Ortofrutta i produttori costretti a svendere

Il tracollo del comparto ortofrutticolo, per il quale domani sarà dichiarato lo stato di crisi di mercato, trova «giustificazione» nella «svendita» dei prodotti alla produzione e nello scarso spirito unitario fra agricoltori. I prezzi, bassissimi alla produzione tanto da impedire ai produttori la copertura delle spese sostenute per la coltivazione e la raccolta, si innalzano, invece, vertiginosamente, nei successivi livelli della catena di distribuzione, sino a raggiungere cifre esorbitanti per i consumatori. Un problema la cui soluzione potrebbe essere affidata all'osservatorio dei prezzi, da concepire di concerto con l'Ismea. Ai consumatori, inoltre, dovrebbero essere date certezze sulla bontà dei prodotti locali offerti, che, in certi casi, ne giustificherebbe l'innalzamento del prezzo. L'incapacità di coalizione degli agricoltori, e, dunque, l'offerta parcellizzata di prodotti, rendono, poi, impari la lotta con la concorrenza. La creazione di grandi colossi, in grado di offrire prodotti di qualità, darebbe, certamente, filo da torcere ai mercati esteri. A insediare il mercato vi è, poi, il discriminato ingresso di ortaggi e frutta, che oltre a dar luogo a «contraffazioni» sono di dubbia bontà. Le arance coltivate, ad esempio, in Marocco, e lavorate in Sicilia vengono spacciate per arance siciliane.

La presenza di talune sostanze, vietate nel nostro territorio, ed utilizzate per prolungare la freschezza dei prodotti, come per i limoni dell'Argentina, viene, poi, ignorata per via della «differenziata» adozione del sistema dei controlli. Per ovviare a tale inconveniente occorrerebbe che in tutto il territorio europeo vigesse un criterio unico di valutazione. In tutto il territorio provinciale centinaia sono i produttori di prodotti ortofrutticoli investiti dalla crisi a cui adesso si sta cercando di porre riparo. Nella nostra provincia in quasi tutti i ventuno comuni esistono i mercati ortofrutticoli.

L.c.
Fonte: LaSicilia.it il 10-11-2004 - Categoria: Economia

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