«Non si può morire per superstizione»

«Non si può morire per superstizione» Un notevole colpo investigativo, con grande plauso al Gruppo Interforze di contrasto dell'immigrazione clandestina della Procura aretusea e ai carabinieri delle stazioni di Cassibile e Portopalo. L'indagine che ha portato all'arresto di 5 africani, accusati di aver gettato in mare, ancora vive, 13 persone solo perché «avrebbero portato sfortuna», è uno dei più significativi risultati ottenuti negli ultimi anni, frutto di una grande abilità investigativa. Il sostituto commissario Carlo Parini, responsabile del servizio di contrasto dell'immigrazione clandestina, si dice soddisfatto per l'obiettivo raggiunto. «E' stata un'indagine molto complessa e che ci ha portato a sentire tutti i superstiti. – afferma Carlo Parini – Man mano che la matassa si è dipanata è venuto fuori l'orrore di questo omicidio plurimo». A bordo di quel barcone, approdato al porto di Portopalo l'11 settembre scorso, c'erano 71 persone, tra cui donne e bambini, partiti come al solito dalla Libia e quasi tutti di nazionalità ghanese e nigeriana. La colpa delle vittime è di aver mostrato nervosismo durante il viaggio. Per questo gli scafisti, tutti nigeriani, avrebbero deciso di buttarne alcuni in mare, avviandoli a morte sicura, seguiti da altri che si sarebbero tuffati dalla barca in preda alla disperazione. «Dopo lo sbarco - aggiunge Carlo Parini – avevamo identificato e arrestato tre scafisti, tra i quali uno dei cinque nigeriani ora sotto accusa per omicidio. Gli altri quattro sono stati bloccati nel centro di accoglienza di Cassibile, dove erano stati condotti». Gli arresti sono stati convalidati questa mattina dal Gip del tribunale di Siracusa, Alessandra Gigli.

Con il progredire delle risultanze investigative è venuto fuori un quadro che ad una prima analisi aveva dell'incredibile. Il bilancio tragico è stato, pertanto, di 12 nigeriani ed un ghanese, tutti uomini adulti, che avrebbero pagato con la vita l'esigenza di placare le ire di spiriti malefici che stavano ostacolando la navigazione. Una vera e propria epurazione effettuata a più riprese durante la traversata. Un riscontro agghiacciante, che fa registrare un salto di qualità senza precedenti, in termini di efferatezza e disumanità, mai riscontrato prima, almeno per quanto riguarda sbarchi avvenuti nelle coste del siracusano. Il procuratore di Siracusa, Ugo Rossi, commentando gli eventi, ha parlato di «episodio spaventoso». Morire per superstizione: la casistica nell'ambito del dramma degli sbarchi di migranti va aggiornata con questa nuova fattispecie, in un contesto in cui l'unica cosa certa è il continuo sonno della ragione ed una disumanità senza confini che inghiotte, in quel grande cimitero che è diventato il Mediterraneo, tanti esseri umani innocenti.

SERGIO TACCONE
Fonte: LaSicilia.it il 14-10-2008 - Categoria: Cronaca

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