Non vi accontentate

PACHINO - E' arrivato anche il sindaco di Vittoria, Francesco Aiello, a portare le ragioni dei produttori della sua zona e unire le loro rivendicazioni a quelle degli imprenditori agricoli pachinesi. Alla riunione che si è svolta ieri, nel tardo pomeriggio nel salone delle conferenze della Banca di credito cooperaivo, hanno preso parte una cinquantina di persone, poche, in realtà per un comprensorio che ha proprio nell'agricoltura il suo punto di forza. «A chi si accontanta di vendere il proprio prodotto per 50 centesimi quando al dettaglio il prezazo arriva fino a 7 euro - ha affermato Aiello - dico va bene così... contenti loro, contenti tutti, ma se sono venuto qui è per dire che tutti rischiamo, perché hanno consentito a tutti i grandi gruppi di entrare sul mercato senza controlli; sono entrati gruppi egiziani, tunisini, marocchini. Ci troviamo di fronte a una diminuzine della donmanda del 30%, proprio quando è stata decisa un'apertura dei mercati senza controllo, in queste condizioni l'agricoltura è estinata a perdere». Alla riunione è intervenuto anche Salvo Chiaramida, presidente del consorzio Atpt per la tutela dei prodotti pachinesi. Anche lui ha idee chiare, anche se non del tutto coincidenti con quelle di Aiello: «Pachino deve capire se aderire alla protesta iniziata a Vittoria o, al contrario, se cercare altre forme di protesta, anche perché il nostro tessuto produttivo e i nostri prodotti sono differenti da quelli di Vittoria».

Per Chiaramida il vero problema è la mancata concertazione tra i vari settori, sarebbe necessaria un'intesa tra i produttori con il fine di contrattare da posizioni di forza con la grande distribuzione. «Al momento - ha affermato Chiaramida - la grande distribuzione impone il prezzo di 70 centesimi al chilo per il pomodorino, prezzo insostenibile per i piccoli. Bisogna sfruttare il marchio Igp e contrattare da una condizione differente». Il comprensorio agricolo di Pachino è tra i più importante della Sicilia sud-orientale. Qi viene prodotto il celeberrimo pomodorino «ciliegino» che ha ormai conquistato le tavole e i menù di tutto il mondo. La crisi per il settore è causata soprattutto da prezzi troppo bassi corrisposti ai produttori. Basti pensare che un chilogrammo di pomodoro di Pachino viene pagato al produttore circa 50-80 centesimi di euro, arrivando a quasi 4 euro nei mercati al consumo. Chiaro segnale che nella filiera di produzione qualche meccanismo si è inceppato. Proseguendo questo trend, contrassegnato da prezzi troppo bassi alla produzione, in tanti rischiano l'uscita dal settore per collasso economico. «E' una situazione difficile - ha aggiunto Salvatore Chiaramida, presidente dell'associazione di tutela dei prodotti tipici pachinesi - e speriamo di uscirne nel più breve tempo possibile». Nel corso della riunione è stata discussa la lunga piattaforma delle rivendicazioni elaborata dal comitato vittoriese e condivisa anche da molti agricoltori dell'estrema fascia meridionale della Sicilia.

n.a.
Fonte: LaSicilia.it il 01-10-2004 - Categoria: Cronaca

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