Omaggio a Brancati nel segno del giornalismo

PACHINO - "Pachino è posta su di un'altura battuta dal vento di due mari: lo Ionio ed il Mediterraneo. Questo vento spazza continuamente il paese e fa brillare i ciottoli come diamanti. Le strade sono larghe, bianche e tutte riunite in una grande piazza centrale che per essere il punto più alto del paese, è visibile da qualsiasi posto e ha l'aspetto liscio, il colore rosso che hanno i luoghi battuti senza sosta dal vento. Quel vento è legato in modo molto intimo, alla mia infanzia". Vitaliano Brancati descrive così il suo paese natale, Pachino, in un passo tratto da "Il nonno" da lui scritto nel 1939. E Pachino sabato scorso ha voluto onorare il cittadino più illustre a cui ha dato i natali, dedicandogli un Premio internazionale di giornalismo. Ad essere premiati sono stati nomi eccellenti: Lorenzo Del Boca presidente dell'ordine nazionali giornalisti, Laura Cannavò conduttrice del Tg5, Mustafà Nano giornalista di Tirana e Filippo Cosentino responsabile di Rai Tre Sicilia. Presenti in sala per consegnare i premi c'erano il sottosegretario Nicola Bono, l'assessore regionale Granata e l'assessore alla cultura della Provincia regionale di Siracusa Barbara Fronterrè. La manifestazione è stata organizzata da Giovanni Firera, pachinese di origine che vive e lavora a Torino ed è console d'Italia in Albania e presidente dell'ordine dei giornalisti del Piemonte. La manifestazione ha avuto un prologo nell'apposizione di una targa in bronzo in quella che fu la casa natale di Brancati, ed è stata un'occasione per conoscere e scoprire un autore poco valorizzato dalla sua città.

"Nel mondo del giornalismo, -ha sottolineato il poeta Di Pietro-
Brancati dovette lottare contro la censura del fascismo, ma quello che non accettò mai fu l'autocensura". Fu uno spirito vivo, fortemente individualista così come un pò lo sono tutti i pachinesi, indomito sia nei romanzi che tra le pagine dei giornali. La sua intelligenza lo portò a precorrere i tempi, trattando temi scabrosi quali ad esempio l'omosessualità ne "La Governate" e per questo dovette scontrarsi con il regime fascista. "Il suo essere precursore dei tempi, -ha sottolineato Del Boca- gli fu fatale. Morì infatti a seguito di quello che oggi potrebbe essere definito un episodio di "mala sanità" mentre si sottoponeva ad un banale intervento chirurgico". Nell'occasione è stato consegnato un riconoscimento speciale anche al compianto giornalista e scrittore pachinese Corrado Arangio ricordato con una targa consegnata alla moglie, la signora Dorella.

SALVATORE MARZIANO
Fonte: LaSicilia.it il 07-11-2005 - Categoria: Cultura e spettacolo

Lascia il tuo commento
Cerca su PachinoGlobale.net