Niente operai, al lavoro i preti

Niente operai, al lavoro i preti Inedita scena quella che si è presentata ieri agli occhi dei pachinesi in piazza Vittorio Emanuele. Un gruppo di sacerdoti locali tra i quali i padri Gaetano Colombo, Maurizio Novello, Giovanni Lauretta, Paolo Solimano e suor Stefania sono stati impegnati per l'intera mattinata sotto il sole a smontare il palco del comune al fine di rendere la piazza libera e consentire il montaggio del palco della diocesi necessario per lo svolgimento, domenica, della quarta giornata dei giovani.
Il comune, a cui era stata fatta la richiesta da parte dei sacerdoti locali, non aveva la disponibilità degli operai impegnati in altri servizi, per cui ha inviato solo pochi addetti ed il camion su cui caricare i pannelli. Allo smontaggio, armati di chiavi ed arnesi ci hanno dovuto pensare i sacerdoti che, abbandonati i lavori nella «vigna del Signore», hanno dovuto caricare in spalla tavole e struttura metallica del palco comunale dopo averlo smontato pezzo per pezzo. Succede anche questo a Pachino, e cioè che i preti siano costretti a provvedere allo smontaggio di un palco di competenza del comune, con tutti gli oneri ed i rischi addossati a chi tecnicamente non ha le competenze necessarie per lavori di questo tipo. E dire che anni fa, con amministrazioni diverse da quella che oggi è in carica, una inchiesta della magistratura si occupò proprio del montaggio e dello smontaggio del palco in piazza.

Secondo le tesi investigative infatti quel palco veniva smontato e rimontato troppe volte e troppe volte le ditte incaricate percepivano i relativi compensi per le operazioni del caso. Da un eccesso all'altro. Oggi chi non vuole il palco se lo deve smontare da sé. Piuttosto scontati i commenti dei diretti interessati. «E' la prima volta che ci capita di fare un lavoro del genere, -hanno affermato-. Normalmente negli altri paesi i palchi li montano e smontano gli operai del comune». Per padre Gaetano Colombo sacerdote della Chiesa Madre si tratta «dell'ennesimo atto di concretezza dei sacerdoti che con spirito fattivo sono stati chiamati ad un servizio per la collettività». Ma nonostante le dichiarazioni pacate dei sacerdoti c'è chi, come il presidente del consiglio Blundo, stigmatizza il comportamento della casa municipale, definendo una «vergogna» il fatto che il comune non abbia provveduto allo smontaggio del palco. Il vicesindaco Zocco invece si è giustificato dicendo: «Hanno offerto spontaneamente loro la collaborazione e non c'è stata alcuna imposizione. C'era l'esigenza di togliere il palco e non c'era disponibilità di operai. I sacerdoti si sono offerti volontariamente».

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 03-05-2008 - Categoria: Cronaca

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