Partì da Siracusa la liberazione dell'Italia

Analogie belliche. I drammatici eventi bellici che oggi stanno sconvolgendo l'Iraq, hanno molte analogie con quelli della seconda guerra mondiale che interessarono direttamente la nostra provincia, quando Siracusa fu la Umm Qasr del 1943. Infatti, come sta accadendo oggi, che da questo porto iracheno è iniziata l'avanzata degli anglo-americani verso Bagdad, nel luglio del 1943 cominciò da Siracusa l'avvio della liberazione dell'Italia, con gli anglo-americani che puntarono verso Roma. L'Italia, sotto il fascismo di Mussolini che aspirava alla democrazia, l'Iraq di oggi, sotto il regime di Saddam Hussein, che reclama la propria libertà di pensiero e di parola. Lo strategemma usato in entrambi i casi è stato quello di sfruttare il malcontento della popolazione che vive sotto un regime. Nel 1943, l'impresa riuscì agli anglo-americani. Quel 10 luglio 1943, la facilità con cui avvenne lo sbarco anglo-americano sulle coste sud-orientali della Sicilia, faceva prevedere una «passeggiata» verso Roma: la storia si ripete, e si pensava, anche in questo caso, ad una agevole avanzata verso Bagdad. Nel 1943 si chiamava operazione «Husky», il grande spiegamento di forze anglo-americane che consentì in pochissime ore di sbarcare e prendere Siracusa.

Ma il difficile accadde successivamente, ed in queste ore di guerra irachena sembra di assistere proprio a quei momenti del 1943. E così, mentre allora, come oggi, alla popolazione civile si portano degli aiuti umanitari, «Fiamme di spari, tuoni di cannoni, radevano al suolo le deboli case e nel cielo piangevano i nostri fratelli": così si può leggere nella facciata della chiesa di Villasmundo su una lapide che ricorda quegli eventi, in cui le truppe italo-tedesche scrissero pagine di grande eroismo. Sembrava tutto agevole: in appena dieci ore gli anglo-americani avevano percorso 40 chilometri che separano Pachino da Siracusa e con questa media, in un paio di giorni avrebbero passato lo Stretto di Messina. Senonchè, per fare altri 40 chilometri, da Siracusa a Catania, gli anglo-americani impiegarono circa un mese, tant'è che solo il 4 agosto del 1943 entrarono nella città etnea. Ad impedire l'avanzata alleata fu il raggruppamento motocorazzato tedesco «Panzergrenadier Division Sizilien», comandato dal colonnello Schalmz, ed il 504.esimo Battaglione costiero italiano, comandato dal maggiore De Lorenzis. Nella località di «Santa Caterina», oggi zona industriale, l'ottava Armata inglese, in avvicinamento verso Catania, al comando di sir Bernard Law Montgomery, l'eroe di El Alamein, subì un brusco arresto. Ma che la guerra, comunque la si consideri, è sempre «una sporca faccenda», piena di intrighi ed imbrogli lo dimostra il fatto che le battaglie, dove si muore da entambe le parti, sono soltanto la «facciata» ed, invece, tutto si decide nel lavoro di «intellegence», che allora fu portato avanti da alcuni siculo-americani, al comando di Max Biagio Corvo, e che oggi è opera, sicuramente, da esuli iracheni che vivono in America e che, in segreto, sono stati fatti ritornare in patria per preparare il terreno alle truppe anglo-americane.

di Paolo Mangiafico
Fonte: LaSicilia.it il 29-03-2003 - Categoria: Cronaca

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