
Alla grave situazione politica e amministrativa che da anni ha colpito la nostra città, con una classe politica incapace a rinnovarsi e prospettare una duratura e soprattutto competente squadra di governo, si è aggiunta la crisi economica e finanziaria dell’Ente, considerata l’incapacità a pagare persino le ordinarie spettanze alle ditte e aziende che lavorano per conto del Comune stesso.
Di chi le responsabilità? Lungi dalla caccia alle streghe alla ricerca di singole responsabilità, è in realtà l’intera classe politica cittadina che in questi anni non ha saputo gestire il bene pubblico, perdendosi in sterili contrapposizioni, in liti personali, in logiche da cacicchi per rafforzare le proprie piccole clientele e per cercare un qualche “affare” con la pubblica amministrazione.
E in pochi anni, diciamo almeno dal 2001, s’è progressivamente azzerato l’avanzo di amministrazione che ammontava a qualche milione di euro; è cresciuta la spesa dell’amministrazione corrente; sono cresciuti i debiti fuori bilancio e, nel contempo, non s’è pensato a programmare il futuro, accontentandosi così di gestire il poco che offriva il presente e noncuranti che questo poco si sarebbe presto esaurito. In una logica di questo tipo come si fa a programmare interventi di sviluppo? Come si fa a sistemare la rete idrica comunale se mancano i soldi? Come è possibile sistemare la rete stradale urbana, ridotta a groviera alle prime piogge autunnali, se non si hanno le risorse necessarie per pagare persino il servizio di nettezza urbana?
Di fronte alla gravità politico-amministrativa ed economico-finanziaria, con lo spettro del dissesto finanziario alle porte e l’impossibilità concreta di governare, quale possibile soluzione?
Su questa situazione mi sono a lungo interrogato, dentro e fuori il Partito Democratico nel quale milito, individuando una possibile seppur difficile soluzione: la “Große Koalition” o Grande Coalizione. La recente storia della Germania offre in tal senso dei positivi esempi; tuttora il governo tedesco, guidato dalla sig.ra Angela Merkel, è frutto dell’accordo di programma dei Cristiano Democratici (CDU) in alleanza con i socialdemocratici dell’SPD.
Pachino come Berlino? Con le dovute differenze e distinguo, l’unica prospettiva che personalmente intravedo per invertire una situazione generale cronica è quella di una temporanea alleanza di programma fra alcune forze politiche (e fra queste da subito il Partito Democratico ha annunciato la propria disponibilità) per risolvere quei punti (tre o quattro) fondamentali per ritornare ad una situazione di normalità democratica, politico-amministrativa ed economico-finanziaria.
Di fronte a situazioni eccezionali, come il periodo che stiamo vivendo a Pachino, bisogna ricorrere a strumenti eccezionali. Proprio come quello della Große Koalition.
Ma il rischio che dietro a questo progetto si possano annidare le vecchie e becere gerontocrazie del potere locale, è molto alto. Trattandosi poi delle stesse persone che negli ultimi quindici anni hanno amministrato (direttamente o indirettamente, la questione è irrilevante) la città di Pachino, con tutto ciò che è seguito, allora bisogna essere molto accorti, prudenti, rigidi e inflessibili.
In cosa consiste allora questa Große Koalition? Non si tratta certamente di larghe intese. Le larghe intese nascono su singole questioni e uniscono partiti politici convenzionalmente competitivi fra loro. A Pachino un discorso di larghe intese, come è passato un po’ sulla stampa, rischierebbe di diventare un indistinto calderone dove tutti si riciclano; un polpettone non molto lontano dalle logiche di alleanze che hanno contraddistinto le precedenti coalizioni elettorali, con i passaggi di casacca di singoli consiglieri comunali da un partito all’altro e persino di interi gruppi consiliari da uno schieramento all’altro. E una prospettiva del genere darebbe ragione a Tomasi di Lampedusa quando faceva dire al gattopardesco principe di Salina che “in Sicilia tutto cambia per non cambiare nulla”.
Il progetto della Grande Coalizione è invece un accordo fra persone responsabili le quali, indipendentemente dal colore politico di appartenenza, in un momento di grave difficoltà politico-amministrativa ed economico-finanziaria come quello che stiamo attraversando, decidono di individuare e condividere alcune priorità (tre, al massimo quattro) fra le tante cose che la nostra città ha bisogno e, coerentemente con l’impegno che reciprocamente assumono di fronte ai cittadini, le perseguono con spirito di servizio.
La Große Koalition così intesa è un “governo dei responsabili” e allora diventa una prospettiva politicamente interessante da proporre alla città. Un accordo su specifiche questioni, una alleanza sulle cose da fare, e non un’alleanza costruita attorno ad una singola persona. Non esiste, del resto, una singola persona in grado di risollevare la situazione. Ma è possibile, e doveroso, individuare un gruppo di persone per formare un “governo dei responsabili”. Di fronte ad un accordo sui contenuti e sulle cose concrete, chi andrà a ricoprire la carica di sindaco della città diventa davvero irrilevante.
L’accordo sul “Governo dei responsabili” e sulla Große Koalition che lo sosterrebbe, dovrebbe poggiare su tre punti fondamentali.
1.Il risanamento finanziario dell’Ente, da ottenere attraverso una robusta riduzione della spesa pubblica (incluse le indennità agli amministratori) e i tagli alla spesa clientelare (fatta di incarichi e prebende), la lotta all’evasione fiscale, la razionalizzazione delle risorse economiche e il potenziamento, invece, delle risorse umane esistenti nell’Ente, la funzionalizzazione delle entrate (i tributi, i proventi dall’attività edilizia, ecc.) senza con ciò mettere le mani nelle tasche dei pachinesi, il potenziamento della raccolta differenziata.
2.L’approvazione del Piano Regolatore Generale del Comune (PRG) e i relativi Piani attuativi. Il PRG è lo strumento principale con cui si programma lo sviluppo del territorio coerentemente con le vocazioni del territorio stesso, richiamando gli investimenti dei privati in un’ottica di razionalizzazione e modernizzazione.
3.I finanziamenti Europei previsti dall’Asse 2007-2013 (ultimi previsti dall’Unione Europea per la Sicilia).
Questi tre punti basterebbero da soli a risollevare la città nell’arco di una sindacatura, attraverso il duplice criterio della razionalizzazione delle risorse e dell’impiego di investimenti (pubblici e privati) nei settori produttivi chiave: edilizia, agricoltura, turismo.
Sarà il tempo dei sacrifici, su questo nessuno deve illudersi. Sacrifici a cui saremo chiamati tutti: ma se l’azione di razionalizzazione sarà condotta mediante il coinvolgimento della collettività e la partecipazione dei cittadini attraverso le forme organizzate previste dalla legge (partiti, organizzazioni di categoria, associazioni, istituzioni scolastiche, consulte cittadine), avremo dimostrato di avere a cuore la nostra città. Ovvero i nostri destini!
Chi pensa di farsi campagna elettorale promettendo posti di lavoro, incarichi o la possibilità di lucrare su qualche affare pubblico, mente sapendo di farlo. E cosa ancora più grave, si rende complice (o continua a farlo) del dissesto delle coscienze che ha colpito la nostra città.
Per questa ragione spero fortemente che a partire da questo ciclo storico si attui un serio ricambio generazionale, ad ogni livello: nei posti in giunta, fra gli scranni del consiglio comunale, nella guida dei partiti politici, fra le associazioni di categoria. La città ha bisogno di menti fresche e potenzialmente dinamiche per attuare quella discontinuità con il passato di cui Pachino ha una grande necessità. Non tralasciando, ovviamente, le competenze che derivano dall’esperienza.
Senza lasciarsi abbandonare a vittimismi o a visioni catastrofiste, è innegabile che la nostra città sia al capolinea. È arrivato il momento che i pachinesi alzino la testa, e la Große Koalition rappresenta l’ultima spiaggia, a patto che sia ispirata al senso di responsabilità, alla partecipazione dei cittadini e al ricambio generazionale.
È necessario che Pachino, a partire dalla sua classe dirigente futura, rialzi la schiena e accetti la sfida, ardua, coraggiosa, ma non impossibile, di lavorare per una ripresa che ci sarà se sapremo mobilitare le migliori energie della città.
Roberto Bruno