Paolo Giansiracusa su «Caravaggio in Sicilia»

PACHINO - "Caravaggio in Sicilia". E' stato questo il titolo del breve incontro tenutosi a Pachino venerdì scorso presso il circolo dei soci della banca di credito cooperativo di via libertà. L'incontro è stato organizzato dalla professoressa Maria Pia Infantino, presidentessa del comitato locale della società "Dante Alighieri". Relatore dell'incontro è stato il professore Paolo Giansiracusa, docente presso l'accademia delle belle arti di Catania. Il professore nel corso del breve ma affollato incontro ha spiegato mirabilmente alcune delle opere più importanti di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio. Giansiracusa ha analizzato brevemente la vita dell'arista, soffermandosi principalmente sull'arrivo del pittore a Siracusa e sulla sua permanenza in Sicilia. «Questo pomeriggio - ha spiegato la presidentessa del comitato locale della società "Dante Alighieri" - abbiamo un ospite illustre, ovvero il professore Ginasiracusa che ci spiegherà i tratti fondamentali della pittura caravaggesca».

Il professore ha così cominciato il suo discorso spiegando le origini della pittura dell'artista e alcune delle sue opere. «Il Caravaggio - ha spiegato - aveva un carattere molto difficile tanto che nel corso della sua vita dovette fuggire da Roma per aver ucciso un uomo, come se non bastasse quando si trovava a Malta venne imprigionato ma riuscì a scappare per rifugiarsi in Sicilia. Nella nostra terra il pittore visitò Siracusa, restando nella nostra provincia per circa un mese, durante il quale fece delle bellissime opere». Nel corso della conferenza il professore ha catturato l'attenzione del pubblico presente il sala, analizzando alcune delle opere del pittore, spiegando come i quadri del Caravaggio non siano affatto statici ma, al contrario, nelle tele i personaggi si muovono e sembrano dialogare tra di loro come in un film. «Se analizziamo bene le opere del Caravaggio - ha spiegato il professore durante un passaggio della conferenza - possiamo notare come i personaggi agiscono sulla scena. Ad esempio, nel "Seppellimento di Santa Lucia" i personaggi ritratti sono in movimento infatti i seppellitori hanno la pala già conficcata nel terreno, facendo notare come essi siano in procinto di lavorare». Il professore ha analizzato molti altri aspetti del quadro siracusano catturando fino all'ultimo minuto l'attenzione degli ascoltatori.

Silvestra Sorbera
Fonte: LaSicilia.it il 27-03-2006 - Categoria: Cultura e spettacolo

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