali Salerno-Reggio Calabria, Palermo-Messina e Catania-Siracusa-Gela; sugli schemi idrici e sugli snodi portuali, interportuali e aeroportuali. Entro 36 mesi, assicura il Governo, sarà avviata la procedura di costruzione del Ponte sullo Stretto.

700 MILIONI PER INDENNITÀ DISOCCUPAZIONE
Il Governo punta a «uno stato sociale per il lavoro» (welfare to work) che aiuti chi perde il posto a reinserirsi sul mercato. È questo in estrema sintesi l'obiettivo del Governo per far crescere l'occupazione in linea con quanto deciso a Lisbona e Barcellona. Il documento consegnato oggi alle parti sociali conferma la sospensione per tre anni dell'articolo 18 per le aziende che crescono oltre i 15 dipendenti
assumendo a tempo indeterminato. Il Governo propone anche iniziative di «educazione permanente degli adulti» per 700.000 persone l'anno a partire dal 2003. Tra le misure proposte dal Governo c'è l'aumento dell'indennità di disoccupazione al 60% dell'ultima retribuzione per sei mesi.

Per i sei mesi successivi è previsto un meccanismo «a scalare» (40% per tre mesi e 30% per gli ultimi tre mesi). Per questo obiettivo il Governo si impegna a garantire la necessaria copertura con una spesa di almeno 700 milioni di euro per anno. La durata massima dei trattamenti di disoccupazione dovrà essere non superiore ai 24 mesi (30 nel Mezzogiorno) nel quinquennio. Il diritto al sussidio di disoccupazione si perde nel caso di rifiuto della formazione, «di altra misura o occasione di lavoro» o di «prestazione di lavoro irregolare».
Nel documento si propone per l'articolo 18 la formula del «non computo»,. I lavoratori assunti a tempo indeterminato dalle aziende con meno di 15 dipendenti non saranno conteggiati ai fini dell'articolo 18. La sospensione vale per tre
anni. Il Governo ricorda che nella classe dimensionale 10-19 dipendenti «oltre i due terzi delle imprese si colloca nella fascia sotto i 15 dipendenti e che in questo ambito l'occupazione è doppia rispetto alla dimensione oltre i 15 addetti (865.000 lavoratori contro i 419.6000 delle imprese tra i 15 e i 19 dipendenti).

DPEF: L'OBIETTIVO DEL GOVERNO
Tagli alla spesa corrente, riduzione della pressione fiscale e più investimenti: questo il triangolo delle riforme a cui punta il Governo. I tagli alla spesa corrente potrebbero essere intorno all'1% del Pil. Il Governo si impegna a ricavare 'nell' ambito della finanziaria per il 2003 5-6 miliardi di euro da destinare a un primo importante avvio di riforma della tassazione personale.
Fonte: GDS.it il 04-07-2002 - Categoria: Economia

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